Da Tunisi, in conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri locale, il rappresentante speciale per la crisi in Libia delle Nazioni Unite, Ghassan Salmé, è stato in qualche modo ottimista per la prima volta negli ultimi due mesi. Ha detto di essere fiducioso che presto si troverà una soluzione politica per fermare la guerra al sud di Tripoli iniziata i primi di aprile, quando il signore della guerra dell’Est, Khalifa Haftar, ha provato lo scacco sul paese per intestarsene il controllo controllo come nuovo rais cercando di prendersi la capitale. Per farlo — camuffando tutto da lotta al terrorismo — sta provando a rovesciare il governo di accordo nazionale (Gna) che l’Onu ha affidato quattro anni fa a Fayez Serraj, il quale non è mai riuscito a guadagnarsi il consenso né politico, né istituzionale, né tra l’opinione pubblica e tra gli apparati del sistema economico libico. Non è passato lui e il suo messaggio, ma ha trovato anche ostacoli posti con armi e propaganda (anche dall’esterno, da Emirati ed Egitto per esempio). Il riconoscimento da parte della comunità internazionale, sostanzialmente incastrata nel progetto con le Nazioni Unite, è l’unica sponda che trova Serraj; sebbene sia un’assistenza poco più che formale, stanca e disattenta, salvo in particolare eccezioni.
IL TEMPO DI UN ACCORDO
“Ho avuto un lungo incontro con il generale Khalifa Haftar la scorsa settimana, e ho discusso con il premier Fayez al Sarraj, il vicepremier, Ahmed Maiteeq, e il ministro degli Esteri, Mohamed Siyala”, ha dichiarato Salamé. “Ho detto loro che è giunto il momento per le parti, non solo di cessare il fuoco, ma anche di lanciare iniziative e comunicare quali sono le loro condizioni per giungere a definire i tempi del processo politico”.
I COMBATTIMENTI PROSEGUONO
Il contatto tra i due fronti — la grande milizia haftariana e le forze della Tripolitania intervenute non tanto per proteggere Serraj, quanto per impedire ad Haftar di conquistare Tripoli, diventare il nuovo Gheddafi e distruggere la costellazione di milizie che persegue i propri interessi tra politica e business vari — è complicato. I combattimenti proseguono con un ritmo stanco, senza successo — qualche arretramento del fronte attaccante, che com’è comprensibile inizia a sentire il peso dei centinaia di chilometri di distanza tra i centri di comando (in Cirenaica) e il luogo dei combattimenti. Tutto fermo, nonostante entrambe gli schieramenti pensassero di aver ricevuto un supporto che avrebbe permesso mosse definitive quando due/tre settimane fa nuovi container di armi sono arrivati dai rispettivi sponsor esterni (violando l’embargo Onu). Quello che cambia è solo il bilancio delle vittime, morti in più ogni giorno, anche tra i civili — nella serata di ieri altri nove persone, rimaste sotto le macerie della loro abitazione a Tajoura, colpita da un bombardamento aereo di Haftar.
LA CONFERENZA STAMPA
In mezzo allo stallo, oggi è prevista una conferenza stampa di Serraj, che cercherà di dare una svolta alla situazione. L’attuale premier onusiano, secondo fonti libiche che parlano con discrezione a Formiche.net, sarebbe spinto dal delegato Salamé a lanciarsi in un’iniziativa per dare respiro al suo ruolo. Serraj, secondo le informazioni disponibili, dovrebbe annunciare la volontà di convocare qualcosa di molto simile a quella Conferenza nazionale che l’Onu stava progettando, e che invece è stata rimandata dall’attacco di Haftar.
La conferenza rappresenta l’inizio di una nuova fase di dialogo politico, da cui però Serraj vorrebbe escludere Haftar, che invece ha avuto un incontro con Salamé (una posizione non troppo coordinata tra il libico e il rappresentante: ma d’altronde quel che farne di Haftar, visto che militarmente continua ad aver presa, è uno dei grandi tema per il futuro della Libia).
Nel cuore pulsante del sostegno politico e militare al Gna, la città-stato di Misurata, aggiunge la nostra fonte, non c’è troppo entusiasmo: “Osserviamo le mosse di Serraj. Di certo non accettiamo più che qualcun altro decida per noi”. Serraj è misuratino, ma nella città stanno acquisendo potere crescente figure come il vicepremier Maiteeg e il ministro della Difesa Fathi Bashaga.Nella città stanno acquisendo potere crescente figure come il vicepremier Maiteeg e il ministro della Difesa Fathi Bashaga.