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I sindacati suonano la carica da Reggio Calabria

Reggio Calabria è diventata la cassa di risonanza delle esigenze e dell’allarme che viene dal Sud Italia sulle questioni economiche e sociali. Alle 9.30 di ieri mattina è partita la manifestazione sul tema “#futuroalLavoro, ripartiamo dal Sud per unire il Paese” organizzata da Cgil, Cisl e Uil alla quale hanno partecipato i segretari generali dei tre sindacati Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Il corteo, partito da Piazza De Nava, dopo aver percorso corso Garibaldi ha raggiunto Piazza Duomo, luogo in cui si sono tenuti gli interventi conclusivi dei segretari generali.

LE PAROLE DI LANDINI

“Una grande manifestazione che parla a tutto il Paese e chiede il cambiamento delle politiche del governo. La domanda è unire il Paese, non dividerlo. La domanda è nuovi investimenti, nuovo lavoro, diritti, vera lotta all’evasione fiscale e alla criminalità. Non ci fermeremo fin quando non avremo ottenuto delle risposte. O il governo capisce o glielo faremo capire”.

“Non possono pensare di essere Goldrake o Superman. Serve usare l’intelligenza collettiva, affrontando i problemi area per area. Si mettano in testa che non si cambia il Paese senza il mondo del lavoro o contro il mondo del lavoro. Non permetteremo di portarci fuori dall’Europa, di farci tornare indietro e aumentare lo sfruttamento delle persone. L’esecutivo non ci porta da nessuna parte se non a sbattere ancora una volta. Quando le cose sono complicate come lo sono adesso serve l’umiltà di non rimanere da soli”. Secondo Landini “il ministro degli Interni deve combattere la malavita organizzata e garantire che non ci sia capolarato e sfruttamento. Invece lo sblocca cantieri ci dice un’altra cosa. Ed è una logica pericolosa. Basta con la logica dei condoni fiscali. Nel nostro paese bisogna combattere l’evasione fiscale. Per questo la flat tax non ci piace. Non bisogna dire che le tasse sono troppo alte, perché sono alte solo per chi le paga. Oltre ad abbassare le tasse dobbiamo combattere l’evasione fiscale”.

DOSSIER AUTONOMIA

“L’autonomia differenziata è una bugia: non serve dividerci, perché già lo siamo fin troppo. Già oggi la sanità o l’università sono differenti da Nord a Sud”. “Salvini chiude i porti ma intanto sono i giovani del Sud che se ne vanno dall’Italia. “E altre nazioni non hanno chiuso le frontiere. Usano l’intelligenza dei nostri giovani per far funzionare meglio i loro Paesi. Capisco che sia un ragionamento complesso, ma qualcuno glielo spieghi a Salvini che dobbiamo tenere le nostre intelligenze e che la vera sicurezza è quella sul lavoro e contro la malavita organizzata”.

“Conte non usi gli utili di Cassa depositi e prestiti e della Banca d’Italia per far quadrare i conti. Quei soldi servono per fare investimenti, creare lavoro e cambiare la politica economica del Paese. Il premier aveva detto che il 2019 sarebbe stato un anno bellissimo. Forse lo è per lui, ma nessuno se ne è accorto. Rischiamo l’infrazione dalla Ue, è aumentata la povertà e le disuguaglianze non si sono ridotte”. “Bisogna ripartire dal Sud, bisogna ripartire con gli investimenti, con un piano straordinario di investimenti perché il punto è creare lavoro e creare uno sviluppo vero che duri nel tempo. Basta campagna elettorale, ne abbiamo fin sopra i capelli, i problemi non si son risolti. La situazione è peggio di un anno fa ed è necessario che il governo ascolti questo popolo, queste piazze, e si discuta assieme a chi li rappresenta come cambiare insieme questo Paese”.

IL PUNTO DI VISTA DI CISL

“Ce l’abbiamo fatta. Lo dico dal profondo del cuore e dedichiamo questa giornata bellissima al lavoratore caduto sul posto di lavoro a Gioia Tauro. Qui da Reggio Calabria lanciamo al governo un messaggio unitario: l’Italia è una e una sola e pretendiamo di essere ascoltati”. “Non ci fermeremo fino a quando non saremo ascoltati, lo avevamo promesso. L’Italia è una e una sola. Dopo le manifestazioni di febbraio, di Bologna e di maggio a Roma siamo qui perché il Sud fatica, ma ha voglia di riscatto. Non si può rinviare il cambio di rotta sulle politiche del Mezzogiorno. Il Sud è completamente dimenticato anche nel dl crescita dopo Manovra e Def”.

“Per le morti sul lavoro il governo fa cassa con il decreto crescita, diminuendo i contributi Inail che servono per la sicurezza, la prevenzione e il risarcimento degli infortuni, mentre ogni giorno gli incidenti sul lavoro sembrano un bollettino di guerra”. “Il Sud è il grande assente, è il fantasma nelle politiche di governo. La situazione è grave, il ritardo del Mezzogiorno è aumentato, basta vedere le ferite del Sud per capire i problemi di bassa crescita, povertà crescente, di mancanza di legalità. Serve un’Europa unita, federale e solidale per la sfida degli anni a venire, non possiamo accettare l’Italia divisa a metà. L’Italia crescerà davvero se crescerà il Sud”.

“Dalla Calabria ogni anno vanno via 300 milioni di euro per i cittadini che si curano in altre regioni. Basterebbe un po’ di lungimiranza per il Mezzogiorno. Occuparsi del Sud non è solo un dovere ma una necessità. E’ interesse di tutto il Paese. Come si fa a non capire che siamo tutti sulla stessa barca”? “Serve una strategia vera per il Paese, non si può creare debito per gonfiare la spesa corrente e ingaggiare inutili battaglie con l’Europa. L’Europa va cambiata, ma non è l’Europa il problema”.

“L’obiettivo è lavoro, lavoro e lavoro. La prima cosa è riconoscere di avere sbagliato e correggere la rotta che nega crescita e lavoro. Se qualcuno ha pensato di risolvere tutto con il reddito di cittadinanza ha sbagliato, basta vedere il concorso di navigator”. Il salario minimo non serve a far ripartire il lavoro. Con la contrattazione copriamo l’85% dei lavoratori. Estendiamola e abbassiamo le tasse su lavoro”. “I politici “sono troppo impegnati a fare selfie e non una politica per il Paese. E il Mezzogiorno ha bisogno di un progetto serio, non di interventi spot. Siamo qui per ribadire che non si può più rinviare un radicale cambio di rotta delle politiche sul Mezzogiorno dove la gente attende da troppo tempo, ma è oggi il nostro tempo e il Sud invece di essere al centro dell’agenda politica ed essere priorità assoluta, continua ad essere dimenticato”. “La flat tax è iniqua perché favorisce chi guadagna di più ed è sbagliata perché per i consumi si deve creare lavoro e aumentare salari, non si inventino cose strane”. “Se qualcuno ha pensato di risolvere il problema del lavoro con il reddito di cittadinanza ha sbagliato. Il lavoro prima di essere distribuito deve essere creato. L’unica percentuale che aumenta è quella dei poveri. I giovani disoccupati del Sud non vogliono un assegno caritatevole, non un sussidio ma un lavoro vero e stabile. Questa è crescita”.. “Il governo riconosca di aver sbagliato e corregga una rotta che nega crescita e lavoro”.

BARBAGALLO: NON CI FERMEREMO

“Se il governo non ci convoca, sarà lui a farci andare avanti nella lotta. Andremo avanti con gli scioperi, non ci fermeranno. Cgil, Cisl e Uil devono stare assieme, unitari, non devono dividersi. Noi dobbiamo andare avanti, dobbiamo dire al Paese che queste sono le forze sane. “Alla nostra richiesta di rinnovo dei contratti ci propongono il salario minimo per legge per fare abbassare ancora di più le paghe nel nostro Paese. Al posto di darci una mano a far rispettare i contratti in un Paese in cui il 30% è lavoro nero, fanno un’altra leggina”.

“Dicono che non ci sono soldi, ma all’Italia mancano 111 miliardi di evasione, 27 miliardi per usura e pizzo. Nel nostro Paese vanno avanti per slogan, ma bisogna ripartire da qui, dal Sud. Se non ci convocano, sono loro che vogliono che continueremo, faremo scioperi”. “L’autonomia differenziata è l’immondizia che vogliono proporre al Paese. Noi non ci stiamo perché vogliamo riunire il Paese. Il Paese si sta sbriciolando. Tutte le opere degli anni ’70 sono scadute. L’unico ponte che non cadrà è quello sullo Stretto di Messina, perché non l’hanno fatto”. “Il salario minimo per legge farà abbassare le retribuzioni perché non è comprensivo delle voci che le compongono. Invece di aiutarci nella lotta contro il lavoro nero, vanno a fare una nuova leggina che dovranno modificare ogni 3 anni”.

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