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I tre appuntamenti globali che mettono l’Italia davanti a un bivio

Il 2019 sta facendo incrociare all’Italia tre appuntamenti globali di grande rilievo anche se due di questi, tolti gli addetti ai lavori, non hanno l’eco che meriterebbero. Tre iniziative che in diversi settori (cultura, creatività, scienza) “obbligano” il mondo a voltarsi da questa parte e guardare all’Italia ancora una volta (e nonostante tutto) come luogo in cui “rinasce” sempre l’idea di qualcosa di nuovo.

MATERA CAPITALE DELLA CULTURA

Matera Capitale Europea della cultura per noi italiani è nelle orecchie di tutti da diverso tempo. Da gennaio 2019 si è concretizzato un progetto avviato anni fa che ha messo all’attenzione globale la piccola città lucana e confermato il nostro soft power più influente e riconosciuto nel mondo: quello culturale. In questi dodici mesi le stime più prudenti parlano di almeno 700.000 visitatori complessivi, quelle più realistiche prevedono 1 milione di arrivi con un impatto positivo su tutta la regione e riflessi che saranno valutati a consuntivo ma già oggi sappiamo che dal 2012 al 2016 l’incremento turistico è stato del 152%. Nel 2015 (anno successivo alla indicazione di Matera Capitale della cultura) il pil regionale ha raggiunto il 5,5% e gli investimenti nel territorio sono arrivati al +2%, anche se l’impatto occupazionale complessivo è rimasto ancora sotto le attese.

IL FORUM DI FABRIANO

Oltre questa favola concreta collettiva, vi sono in Italia altri due appuntamenti non meno importanti (sempre con il protagonismo attivo di Comuni) che hanno dimensione globale e che possono (potrebbero) generare impatto positivo. In ordine temporale, il forum appena concluso delle Città creative dell’Unesco che si è tenuto a Fabriano (10/15 giugno) e l’EuroScience Open Forum (Esof), la principale manifestazione europea del settore delle scienze che si svolgerà a Trieste.

Chi è stato a Fabriano in questi giorni ha incrociato sindaci e delegati di 180 diverse città del mondo grazie al forum – promosso su scala mondiale dall’Unesco – che miscela riqualificazione e sviluppo, innovazione e condivisione, relazioni internazionali e relazioni locali mettendo al centro l’idea guida della creatività nei diversi ambiti in cui questa si realizza e nelle diverse maniere in cui i Comuni la possono supportare: arte, musica, cultura, scienze, artigianato. I rappresentanti di Roma, Bogotà, Pesaro, Edimburgo, Santa Fe, Shenzhen, Aswan, per citarne alcuni provenienti dai cinque continenti, hanno discusso e messo in campo progetti sul tema della “città ideale” e, nel dettaglio, su “città antifragile” e “innovazione nel saper fare”. Chi è stato a Fabriano ha trovato piccoli borghi e megalopoli sullo stesso piano, in una dimensione in cui quello che conta e tiene nello stesso network, sono le idee, i progetti, la capacita di sviluppare creatività amplificando nel concreto politiche di sostenibilità, resilienza, partecipazione.

L’APPUNTAMENTO DI TRIESTE

Chi invece sarà a Trieste dal 4 al 10 luglio, potrà partecipare al più importante evento europeo in cui la scienza incrocia tecnologia, società, politica. Un appuntamento biennale (le due tappe precedenti a Tolosa e Manchester) che vede 80 Paesi coinvolti, 200 eventi in programma, 5000 partecipanti scientifici e circa 100.000 visitatori. Il Programma europeo di riferimento – Horizon 2020 – attualmente prevede un budget da 80 miliardi di euro (l’italia ne ha già beneficiato per 2,5 miliardi, di questi 740 milioni alle università) e nella nuova programmazione del settennio 2021/2027 le risorse dedicate salgono a 94,1 miliardi ribattezzando il programma Horizon Europe.

UN’OPPORTUNITÀ PER IL FUTURO

Per un curioso caso, tre appuntamenti in tre città localizzate a sud, centro e nord del Paese, come a testimoniare una capacità di tutta la penisola di essere al tempo stesso quella dei Campanili e quella aperta al mondo. Cultura, creatività, scienza: tre settori diversi che hanno in comune il tanto spazio assegnato a competenze, capacità progettuale, importanza del capitale umano. Il valore della libera mobilità che li caratterizza. Terminati i tre eventi l’Italia sarà davanti ad un bivio: essersi limitata ad ospitarli o “utilizzarli” come leva per il futuro.

Sulla prima strada troveremo le sole (belle) celebrazioni ma senza generare nulla di concreto, sulla seconda la possibilità di avere ancora nuovo protagonismo e centralità.


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