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Flat tax? Una buona idea ma…La versione di Scandizzo

I numeri e le idee. I numeri, quelli di Giovanni Tria, le idee, quelle di Matteo Salvini. Mai come oggi forse sono emerse le distanze siderali che ci sono tra il responsabile del Tesoro e l’azionista verde del governo Conte. Una spaccatura che si è snodata lungo l’asse Roma-Londra, città dove oggi era in visita Tria. Due no secchi dal professore di Tor Vergata prestatosi a ministro e un nì. Tanto è bastato a scatenare la furia di Salvini, che domani mattina si vedrà con Tria a Palazzo Chigi (insieme a Conte e Di Maio) per un vertice in cui dovrebbero essere chiarita la posizione del governo in vista della risposta all’Europa. Agli atti c’è però il fatto che nella giornata in cui Mario Draghi è riuscito a riportare lo spread Btp/Bund ai minimi da aprile (qui l’articolo), tra Tria e Salvini si è alzata la Grande Muraglia.

DUE NO E UN NÌ

No alla manovra stile Trump che Salvini avrebbe voluto ricalcare in Italia, con robusti tagli fiscali alle imprese. No ai mini-Bot, lo stratagemma che il leader della Lega vorrebbe utilizzare per pagare i debiti della Pa con le imprese. E un no che non è proprio un no sulla flat tax, altra creatura leghista. Qui Tria è stato meno categorico, perché l’idea è pur condivisibile, quello che manca è la possibilità di attuarla, in una parola i soldi. “Il salario minimo e la flat tax non sono rumore elettorale, sono provvedimenti importanti e il problema è come vengono ideati, i tempi di applicazione in un perimetro che è quello fissato dal quadro macroeconomico e di finanza pubblica approvato dal Parlamento”. Decisamente più tranchant sui mini-Bot, di cui Salvini è sponsor. “Non penso che i mini-Bot saranno introdotti, voglio essere chiaro su questo. La nostra politica fiscale è prudente”.

IL PROBLEMA EUROPA

All’origine delle titubanze di Tria c’è una consapevolezza che in questo momento la priorità del governo è riuscire a schivare la procedura di infrazione per debito eccessivo, portando il deficit al 2,1%. Il ministro deve ritenere che aggiungere troppa carne al fuoco possa distrarre quelle risorse accantonate coi risparmi del reddito di cittadinanza e della quota 100 e che Tria invece vorrebbe usare per abbassare il deficit. Salvini non la pensa così, il taglio delle tasse è l’imperativo categorico, al punto da dare al titolare di Via XX Settembre un messaggio che suona come un aut-aut. “Tria è il nostro ministro che porterà  avanti il programma del governo che nella prossima manovra economica avrà il taglio delle tasse un punto centrale. Chi vuole fare il ministro di questa squadra sa che il taglio delle tasse è la priorità di questo Paese”.

PARLA IL CONSIGLIERE DI TRIA

Formiche.net ha chiesto un commento a uno degli uomini più vicini a Giovanni Tria, il suo consigliere al Tesoro, Pasquale Lucio Scandizzo. Obiettivo capire se le ragioni dei numeri prevalgono su quelle della politica o viceversa. “Sinceramente penso anch’io che la flat tax sia una buona idea, che copre però una varietà di proposte possibili a seconda del disegno, della portata e delle misure di riforma fiscale a cui si accompagnerebbe. Il punto è questo: va studiata in modo da valutarne la fattibilità, i termini e anche in modo da ottimizzarne i risultati”. La linea è quella, va bene come spunto ma nel merito bisogna che somme e sottrazioni tornino. Scandizzo marca il territorio anche sui mini-Bot, sposando la linea dello scetticismo. “Mi sembra un’idea pericolosa perché potrebbe essere interpretata male dai mercati e indurre confusione nelle transazioni commerciali”.

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