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L’ultimatum della Nato a Putin: via i missili o risponderemo

L’ultimatum è perentorio. Dal quartier generale a Bruxelles in conferenza stampa il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg lancia un monito in direzione del Cremlino. Se la Russia non smantellerà il suo sistema di missili a medio raggio 9M729/SSC-8 l’Alleanza Atlantica “sarà costretta a rispondere”. I missili in questione, ritenuti in grado di trasportare testate nucleari, sono da tempo nel mirino dell’amministrazione statunitense, che li ritiene violare il trattato INF (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty) del 1987 da cui sia Russia che Stati Uniti hanno annunciato di volersi ritirare (Il trattato viola l’uso di missili con una gittata fra i 500 e i 5500 chilometri).

“Il Trattato INF, insieme ad altri accordi quali il CFE, ha garantito stabilità in Europa per quasi trent’anni – spiega a Formiche.net Andrea Gilli, senior researcher del Nato Defense College –  La Russia, a partire dalle aggressioni alla Georgia, del 2008, e in particolare dal 2014 con l’annessione illegale della Crimea, non solo ha destabilizzato l’ordine europeo ma ha anche violato ripetutamente il trattato INF, rendendolo di fatto nullo. Rientrando all’interno dei dettami del trattato INF, il governo russo potrebbe contribuire al dialogo con la NATO”.

La Nato non è parte contraente del trattato ma ha comunque fatto sua la denuncia americana. Di fronte ai cronisti Stoltenberg ha dichiarato che “non ci sono avvisaglie” da parte russa di voler distruggere quel sistema missilistico. I tempi sono ristretti, anche perché gli Stati Uniti hanno annunciato di volersi ritirare dal trattato Inf il 2 agosto in assenza di un accordo. “La nostra risposta sarà difensiva, misurata e coordinata. Non rispecchieremo l’atteggiamento russo – ha sentenziato il norvegese a capo della Nato – non vogliamo una nuova corsa alle armi, ma se la Russia schiera nuovi missili dobbiamo essere sicuri che la nostra deterrenza e difesa rimanga credibile ed efficace”.

La condanna dei missili russi da parte statunitense ha ricevuto da subito il supporto di tutti e 28 gli alleati Nato. Un successo diplomatico dell’amministrazione Trump, che ha voluto portare a Bruxelles il dossier sebbene l’Inf sia un accordo bilaterale. Il tema sarà posto all’attenzione della ministeriale Nato in programma mercoledì e giovedì.

Questo lunedì il governo russo ha messo in guardia il governo americano e i suoi alleati dallo schieramento di missili al confine Est. Il viceministro degli Esteri Sergej Ryabkov non ha usato mezzi termini: “ci potremmo ritrovare in una situazione in cui abbiamo una crisi missilistica non solo simile a quelle degli anni ’80 ma anche a quella dei Caraibi”, rievocando la crisi cubana che nel 1962 ha tenuto il mondo con il fiato sospeso minacciando un conflitto nucleare fra Russia e Stati Uniti.

Stoltenberg non è sceso nei dettagli sulle concrete risposte che la Nato intende assumere nei confronti dei russi. Una rassicurazione è arrivata dall’ambasciatrice Usa alla Nato Kay Bailey Hutchinson, che ha specificato come al momento siano allo studio solo “risposte convenzionali”. Secondo fonti diplomatiche sentite da Reuters però la ministeriale Nato in programma domani potrebbe avallare un aumento di voli di aerei militari statunitensi sui cieli europei in grado di “trasportare testate nucleari”, assieme a un “maggiore addestramento militare e al riposizionamento dei missili marini americani”.

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