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Il governo si attrezzi. Valore ha previsto il lavoro del futuro

Come sarà il lavoro del futuro? Soprattutto occupazioni a disposizione e a supporto della comunità, e sarà basato sulla capacità di interfacciare l’intelligenza artificiale  (programmatori e psicologi) e alla relazione e gestione delle persone (infermieri e assistenti). Questo quindi presuppone che l’agenda di governo dei prossimi anni dovrà mettere al centro più che in passato una revisione del sistema educativo e dell’istruzione in primis per preparare giovani menti a competenze laterali, flessibilità, e si dovrà correlare al sistema produttivo-industriale per assicurare formazione e conversione continua. Sono questi i temi che verranno affrontati dal 28 al 30 giugno prossimo a Chia Laguna nel corso dell’evento L’influenza dell’innovazione digitale sulle professioni e i lavori del futuro. L’evento, organizzato da Valore, società di consulenza che da anni opera nel settore del welfare, riunisce i grandi investitori istituzionali, casse di previdenza in rappresentanza di tutto il mondo dei professionisti e i rappresentanti del mondo del lavoro manageriale, cioè quella parte dirigenziale del sistema produttivo italiano per parlare di lavoro nel futuro.

IL LAVORO DEL DOMANI

Durante l’evento verrà presentato e discusso un documento inviato ai ministri Luigi Di Maio e Matteo Salvini, in cui è stato chiesto a nove autorevoli esperti di futuro, tecnologia, lavoro, previdenza quali Cristina Pozzi, Davide Casaleggio, Giovanni Lo Storto (Dg Luiss) Mario Mantovani (presidente Cida), Sergio Corbello (presidente assoprevidenza), Francesco Verbaro  e altri, di indicare gli scenari futuri del lavoro e come le tecnologie digitali lo influenzeranno. “Noi reputiamo che, se si vuole dare al Paese e ai giovani delle reali prospettive sostenibili, oltre ad una visione di breve, il paese necessiti di una visione di lungo periodo su come si evolverà il lavoro e le professioni” afferma Stefano Ronchi ad di Valore. “Solo se ci chiediamo come sarà il lavoro fra 10, 20, 30 anni il governo può elaborare delle politiche prima di formazione e poi di tipo industriale efficaci.”

INNOVAZIONE E ANCORA INNOVAZIONE

Quello che emerge dal lavoro degli esperti è che i nuovi lavori saranno nei Paesi che avranno investito in innovazione. Non a caso in Corea del Sud con 631 robot industriali ogni 10 mila dipendenti rispetto ai 185 Italiani e 74 di media mondiale riesce a mantenere la disoccupazione al 4%. I nuovi lavori saranno delle persone che continuano a formarsi. Non è più sufficiente studiare all’università per avere le competenze per il resto della propria vita lavorativa.

Il punto non sarà più quello di garantire ai lavoratori che perdono il posto un reddito di sussistenza, ma preparare i lavoratori ad affrontare cambiamenti di funzioni e attività per svolgere nuovo lavori richiesti dal mercato. Il mondo del lavoro in ambito finanziario ne viene impattato secondo due prospettive: da un lato, crescerà l’esigenza di figure in grado di leggere e valorizzare il bene più prezioso costituto dai “dati”, quali i data scientist; dall’altro, gli sbocchi professionali si direzioneranno, principalmente, verso i nuovi player che potranno, nel tempo, consolidare il proprio posizionamento verso un modello tipico di intermediario vigilato, ovvero assumere la connotazione di società di servicing al servizio degli intermediari finanziari.

LA SFIDA DEI TRASPORTI

Ci sarà anche un tema di mobilità. Nessuno studio, si legge nel documento, è oggi in grado di dimostrare se e quanto sarà superfluo il lavoro umano nell’era robotica. Ma anche se il saldo complessivo degli occupati fosse nullo o addirittura positivo, è difficile immaginare che possa essere distribuito in modo omogeneo rispetto alla popolazione residente. La gestione degli squilibri territoriali è perciò destinata ad assumere importanza crescente. Tra le diverse aree mondiali, all’interno di esse, negli stati, nelle regioni, in ciascuna città le differenze esistenti sono destinate allo stesso tempo ad accentuarsi e a divenire meno socialmente accettabili. Anche dal punto di vista dei meccanismi di scalata sociale, lo scenario più probabile è rappresentato, con una metafora, da una villa sviluppata su due piani, che non comunicano più. Un tempo i due piani erano collegati da scale e ascensori, l’ingresso era al piano terra e aveva varie uscite, alcune del- le quali si trovavano al piano superiore. Oggi è stato disinstallato l’ascensore sociale.

 

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