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No al Pd. Carabetta (M5S) scommette sul governo, ma su Salvini…

Autonomie, Tav, Moscopoli, caso Siri. Non sono poche le mine da disinnescare fra Lega e Cinque Stelle per allungare la vita del governo, almeno fino a dopo la manovra. “Non esiste oggi un altro governo – chiosa ai microfoni di Formiche.net Luca Carabetta. Il giovane parlamentare M5S piemontese, volto di punta della nuova leva pentastellata, sceglie di fare l’artificiere. Chiede a Matteo Salvini di fare chiarezza, per mettere a tacere dubbi e sospetti. Ma sulle presunte nozze in aula col Pd chiude secco: è fantascienza.

Che aria tira nel Movimento ora che è calato il sipario sulla Tav?

Il dibattito sulla Tav ha due volti. È una questione tecnica ed estremamente locale, e infatti ha contraccolpi politici soprattutto a Torino e in Piemonte. Altri ne fanno una battaglia di principio.

Non è così? È nel vostro dna dai tempi dei Vaffa day.

Diciamo che c’è molta delusione perché in queste battaglie continuiamo ad essere da soli. È stata la Francia a dare il colpo finale mostrandosi indisponibile a qualsiasi valutazione ulteriore di progetti alternativi.

C’è chi parla di psicosi a Cinque Stelle.

Non c’è nessuna psicosi. È un tassello che si aggiunge a una serie di dossier su cui purtroppo abbiamo dovuto fare un passo indietro. Il Movimento Cinque Stelle ha promesso di dare il massimo ma dopo un anno e mezzo di trattative ci sono stati degli ostacoli insuperabili.

Come Giuseppe Conte?

A Conte va dato il merito di aver fatto tutte le consultazioni possibili. Ha ascoltato noi, i tecnici, è andato ai tavoli internazionali col materiale che gli abbiamo consegnato, senza pregiudizi. Non condivido le sue conclusioni. Quando dice che costa più bloccare la Tav che farla si riferisce allo scenario peggiore, ce ne erano altri.

E Toninelli? La Lega continua a chiedere a gran voce la sua testa. L’avranno?

La polemica di Salvini è puramente mediatica. Passino gli attacchi al Movimento, ma quelli personali delle ultime settimane hanno passato il limite. Conosco Danilo e so come lavora. Non ha bloccato le opere, ne ha messe alcune in valutazione e avviate tante altre. Sulla Tav ha fatto tutte le valutazioni preliminari e ascoltato il responso della commissione costi-benefici.

Insomma, non andrete allo scontro frontale sulla Torino-Lione.

Qualcuno ha pensato che sulla Tav si potesse trovare una maggiorana alternativa. Per me è fantascienza, sulle grandi opere non abbiamo nulla in comune con il partito di Chiamparino e Fassino.

Conte al Senato ha fatto capire che quella possibilità c’è. In casa Lega c’è chi teme un governo PD-Cinque Stelle.

Io ho sempre detto che questo è l’unico governo possibile. Il Pd sta convocando assemblee e gabinetti per fare valutazioni non richieste. Poi ci sono i numeri. Se, come dicono, i renziani non hanno intenzione di parlare con il Movimento Cinque Stelle in Parlamento una maggioranza alternativa non esiste.

Vi aspetta una manovra lacrime e sangue, e difficilmente riuscirete a evitare l’aumento dell’Iva. Troverete la quadra?

Mi sembra una previsione drastica. Stiamo già scrivendo la manovra, la nota di aggiornamento terrà conto degli sviluppi di crescita del terzo trimestre. Siamo vincolati all’andamento economico, e alle regole Ue.

Colpa di Bruxelles?

L’Europa ci ha chiesto ancora una volta di stringere sui conti. A novembre subentrerà la nuova Commissione, vedremo se cambierà qualcosa. Ricorderemo che l’anno scorso la Francia ha chiesto e ottenuto dall’Ue un margine ulteriore.

Restano tante mine da disinnescare con il vostro alleato. L’inchiesta che coinvolge l’ex sottosegretario Armando Siri si sta allargando.

Quanto emerge dalle intercettazioni sul caso Siri ci conferma che abbiamo fatto bene a estrometterlo dal governo. Le conversazioni in casa Arata ci consegnano l’immagine di una politica che si mette a disposizione di interessi particolari, non possiamo accettarlo. Se non lo avessimo mandato via ci troveremmo ora in seria difficoltà.

E sul caso Moscopoli che intenzioni avete?

Come ha detto Di Maio, se avessimo la certezza che Salvini ha preso quei soldi non ci staremmo al governo. Il suo coinvolgimento è tutto da dimostrare.

C’è la certezza che quei soldi sono stati chiesti, da suoi stretti collaboratori.

Questo merita un chiarimento. Salvini avrebbe fatto bene a presentarsi al Parlamento, chi non ha nulla da nascondere deve andare a riferire. Altrimenti si alimentano le polemiche, e i sospetti.

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