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Una bambola spaziale. Così AstroSamantha ispira la nuova Barbie

Nessuna donna è mai stata sulla Luna, ma non è detto che nel prossimo futuro non possa accadere. A pochi giorni dalle celebrazioni per il 50esimo anniversario dello sbarco, Samantha Cristoforetti, unica donna astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea, è stata presa come modello per la famosa bambola della Mattel. Una Barbie astronauta, quella con le fattezze di Cristoforetti, che avrà lo scopo di motivare bambine e ragazze ad intraprendere la sua carriera.

IL PROGETTO DI ESA E BARBIE

La Barbie Cristoforetti è l’ultimo tassello in ordine di tempo di un più ampio progetto chiamato “Barbie Dream Gap Project”, una iniziativa che ha lo scopo di finanziare, con 1 dollaro per ogni Barbie venduta, un fondo destinato ad “organizzazioni che condividono le stesse idee e che stanno livellando il campo di gioco delle ragazze, sensibilizzando al contempo i fattori limitanti che impediscono alle ragazze di raggiungere il loro pieno potenziale”, si legge sul sito di Barbie. Ecco, allora, il progetto con l’Esa, Agenzia spaziale europea, e con la sua unica astronauta. “Siamo orgogliosi di lanciare questa collaborazione con l’Esa con un obiettivo chiaro: ispirare le ragazze a diventare la prossima generazione di astronauti, ingegneri e scienziati spaziali”, ha detto Isabel Ferrer, direttore europeo del marketing di Barbie.

L’IMPORTANZA DI UN MODELLO PER LE GIOVANI

“Con tanto impegno e un pochino di fortuna puoi essere tutto ciò che desideri”. Le parole pronunciate da Samantha Cristoforetti nello spot di lancio del progetto (in basso il video) ne racchiudono il senso più profondo. Insegnare, far capire alle bambine di tutte le età che nessun obiettivo è irraggiungibile se ci si impegna al punto giusto. Secondo uno studio portato avanti proprio da Esa e Barbie, solo il 15% degli astronauti sono donne e nessuna donna è mai sbarcata sulla Luna.

“Mentre i ragazzi e le ragazze generalmente raggiungono gli stessi risultati nella scienza e nella matematica – ha spiegato Ersilia Vaudo-Scarpetta, Chief Diversity Officer dell’Esa -, solo poche bambine sognano di diventare scienziate, ingegneri o intraprendere professioni legate allo spazio. Fattori sociali e culturali giocano un ruolo importante come l’atteggiamento del contesto familiare nei confronti della scienza e delle professioni scientifiche. L’Agenzia Spaziale Europea è fortemente impegnata a far accrescere nelle bambine l’interesse in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e in particolare verso le carriere legate allo spazio, poiché abbiamo bisogno di talenti diversi per immaginare e far crescere il futuro nello spazio. Siamo quindi molto orgogliosi di lanciare la collaborazione dell’ESA con Barbie, mettendo in risalto modelli di ruolo come gli astronauti e incoraggiando le bambine a credere in loro stesse, volgendo lo sguardo verso il cielo e a sognare in grande”.

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