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Carola divide l’Italia. Ma va a Salvini la fetta più grossa

“O capitano, mio Capitano, la nave ha superato ogni ostacolo, l’ambito premio è conquistato”, scrisse Walt Whitman nel 1856 in una celebre poesia dedicata ad Abraham Lincoln. Versi che, con le dovute distinzioni, ben si prestano a sintetizzare in un tweet l’esito della vicenda che ha monopolizzato il dibattito pubblico italiano nell’ultima settimana. In questo caso, il capitano in questione è Matteo Salvini, la nave è la Sea Watch 3 e l’ambito premio sono altre decine di migliaia di voti guadagnati dal segretario leghista grazie all’ennesimo braccio di ferro ingaggiato con l’Ong tedesca. Sono le intenzioni di voto di Swg a fotografare come lo scontro con Carola Rackete abbia sospinto il Carroccio nei sondaggi portandolo sempre più vicino alla soglia del 40%. Un ulteriore Ko psicologico per gli alleati pentastellati che scendono ancora, attestandosi di poco sopra il 17%. Resta immobile il Pd, prigioniero dello scontro interno (tanto per cambiare) tra quel che resta dell’anima securitaria “minnitiana” e il nuovo corso aperturista incarnato da Delrio e Orfini. Segno evidente che finché non troveranno una linea chiara sull’immigrazione i socialisti di tutta Europa rischiano di essere destinati all’irrilevanza (si veda l’eccezione della sinistra danese). Non pervenuti gli altri di centrodestra, in primis Forza Italia, sempre più succubi dell’egemonia di Salvini.

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Scopriamo poi che la maggioranza degli elettori, eccezion fatta per quelli del Pd, condanna la decisione della “capitana” tedesca di forzare il blocco navale. Una prova lampante di come la narrazione leghista abbia fatto breccia nei cuori della base grillina (66%) e dei sostenitori degli “altri” di centrodestra (66% Fi e 71% Fdi). Così per Salvini diventa sempre più facile prosciugare i consensi dei propri alleati di governo e dei suoi compagni di coalizione. Quasi tutti dunque contro Carola, un altro nome che si aggiunge alla sfilza di nemici perfetti; quelli a cui il ministro dell’Interno manda tanti “bacioni” in diretta social e che fanno la sua fortuna politica facendo passare in secondo piano le grane (non poche) del governo gialloverde.

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La “comunità chiusa” va talmente di moda che perfino una affermazione di natura più che altro propagandistica, come quella di un muro al confine con la Slovenia, finisce per raccogliere il favore degli italiani. È stato lo stesso Fedriga, governatore leghista del Friuli, a dire di essere stato frainteso ma la maggioranza dei cittadini non sembra per nulla scandalizzata dalla proposta; anzi, ben il 55% degli intervistati si dice favorevole alla costruzione di barriere per fermare i migranti illegali dai Balcani.

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Infine, se c’è una cosa che sembra mettere tutti d’accordo è che la vicenda della Sea Watch abbia fatto venire a galla, ancora una volta, tutta la doppiezza dei Paesi del Vecchio Continente. Così il 75% degli italiani invoca il pugno duro per gli Stati che non accolgono i migranti e Salvini, “castigatore” dell’ipocrisia europea, se la ride aspettando la prossima Carola che lo spinga fino al 40%.

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