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Chi (e chi no) abbraccia i deputati di Putin

Mentre i riflettori della stampa e della politica nazionale e internazionale sono puntati sul caso Savoini riportato alla ribalta da Buzzfeed a Roma una delegazione parlamentare russa veniva accolta a Palazzo Madama dalle Commissioni Esteri e Difesa del Senato riunite in seduta comune. Su questo evento però i riflettori sono rimasti spenti. Niente diretta streaming sul sito del Senato né resoconti. Eppure non si tratta di una delegazione qualsiasi. A guidare il nugolo di parlamentari giunti da Mosca c’era nientemeno che Viktor Bondarev. Presidente del Comitato per la Difesa e la Sicurezza del Consiglio della Federazione russa, il colonnello è uomo vicinissimo al presidente Vladimir Putin, che nel 2000 lo ha nominato con un decreto ad hoc “eroe nazionale” per meriti di guerra e dal 2015 al 2017 lo ha posto al comando dell’Aeronautica militare russa. Con lui altri membri di spicco dell’emiciclo russo, come i vicepresidenti del Comitato della Difesa e la Sicurezza Aleksandr Rakitin, Sergey Arenin e Bair Zhamsuyev, assieme a consiglieri, segretari e diplomatici dell’ambasciata russa in Italia.

PD ASSENTE

L’incontro, iniziato alle 15, è durato poco meno di un’ora. Nonostante l’alto livello istituzionale della delegazione, si è ridotto a un faccia a faccia “interlocutorio, formale, di poca sostanza”, chiosa un portavoce. Ad accogliere i parlamentari russi una sala semivuota. Molti hanno dato forfait per motivi personali. Altri hanno deciso in concerto di non presentarsi. È il caso dei senatori del Partito democratico. “Abbiamo voluto stigmatizzare l’assenza del ministro Salvini in Parlamento – spiega a Formiche.net il senatore dem Vito Vattuone. In una nota congiunta col collega Alan Ferrari, capogruppo Pd in Commissione Difesa, i democratici spiegano il motivo della loro assenza: “visto il rilievo che la vicenda dei rapporti tra Lega e Russia sta assumendo in relazione alle alleanze del nostro Paese e alla sicurezza nazionale, i senatori del Pd hanno deciso di non partecipare a incontri di questa natura fino a quando il ministro Salvini non verrà a riferire in aula su una questione così delicata”. “Dispiace non poter incontrare i parlamentari della Federazione Russa – continuano i dem – ma è doveroso stigmatizzare in tutti i modi l’assenza di rispetto del ministro dell’Interno per il nostro parlamento”.

Una sorta di “sospensione” delle attività di politica estera con esponenti del governo russo da parte dei parlamentari dem finché il vicepremier non risponderà di fronte all’aula delle accuse giudiziarie e mediatiche che vedono rispettivamente coinvolti Savoini e la Lega. Sul tema il Pd è compatto e non vuole mollare la presa. “Sulla vicenda Salvini-Russia non molliamo – promette con un post su facebook il segretario Nicola Zingaretti – porteremo avanti una battaglia per la verità senza permettere nessun insabbiamento su chi ha giocato con la credibilità delle istituzioni e con le alleanze internazionali dell’Italia”.

LE CRITICHE DI FORZA ITALIA

Il forfait concordato per protesta dai senatori dem ha inevitabilmente trasformato l’incontro a palazzo Madama in una mera formalità. Chi c’era, come Maurizio Gasparri (Fi), bolla la visita istituzionale come “poco rilevante”. Altri, come la leghista Donatella Tesei, sminuiscono la portata del briefing. “Hanno parlato del loro Paese, di economia, dei buoni rapporti che intendono avere con l’Italia, dei comuni valori cristiani, siamo rimasti sul generico, è stata una visita di cortesia”. Domani i parlamentari russi  faranno ritorno, questa volta di fronte alle Commissioni Esteri e Difesa di Montecitorio. Difficile che i dem cambino linea. Finché Salvini non ci mette la faccia di fronte al Parlamento, fanno sapere, qualunque interlocuzione con governo e parlamento russo è rinviata a data da destinarsi.

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