PRIMA LA CINA, POI LA RUSSIA
“È una visita singolare, dal valore politico significativo. Putin è venuto in Italia per lanciare un messaggio. È una visita concentrata nel tempo perché evidentemente Putin non ne ha molto da dedicare all’Italia ma ha voluto marcare che dopo la Cina l’altro nostro interlocutore è lui. È una visita che implica mutamenti profondi nella politica estera dell’Italia, cambiamenti che andrebbero discussi pubblicamente non nel chiuso delle stanze”.
Così si esprime in una conversazione con Formiche.net Fabrizio Cicchitto, ex presidente della Commissione Esteri, a proposito della visita di oggi Putin.
“Venendo a Roma, Putin ha l’obiettivo di dimostrare che in Italia sta cambiando rispetto al passato, oggi ha rapporti forti con Cina e Russia. In Italia, purtroppo, manca una discussione di fondo sulla politica estera. Basta mettere in fila gli ultimi eventi: la firma in pompa magna al trattato sulla Via della seta e ora questa visita di Putin. Sono due elementi che segnano un’inversione di tendenza e autorizzano a chiederci se ci sia uno spostamento internazionale del nostro Paese. È una domanda del tutto legittima. Anche se, nel film cui stiamo assistendo, nell’ultima fase Salvini ha provato ad aggiustare il tiro nei confronti degli americani. Ma, come ha giustamente ricordato lo stesso Putin nell’intervista di oggi al Corriere della Sera, tra Lega e la Russia ci sono rapporti pregressi molto forti”.
I RAPPORTI CON M5S E LEGA
Per Cicchitto la politica di Putin è chiara. “La strategia russa è piuttosto evidente. È indubbio un intervento sistematico dei russi che hanno identificato in Internet uno strumento straordinario per intervenire nelle democrazie libere. Il caso più eclatante è ovviamente il Russiagate. Ovviamente le cose non stanno come le riporta Putin. Così come del resto la sua versione sull’Ucraina presenta molte lacune. Ma tornando agli Stati Uniti, Muller non ha detto che non ci sono stati interventi russi per favorire Trump a scapito della Clinton, ha detto che non era in grado di provare i rapporti diretti tra Mosca e Trump. Sono due concetti profondamente diversi. La realtà è che la Russia si comporta in questo modo per molte vicende politiche, dalla Brexit al referendum per la Catalogna. La loro strategia è avere un rapporto con tutte le forze di destra che contestano l’Unione europea. L’obiettivo di Putin è indebolire l’Unione europea. Hanno rapporti con la Le Pen, così come li hanno avuti con il Movimento 5 Stelle e con la Lega”.
Anche Berlusconi aveva un rapporto molto stretto con Putin. “Sì, ma il suo era un rapporto personale. Berlusconi credeva nella preminenza dei rapporti personali. Detto questo, non credo che si facciano molte rivoluzioni liberali avendo un rapporto preferenziale con tre tipi ingombranti come Putin, Erdogan e Orban”.