“Ciao a tutti. Oggi vi racconto la proposta di organizzazione nazionale del MoVimento 5 Stelle che sarete chiamati a votare”. Nuova tappa della riorganizzazione nazionale del Movimento 5 Stelle. A spiegarla, come già negli scorsi giorni (qui i dettagli), proprio Luigi Di Maio dalle pagine del Blog delle Selle. Un post lungo, quello di Di Maio, in cui si introducono i 12 “facilitatori” che si occuperanno di “di progettare, organizzare il futuro del MoVimento 5 Stelle nei prossimi 10 e 20 anni”.
IL “TEAM DEL FUTURO”
“Il ruolo che saranno chiamati a svolgere i facilitatori del MoVimento – si legge -sarà occuparsi di temi specifici in un nuovo gruppo nazionale del MoVimento che si chiamerà: ‘Team del Futuro'”. Il team sarà composto, quindi da 12 facilitatori che si occuperanno di ambiente, economia, giustizia e affari istituzionali, imprese, agricoltura, lavoro e famiglia, sanità, innovazione, scuola, sicurezza, trasporti e infrastrutture, esteri. “Chi vorrà ambire a questi ruoli dovrà essere votato dagli scritti su Rousseau”, si legge ancora, e non dovrà solo dimostrare di essere competente sui temi specifici, ma dovrà presentare un progetto su come intende strutturare l’organizzazione e il processo di integrazione che dal basso (dai comuni alle regioni) arrivi fino agli scranni del governo (qualora M5S sia al governo).
UN PROGETTO, UN TEAM
“Oltre al progetto, oltre alle competenze – si legge ancora -, (il facilitatore, ndr) dovrà avere un team alle spalle. Un team che dovrà essere composto in parte da portavoce e in parte da esperti”. Ossia: “Cinque esperti della materia, che si siano occupati di questa materia e l’abbiano portata avanti negli anni, nella loro carriera, nella loro professione e 3 portavoce: uno regionale, uno nazionale è uno comunale che possano sostenerlo”. Insomma, i facilitatori dovranno creare un progetto sul settore specifico di interesse e circondarsi di un team di persone competenti che possano rendere operativo tale piano. “Se non hai un progetto, se non sei competente in materia e non hai un team alle spalle non vieni messo neanche in votazione”
IL RECALL
Il mandato dei facilitatori durerà tre anni, si legge, e a metà mandato sarà sottoposto al Recall, ossia alla verifica sul progetto messo in campo un anno e mezzo prima. “Chi verrà eletto a questa tornata sarà colui che poi durerà in carica per i prossimi 3 anni, ad 1 anno e mezzo sarà sottoposto a un Recall per vedere se ha portato a casa o sta portando a casa quei risultati che ha messo nel suo progetto, gli obiettivi che ha messo nel suo progetto, se sta lavorando in team, se sta coordinando le parti del MoVimento, se sta rendendo il MoVimento più efficace e più efficiente per risolvere i problemi degli italiani”.
CHI PUÒ AMBIRE AL RUOLO DI FACILITATORE?
Come detto, i facilitatori verranno sottoposti a un voto su Rousseau, anche se nel post non sono chiare le modalità con cui saranno selezionati i candidati prima del voto su Rousseau, né i termini per la presentazione di candidature e progetti. Ma chi può presentarsi? Valgono le stesse regole per la candidatura nelle liste elettorali locali o nazionali? Il post è poco chiaro, se non ostico. “Se sei un portavoce non puoi avere ruoli di Governo o doppi ruoli. Penso ad un presidente di commissione in Parlamento, perché è il tempo: bisogna dedicarsi molto al MoVimento in questo ruolo e allo stesso tempo non devi essere necessariamente un portavoce, puoi essere anche una persona iscritta al MoVimento che però si è distinta per attivismo e partecipazione. Per comprovata esperienza nell’attivismo e nella partecipazione”.