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Prezzi milanesi e stipendi bulgari. Ecco perché Tsipras perderà le elezioni

Prezzi milanesi e stipendi bulgari. È l’assunto che giocherà un ruolo decisivo nelle elezioni in Grecia del prossimo 7 luglio. Il partito di Alexis Tsipras al governo è staccato di dieci punti dai conservatori-liberali di Nea Dimokratia guidati da Kyriakos Mitsotakis. Troppi i sacrifici che i greci hanno dovuto sopportare in questi anni post crisi, che hanno già dato uno smacco a Syriza in occasione delle europee e delle amministrative di maggio. Ecco come Nd sta dialogando con Usa e Ue.

ND

Veleggia sopra il 30% il partito di Mitsotakis, vicino da anni alla Cancelliera tedesca Angela Merkel e ultimamente molto attivo nell’appianare vecchie ruggini con Washington. Figlio dell’ex premier Kostantinos Mitsotakis e fratello dell’ex ministro degli esteri Dora Bakoyannis, Koulis (così chiamato affettuosamente dai conservatori greci) è da un anno pronto a queste elezioni. Ha coltivato rapporti con Bruxelles e Berlino, come dimostrano i due viaggi in Ue e la sua partecipazione come ospite d’onore lo scorso gennaio alla annuale tavola rotonda politica della Csu in un castello bavarese.

STRATEGIE

Ha ricomposto le fratture all’interno del suo partito dove convivono varie anime e centri di influenze, come l’ex premier Kostas Karamanlis molto vicino a Mosca, l’attuale presidente della Repubblica Procopios Pavlopulos, il commissario Ue all’immigrazione Dimitris Avramopulos. Il risultato è una pax interna che consentirà di confermare nelle urne il primo posto nei sondaggi.

Il suo programma è impostato alla cosiddetta “aliteia” (in italiano verità). Per cui una trasfigurazione verso il popolo del reale stato di salute del paese; no a bonus a pioggia come fatto da Tsipras nell’ultimo semestre per tentare di recuperare consenso, ma che poi possano inficiare i precari conti pubblici; sì a misure strutturali come no tax zone per attrarre investimenti; più politiche mirate sul dossier energetico e sulle liberalizzazioni che in Grecia sono ancora una chimera.

Sul tavolo esiste il rischio che però Nd da sola non sia autosufficiente per comporre un governo monocolore, per cui resta aperta la porta della collaborazione con le frattaglie del centro e soprattutto con il Kinima la formazione socialista guidata da Fofi Gennimata figlia dell’alto dirigente del Pasok vicino a Papandreou. Tra i socialisti, però, c’è la grana Evangelos Venizelos: l’ex ministro degli esteri e delle finanze, costituzionalista di fama e personaggio politico di primo livello, è mal visto dalla base e da alcuni colleghi ma la sua esperienza sarebbe fondamentale proprio in caso di larghe intese.

SYRIZA

Perché Tsipras non riscuote più il consenso di quattro anni fa? Se da un lato una buona fetta dell’elettorato (almeno il 23%) gli riconosce di aver salvato la Grecia dalla bancarotta e dall’ininfluenza internazionale, dall’altro sono due le maggiori colpe che vengono imputate all’ex animatore dei centri sociali che con un traghetto partecipò anche al G8 di Genova. In primis l’aver prestato il fianco ad una definitiva sconfitta di ceto medio e super poveri. L’iva al 24% è un salasso per tutti e lo si nota non nelle gettonatissime isole, dove il turismo è un oggettivo fattore di Pil, ma in provincia dove le sacche di povertà non si svuotano.

In secondo luogo la gestione del caso Macedonia, con il nome – secondo molti cittadini di varie estrazioni ideologiche – che non doveva essere regalato a Skopje come dimostrano le numerose manifestazioni di piazza che sono state organizzate nei giorni dell’accordo di Prespa, per le strade cortei animati da universitari, cattolici-ortodossi, conservatori, nazionalisti e finanche atei e apolitici. Tutti accomunati dal no verso una mossa che però è stata di respiro geopolitico e che probabilmente consentirà al premier di ambire ad un incarico internazionale entro l’anno.

L’OCCHIO USA

Secondo un report diffuso da Bank of America- Merrill Lynch la stabilità politica in Grecia non è esattamente alla portata di Nea Dimokratia, sì con l’obiettivo di non avere un’altra competizione elettorale per i prossimi quattro anni ma con un alto fattore di rischio. Tuttavia qualora ND non riuscisse a formare un governo, si andrebbe a nuove elezioni nel mese di agosto e quindi “elevata incertezza”. Secondo un report-Paese redatto dalla banca, la situazione finanziaria è zavorrata dall’enorme volume di prestiti “rossi” che sono l’anello debole e il principale ostacolo a una rapida ripresa, oltre che i ritardi nelle riforme strutturali.

DISCONTINUITA’

“Il rapido progresso in tutti questi campi dopo le elezioni sarà molto importante in quanto invierà un segnale molto forte” per annullare le distanze dal passato, si legge nel paper, mentre l’immagine nel mercato obbligazionario verrà ovviamente modulata sullo scenario che si aprirà a spoglio ultimato. E osserva che nonostante alcuni progressi negli ultimi anni, il contesto degli affari e degli investimenti in Grecia rimane scomodo rispetto alla maggior parte delle altre economie sviluppate. Questo suggerisce che una migliore attuazione delle riforme, insieme con una ridotta incertezza politica, potrebbe portare a “sorprese positive in termini di crescita”, e quindi a ridurre le preoccupazioni circa la sostenibilità del debito.

twitter@FDepalo



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