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Le tre profezie di Giulio Tremonti sul futuro dell’Italia (e dell’Europa)

Marx e la deriva del capitalismo globale, Goethe e il potere mefistofelico del denaro e del digitale, Leopardi e la crisi di una civiltà che diventa cosmopolita. Tre grandi pensatori e altrettante grandi profezie – tutte puntualmente avveratesi – per capire il grande disordine che investe l’essere umano come individuo e l’essere umano come comunità. Con uno spiraglio di luce per il futuro: per l’Italia e l’Europa non tutto è ancora perduto.

A parlarne è Giulio Tremonti nel suo ultimo libro, “Le tre profezie” (Solferino), in cui fornisce tre chiavi di lettura per interpretare il mondo che era, il mondo che è e, soprattutto, il mondo che sarà. Di questo e molto altro si è parlato proprio in occasione della presentazione del libro organizzata da Canova Giovane in collaborazione con City communication group, Aniene e con la media partnership di Formiche presso il Circolo Canottieri Aniene.

A dare vita al dibattito, oltre all’autore del libro, il presidente del Circolo Massimo Fabbricini, i coordinatori di Canova Giovane, Andrea Saponaro e Arturo Carpia, e il direttore del TG2 Gennaro Sangiuliano, che ha arricchito l’analisi dell’ex ministro dell’Economia, invitato dal socio di Canova Giovane Giovanni Friolo, con diversi spunti – anche appuntiti – di carattere economico e sociale. “Ricordiamo che gli otto uomini più ricchi del mondo guadagnano da soli quanto metà della popolazione globale e, esclusi un paio di loro, fanno tutti parte di quell’élite economica, quei giganti del web, che vogliono migliorare la qualità della vita delle persone e però poi vogliono mettergli il braccialetto per controllare il livello di produttività sul lavoro”, ha detto a proposito della sopraffazione della realtà virtuale su quella materiale, una delle profezie citate da Tremonti nel suo libro. “L’innovazione, però, non va fermata – ha aggiunto – ma governata. E per farlo serve un ritorno alla politica”.

“Marx, Goethe e Leopardi hanno scritto e vissuto più o meno due secoli fa, ma le loro visioni si attualizzano tutte oggi, nel momento presente, determinando il caos in cui viviamo”, ha detto Tremonti a Formiche.net. “Marx è lo stregone che evoca potenze sotterranee non più dominabili; Goethe la vita virtuale, il diavolo mefistofelico che ti fa firmare una cambiale per scambiare l’anima con una vita diversa da quella reale che ci trasforma da un cogito ergo sum in un digito ergo sum, con tutto quello che ne deriva; Leopardi parla della crisi delle civiltà cosmopolite, globali, ricordando che nel momento in cui a Roma diventano tutti romani, nessuno è più romano davvero e Roma cade”. Ed è volendo traslare queste profezie ai giorni nostri che ha spiegato: “Attualizziamo Marx con il conflitto tra l’America e la Cina e Goethe alla dominazione della dimensione virtuale. Basti pensare – ha aggiunto – alla Libra di Facebook e al fatto che un tempo la moneta la facevano gli Stati e adesso lo fanno loro”. Per quanto riguarda Leopardi, invece, “la crisi delle civiltà cosmopolite si evince dalla generazione di persone tutte uguali, omologate, e questo non funziona”.

Particolare spazio è stato poi dedicato alla degenerazione della finanza e alla finanziarizzazione dell’economia. “Il limite viene superato – ha detto l’ex vice presidente del Consiglio a Formiche.net – quando cadono i confini, politici, nazionali, ma anche reali, e quando con la globalizzazione la ricchezza viene inventata in rete. La ricchezza non è più reale; viene creata in modo artificiale attraverso la rete, i computer, e sopraggiunge quella cambiale di Mefistofele in cui i biglietti iniziano a staccarsi dalla realtà”. “In un contesto in cui la massa finanziaria è sempre più scollata dall’economia reale – ha concluso – diventa difficile dire quando l’evoluzione è diventata involuzione. C’è troppa finanza”.


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