Il progresso tecnologico sta producendo una vera e propria rivoluzione che, oltre a spiegare i propri effetti dirompenti sull’economia e sul mondo del lavoro, è all’origine di una trasformazione epocale, sociale e antropologica. Accade in ogni settore, anche nel sistema bancario e finanziario nel quale è aperta una sfida che richiede una profonda innovazione soprattutto per quanto riguarda la capacità di intercettare le esigenze e le necessità della clientela, oltre che una visione strategica e prospettica di lungo periodo al fine di ristrutturare processi che oggi risultano obsoleti.
IL MONDO DINNANZI AL FINTECH
Il sistema bancario si sta adeguando in maniera rapida e consapevole ma, come avviene in ogni rivoluzione, bisogna stare attenti a non lasciare sul campo “morti e feriti”, a non produrre cioè sacche di esclusione. Secondo uno studio di Kaspersky Lab, la multinazionale con sede a Mosca esperta nell’ambito di cybersecurity e antivirus, più di un terzo degli over 55 a livello mondiale non possiede le competenze necessarie per affrontare le novità tecnologiche. Lo studio è il frutto di un sondaggio condotto su un campione di 11.000 consumatori rappresentativo di diverse aree geografiche (Europa, Stati Uniti e Giappone), sesso e età (a partire dai 18 anni) ai quali, però, al momento del sondaggio era richiesto di avere già un accesso online. In Italia, sempre dallo stesso studio, emerge che gli over 55, considerando la tecnologia un fenomeno positivo che accresce l’emancipazione, sentono forte una vera e propria “paura” di essere “tagliati fuori”, la cosiddetta Fomo (Fear Of Missing Out). Le persone che hanno bisogno del supporto di figli o parenti più giovani per gestire e operare sui propri conti corrente online sono il 44 per cento degli intervistati. Addirittura il 26 per cento avverte più la mancanza del supporto tecnico dei propri figli che la loro “semplice” presenza affettiva e, infine, il 17 per cento degli over 55 italiani (il 15 a livello globale) “confessa” di aver “pagato” figli e/o familiari in cambio di aiuto.
TRA TECNOFINANZA E BANCHE
Il fintech, assumendo una rilevanza sempre più ampia, sta generando nuovi modelli di intermediazione e nuovi servizi finanziari. Sicuramente il ricorso alla tecnologia permette vantaggi senza precedenti in termini sia di abbattimento dei costi sia di razionalizzazione delle strutture produttive e distributive ma è necessario tenere sempre presente che l’obiettivo della nuova intermediazione deve essere quello di promuovere un percorso sostenibile e in grado di produrre benefici in funzione della crescita sociale e della tutela della persona di qualsiasi età ed estrazione sociale, a partire dalla famiglia. Soltanto così l’evoluzione sarà reale perché non escludente e, affinché il percorso sia questo, il ruolo che giocano gli istituti bancari è fondamentale visto che soltanto questi posseggono la necessaria conoscenza dei propri clienti, delle loro specificità specifiche situazioni e richieste e di come poterle soddisfare. Il punto di partenza non può, dunque, che essere il relationship banking declinato in forme più evolute e con nuovi strumenti, ma capace, oggi come in passato, di garantire costantemente un canale aperto tra la banca e il cliente stesso che, prima di essere un cliente, è una persona.
LA SFIDA DEL CREDITO
Servono, dunque, banche sempre più aperte che collaborino in modo efficace con le nuove realtà del fintech fornendo, però, prodotti finanziari rimodulati e attività di supporto e assistenza personalizzati alle diverse esigenze che sono legate anche alle diverse età e generazioni. Ciò è possibile solo in grazia della conoscenza dei clienti e della capacità di identificare situazioni che, altrimenti, possono non essere tenute nella debita considerazione, far emergere bisogni non soddisfatti e, di conseguenza, frustrazione ed esclusione. Le banche più radicate nei territori e che hanno da sempre fondato la propria politica creditizia sul relationship banking possono, più di altre e proprio grazie a questo elemento di forza, raccogliere la sfida dell’innovazione nel fornire le giuste risposte adattandole alle nuove esigenze che il contesto digitale impone. Così, dall’innovazione tecnologica, quel ruolo di intermediazione creditizia tradizionale non potrà che uscire rafforzato e, allo stesso tempo, rafforzare il fintech dando ad esso una valenza realmente sostenibile.