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Sulle Forze Armate Macron non scherza affatto. Parola di Arpino

Oltre 4.000 militari, 197 veicoli, 69 mezzi aerei, 39 elicotteri e tanto altro ancora sugli Champs- Élysées. Questi i numeri della parata militare francese di ieri, 14 luglio, anniversario della presa della Bastiglia, che ha visto in prima fila il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, assieme alla cancelliera Angela Merkel, a Jean-Claude Junker e ad altri politici europei di primo piano. Un messaggio forte e chiaro, quello di Macron, come ci spiega il generale Mario Arpino, ex capo di stato maggiore della Difesa.

Quale messaggio ha voluto mandare all’Europa la Francia con la parata militare di ieri?

Macron ha orgoglio nazionale da vendere ed ogni occasione è buona per mostrarlo a tutti, è da ammirare. La stampa italiana non ha insistito particolarmente su questo aspetto, preferendo soffermarsi sui tafferugli (dei gilet gialli, ndr), descrivendo quello che non andava, rispetto a quello che invece ha funzionato molto bene.

Cosa ha funzionato molto bene?

Macron ha fatto un ottimo lavoro. La parata del 14 luglio è festa nazionale, un’ottima occasione per il presidente francese per fare ulteriori passi avanti nel settore militare, senza nascondere le capacità e la potenza della componente militare, che a differenza nostra, che negli ultimi anni siamo andati un po’ oltre nell’appannare la parte militare, è considerata uno degli elementi fondamentali della politica del Paese.

Che cosa abbiamo visto in concreto?

Macron semplicemente ha fatto vedere il meglio che ha. Ha mostrato a tutti qualcosa di innovativo, che poi così innovativo non è, come l’uomo volante. Ma questi sono episodi di colore. Ha fatto vedere i mezzi aerei e i mezzi blindati i mezzi moderni di cui dispone la Francia e con i quali senza troppe remore commercia in giro per il mondo. Deve c’è la guerra e dove non c’è. La Francia fa un uso disinvolto delle sue capacità militari. In questo Macron ha una marcia in più degli altri. Si avvicina più a Sarkozy, pur superandolo. Hollande è stato decisamente più modesto.

Dopo la parata militare Macron ha ricevuto undici personalità e leader Ue all’Eliseo, tra cui la cancelliera tedesca, il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker e il segretario generale della Nato, Stoltenberg. Tra gli 11, 9 rappresentano i Paesi aderenti alla Iniziativa Europea di Intervento (IEI), a cui l’Italia non partecipa. Come giudica questo fatto?

Si tratta di quei soggetti che suo tempo avevano aderito al disegno francese di costruire una forza europea, progetto non gradito agli Stati Uniti e da cui l’Italia si era astenuta. Forse ha fatto bene, annunciando la necessità di un periodo di riflessione. Solo che questa riflessione non mi risulta ci sia stata. Ci siamo giustamente ritirati dal tavolo per riflettere, ma se una riflessione non la facciamo e non decidiamo a quel tavolo non siederemo mai e chi non c’è non ha diritto di parola.

Come vede adesso i rapporti di forza in Europa nel settore militare?

Il cosidetto “asse franco-tedesco” adesso sembra marciare, anche se programmi come il FCAS (progetto a guida francese per un nuovo sistema da combattimento di nuova generazione incentrato su un caccia, a cui partecipano Germania e Spagna, ndr) mi sembrano abbastanza velleitari, come in passato lo sono stati altri programmi militari, che poi alla prova dei fatti non hanno avuto un grande successo, specie da un punto di vista commerciale. Mi auguro che gli annunci fatti da Macron nel settore della difesa ci servano da sprone per decidere la strada da prendere.

Torniamo per un attimo all’uomo volante, Franky Zapata, che volteggiando armato sulla sua piattaforma volante a reazione, il Flyboard, ha catturato l’attenzione della stampa internazionale…

Più che un esigenza operativa militare, è qualcosa di attraente. L’uomo volante lo vediamo anche sulle nostre spiagge sostentato da pompe che pescano in mare! Nulla di nuovo è stato già fatto con motori a razzo. È sicuramente qualcosa di tecnologicamente avanzato, ma certamente di non operativo, almeno nell’immediatezza. Si tratta, come le “guerre stellari” (Macron ha annunciato alla parata anche la costituzione di una forza spaziale in seno all’aeronautica francese, ndr), di qualcosa che avrà uno sviluppo lontano nel tempo.

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