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Le interferenze russe esistono, ma sui soldi alla Lega serve cautela. La versione di Sapelli

È un invito alla cautela quello che il professor Giulio Sapelli, come sempre controcorrente, rivolge dopo aver seguito la riapertura del dibattito domestico e internazionale sul tema dei presunti finanziamenti di Mosca a partiti euroscettici, erogati con l’intento di indebolire le fondamenta del progetto di unione del Vecchio continente. Una questione rilanciata dal sito di notizie Buzzfeed, che ha pubblicato un audio nel quale, secondo la ricostruzione della testata, un collaboratore di Matteo Salvini avrebbe trattato con i russi per ottenere – attraverso la vendita di petrolio – un finanziamento con cui mandare avanti la campagna elettorale della Lega per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo.
In una conversazione con Formiche.net, lo storico ed economista, tra le altre cose manager e consulente di lungo corso, non esprime giudizi sulle intercettazioni messe oggi online, ma inquadra la vicenda in un più ampio scenario geopolitico.

Professor Sapelli, il sito di notizie Buzzfeed ha pubblicato un audio nel quale, secondo la ricostruzione della testata, un collaboratore di Matteo Salvini avrebbe trattato con i russi per ottenere – attraverso la vendita di petrolio – un finanziamento con cui mandare avanti la campagna elettorale per le Europee. Che cosa ne pensa?

Non ci sono al momento elementi per stabilire la provenienza di quell’audio o fare ulteriori commenti. Che la Lega fosse vicina alla Russia si sapeva già da tempo, così come il Movimento 5 Stelle lo è ad altre potenze. Nel dubbio preferisco non dare giudizi su qualcosa di poco chiaro, soprattutto dopo episodi come quello che ha riguardato Dominique Strauss-Kahn prima arrestato sulla base di intercettazioni e poi prosciolto. Penso che chi dovrà approfondire questo caso lo farà senz’altro e ne vedremo gli sviluppi. Sento però di dover dire che la tempistica è alquanto singolare, così come lo è il presunto coinvolgimento dell’Eni, al quale non credo.

Salvini ha già smentito ogni coinvolgimento, mentre il Pd ha chiesto chiarimenti sulla vicenda che rischia di infiammare ancora di più il dibattito politico. Ma del tema delle interferenze russe, così come di quello dei finanziamenti a partiti euroscettici, si discute da tempo, su entrambe le sponde dell’Atlantico. È recente un’inchiesta approfondita dell’Espresso. Tutto falso?

Oggi viviamo in un mondo caratterizzato da grande competizione sia nel mondo dell’oil and gas sia in quello politico. Con il tutto che si incastra in un clima di nuova guerra fredda tra Stati Uniti e Russia. Con questo non voglio dire che le interferenze non ci siano, ma che gli episodi vanno presi e analizzati singolarmente.

Che cosa intende?

Che Mosca provi a influenzare la politica europea è fuor di dubbio. Prova a farlo con tutto l’armamentario a sua disposizione, che va dagli strumenti diplomatici classici a finanziamenti economici, sostegno di vario tipo, fino a un utilizzo degli strumenti informatici. D’altronde è la storia che ce lo dice. Prima l’Unione sovietica di ieri e poi la Russia di oggi hanno sempre avuto, nella loro politica estera, due obiettivi fondamentali: diventare un Paese eurasiatico e indebolire l’Europa. Il dubbio, semmai, è come intende farlo: da sempre ci sono due correnti di pensiero che vedono da un lato la possibilità che Mosca si allei con la Germania, dall’altro che porti avanti questo progetto in modo solitario.

E se l’audio pubblicato oggi risultasse vero?

Allora direi che questa sarebbe la prova che il sistema politico italiano – che oggi si muove in un Paese che non ha più uno Stato né poteri autorevoli e riconosciuti – sia stato sempre eterodiretto. E che, in fondo, ci sarebbero pochissime differenze tra prima, seconda e terza Repubblica nella quale, secondo alcuni, saremmo entrati. Perché, se fosse vero, sarebbe la dimostrazione di una continuità storico-generale tra un “mondo di sotto”, nel senso di poco visibile, che tiene legami con quello politico. Accadeva in passato e accadrebbe anche oggi, in un sistema che peraltro ha di fatto cancellato il finanziamento pubblico ai partiti. Ma ripeto, la cautela è d’obbligo.


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