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Israele e Italia insieme. Anche nello spazio (Shalom)

C’è stata la missione del satellite iperspettrale Shalom (acronimo per Spaceborne Hyperspectral Applicative Land And Ocean Mission), che partirà con un lanciatore europeo Vega attorno al 2023, al centro del workshop tra Italia e Israele, che si è svolto oggi nella sede dell’Agenzia spaziale italiana. Questa missione consoliderà la cooperazione tra le Agenzie spaziali nazionali (Asi ed Isa) nell’ambito delle attività di osservazione della Terra ed aprirà nuove opportunità di business per le aziende di entrambi i Paesi. Italia e Israele hanno molte esigenze comuni in ambito spaziale, come ricordato dal presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Giorgio Saccoccia, e dall’Ambasciatore d’Israele in Italia, Ofer Sachs. La collaborazione tra i due Paesi in ambito scientifico comincia infatti nel 2000 e prosegue nel 2009 e nel 2011, con la firma di accordi aventi ad oggetto le attività spaziali a scopo pacifico.

L’EVENTO ALL’ASI

“Eventi come l’Italy-Israel Industry Workshop on Space Technologies hanno un forte potenziale strategico per sfruttare le sinergie tra le nostre industrie ed ecosistemi di ricerca. Un bilaterale che vede confrontarsi le due Agenzie spaziali, le istituzioni e le numerose aziende, costituisce un’occasione unica che riflette gli interessi condivisi e la complementarietà delle rispettive capacità”, ha dichiarato Sachs. “Negli ultimi anni lo Stato d’Israele è stato coinvolto in progetti internazionali di ricerca spaziale, guadagnandosi una reputazione mondiale, grazie ai suoi successi e alle sue applicazioni. L’attività di ricerca del settore spaziale in Israele contribuisce sostanzialmente all’economia del Paese e si pone come traino per la ricerca in alcuni settori strategici. L’industria spaziale si configura come uno dei campi in comune in cui la cooperazione concorre al raggiungimento di importanti obiettivi per l’intera comunità”.

“Nel settore spaziale (uno dei segmenti a maggiore crescita nel 2018, dopo la cyber degli anni precedenti, ndr) – spiega ad Airpress l’Ambasciatore – Israele ha acquisito grandi capacità negli ultimi anni e, assieme all’agroalimentare, sta attirando ingenti investimenti, pubblici e privati. Nello spazio in particolare, molte start-up sono cresciute ed hanno messo a punto soluzioni e tecnologie innovative da utilizzare in diversi ambiti. Israele necessita di collaborare con altre nazioni ed è per questo che la cooperazione con l’Asi, con i centri di ricerca e con l’industria italiana è per noi importante. La partnership con l’Italia in questo settore è pertanto naturale. L’evento di oggi – conclude Sachs – va nella direzioni di creare nuove opportunità, sotto l’ombrello delle due Agenzie spaziali, anche da un punto di vista industriale”.

LE PAROLE DI SACCOCCIA

“L’incontro di oggi – afferma Saccoccia – è un momento determinante per fare il punto dei rapporti spaziali tra Italia e Israele, che si fondano su una lunga collaborazione, che ha rafforzato le relazioni tra i due Paesi. Punto focale di questa relazioni è la realizzazione del satellite iperspettrale Shalom, che ha consolidato ulteriormente le relazioni tra le due Agenzie. La tecnologia iperspettrale, che sarà a bordo del satellite sarà un importante evoluzione del sistema sperimentato recentemente a bordo del satellite dell’Asi, Prisma, che sta mettendo in luce ogni giorno di più le sue qualità e le sue capacità innovative di attento osservatore del Pianeta. Questo per noi è un settore di cui siamo leader assoluti al mondo”.

“I legami spaziali – prosegue il presidente Asi – che ci uniscono con Israele non si limitano solamente all’Osservazione della Terra, ma investono più ambiti. La bilaterale di oggi rappresenta, quindi, un’elevata opportunità per incrementare la conoscenza e il continuo sviluppo anche per le rispettive Piccole e Medie Imprese (Pmi), che rappresentano l’ossatura economica delle due nazioni, e che sono una componente essenziale per lo sviluppo tecnologico. Voglio ricordare, inoltre, che l’importanza del settore spaziale come catalizzatore per la crescita del sistema economico nazionale si accentua sempre più, così come il suo ruolo per il rafforzamento dei rapporti diplomatici che consento alle aziende di crescere”.

“Abbiamo già una serie di idee e progetti identificati che stiamo avviando”, afferma Saccoccia. “L’Italia ha delle priorità come l’Osservazione della Terra, ma siamo interessati così come gli israeliani all’esplorazione privata dello spazio. Il loro progetto di arrivare sulla Luna (dopo il mancato allunaggio della sonda low cost Beresheet, con cui Israele puntava a diventare il quarto Paese a posare un proprio lander sulla Luna, ndr) sarà portato avanti. L’idea è di esplorare nuove opportunità bilaterali anche per questo tipo di attività”.

SHALOM AL VIA

Il kick off, ovvero l’avvio della realizzazione del progetto definitivo della missione di Shalom, il primo satellite ipersprettrale operativo dopo Prisma, è stato approvato nel 2017 (fase B1), dopo lo studio di fattibilità (fase A), che aveva permesso di stabilire i requisiti di missione, ed oggi – come ci spiega Roberto Formaro, Head of Technology and Engineering Unit di Asi – “sarà iniziata una fase ponte di qualche mese, in parallelo con la fase B1, che continuerà. Dopodiché, appronteremo tutta la documentazione per iniziare con la fase successiva (B2)”. Per il prosieguo della missione (50% Italia-50% Israele) il budget sarà definito alla prossima riunione Ministeriale dell’Agenzia spaziale europea. In particolare, l’israeliana Iai (Israel Aerospace Industries) si occuperà della realizzazione del satellite, mentre Elbit costruirà il telescopio e la parte pancromatrica. L’Italia invece avrà la responsabilità dello spettrometro e della fase di calibrazione del satellite. Il segmento di Terra infine lo avranno entrambi i Paesi.

“Quello che abbiamo previsto per il satellite precursore Prisma sarà capitalizzato con Shalom, che avrà caratteristiche più stringenti rispetto al predecessore. Ma mentre Prisma ha un uso applicativo prettamente scientifico-istituzionale, Shalom avrà una vocazione totalmente commerciale e servirà a creare opportunità di business per le aziende israeliane e italiane”. I dati raccolti dal satellite serviranno infatti ad incrementare le capacità di monitoraggio e prevenzione di entrambi i Paesi. “Oggi – conclude  Formaro – disponiamo di un grande bacino di informazioni provenienti da tutta una serie di sensori in orbita. Rispetto all’Osservazione radar della Terra, che fornisce informazioni prevalentemente dimensionali, l’ipersprettale ci permette di capire di quale materiale è composto quello che stiamo osservando, con tutti i vantaggi che ciò comporta”. Shalom sarà dotato di 269 bande, al posto delle 240 del predecessore ed avrà una risoluzione di 10 metri, rispetto ai 30 di Prisma.

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