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Luce verde da Londra. La Royal Navy terrà al sicuro le petroliere inglesi nel Golfo

Sky News da Londra scrive per prima che il governo Johnson appena insediato ha dato semaforo verde alle attività di scorta della Royal Navy al fianco delle navi commerciali battenti bandiera inglese lungo il Golfo Persico. Prima azione esecutiva del nuovo premier, che appena entrato a Downing Street s’è trovato sulla scrivania un dossier tostissimo, intanto approcciato con un’iniziativa unilaterale, che potrebbe però accelerare i tempi delle discussioni attorno a una proposta, sempre inglese, di spostare nel Golfo alcune unità militari provenienti da qualche volonteroso paese europeo – dopo che la crisi con l’Iran partita dall’accordo sul nucleare è sfociata nella guerra delle petroliere.

Sull’annuncio fatto arrivare oggi ai giornali non manca lo spin politico, volto anche alla dissuasione contro Teheran, che tiene in ostaggio una petroliera inglese, la “Stena Impero” da venerdì scorso. Come dimostrano i tracciamenti via Gps di alcune imbarcazioni, infatti, Londra è stata già attiva in questo genere di missioni lungo lo Stretto di Hormuz. Che diventano però ufficializzate.

La prima nella notte: due tanker, il “Sea Ploeg” e lo “Stena Important” (gemello di quello sequestrato) sono stati scortati in uscita dalla strettoia tra l’Iran e la punta omanita da una nave indicata dai sistemi open-source come “Nato Warship M110”. Si tratta della fregata “HMS Montrose”, già al lavoro nel Golfo (foto sotto, via @hdvreij).

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L’unità da guerra di Sua Maestà è stata coinvolta in un episodio delicato quando una decina di giorni fa ha interdetto l’azione dei barchini dei Pasdaran salvando dal sequestro la “British Heritage”, un cargo inglese. L’immagine sotto è stata diffusa dalla Difesa britannica e ripresa da un elicottero Wildcat a bordo della Montrose. Che era in quelle acque, ma troppo distante, anche quando la Stena Impero è stata bloccata. Il piano inglese prevede di raggruppare le navi in convogli da più mezzi in modo da evitare sorprese – le società commerciali che operano nell’area sarebbero già state notificate.

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Non è stato annunciato se alle operazioni avviate da Londra, che passano sotto “garanzia di libera navigazione”, seguirà un rafforzamento militare – gli inglesi hanno nel Golfo tre unità al momento, ma nei giorni scorsi si era parlato dell’invio del cacciatorpedinieri “Hms Duncan” (probabile che arrivi la prossima settimana). Le unità della Royal Navy erano state inizialmente date per inglobate in quelle dell’operazione Sentinel, missione simile a quella avviata da Londra che il Pentagono sta cercando di organizzare coinvolgendo partner e alleati.

Oggi, c’è stata una riunione tra rappresentanti di vari paesi alla base McDill in Florida, quartier generale del CentCom. Dunque, ricapitolando, al momento ci sono sovrapposizioni: c’è una missione inglese, un’attività americana, un’operazione che gli americani stanno cercando di costruire con vari alleati (anche regionali, i sauditi per esempio), una che gli inglesi hanno proposto lunedì sera ai partner europei (che non include gli Usa).

(Foto: ministero della Difesa inglese)


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