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Le liti tra Lega e M5S continuano. Ad alta velocità

La crisi, o comunque la si voglia chiamare, continua ad aleggiare sul governo targato Lega e M5S. E lo si è capito anche oggi, ma non nei palazzi romani, bensì tra le montagne della Val di Susa. La Tav, l’opera più contestata degli ultimi dieci anni, ha rivelato ancora una volta la profonda distanza di vedute tra le due compagini di governo. I fatti, prima di tutto.

GLI SCONTRI A CHIOMONTE 

Fiamme alte circa 4 metri, il tentativo di sfondare la porta della cancellata metallica utilizzando un grande tronco di legno come ariete, lancio di grosse pietre, petardi, bombe carta e razzi da segnalazione nautica. Tutto questo è accaduto la scorsa notte alla dimostrazione No Tav nei pressi del cantiere di Chiomonte, in Valle di Susa. Il personale della Digos è riuscito a identificare 20 attivisti che, informa una nota, “verranno denunciati per violazione del provvedimento prefettizio”.

SALVINI RIACCENDE LA MICCIA

Un po’ era da aspettarselo, d’altronde gli scontri ai cantieri della Tav non potevano arrivare in un momento più difficile per il governo gialloverde. Non deve stupire se dunque i fatti della Val di Susa hanno riacceso lo scontro tra Matteo Salvini e il Movimento Cinque Stelle. “Chi attacca la Polizia e il cantiere della Tav attacca tutta l’Italia”, ha tuonato Salvini. “Le divise sono il simbolo di chi difende la sicurezza dei cittadini perbene, l’Alta Velocità è l’emblema di un Paese che vuole andare avanti e non indietro. Nessuna tolleranza per i criminali, mi aspetto condanne inequivocabili da tutti gli schieramenti politici. Basta ambiguità: ora controlli a tappeto, arresti e accelerazione dei lavori“.

RIXI RINCARA LA DOSE

Ad affondare ancora la lama il responsabile Infrastrutture della Lega, Edoardo Rixi. “Sulla Tav basta stop e tentennamenti, il Nord Ovest e l’intero Paese hanno assoluta necessità di portare avanti il completamento dei corridoi europei a nota. L’Alta velocità Torino-Lione è un tassello indispensabile per il corridoio europeo V Lisbona-Kiev. Non bisogna più perdere tempo: occorre procedere spediti sul cronoprogramma di realizzazione di un’opera che consente di dare maggiore penetrazione sui mercati alle nostre imprese, alle nostre merci, riducendo i costi per gli operatori e per i pendolari, abbattendo l’inquinamento e favorendo una vera intermodalità ferro-gomma”.

I SILENZI DEL M5S

Il Movimento Cinque Stelle da parte sua si è mostrato piuttosto ambiguo. Se da una parte i grillini hanno condannato la violenza contro le forze dell’ordine che presidiano la Tav, dall’altra prosegue la linea del no all’opera. Il senatore M5S, Alberto Airola, in modo un po’ sarcastico ha dichiarato che se “Salvini fermasse l’opera non ci sarebbero più arresti. Questo tunnel è una fregatura per gli italiani”. E Di Maio? Silenzio.

 


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