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Raid sul centro migranti in Libia. Arriva la condanna dell’Onu 

Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato ieri sera una dichiarazione congiunta per condannare l’attacco aereo che quattro giorni fa ha colpito un campo di detenzione per migranti a est di Tripoli, di cui oltre quaranta sono rimasti uccisi. Una quota delle mille vittime dall’inizio dell’offensiva lanciata dal signore della guerra della Cirenaica, Khalifa Haftar, per conquistare la capitale rovesciando il governo che opera sotto egida Onu. I combattimenti hanno costretto oltre 100mila persone a fuggire dalle loro case e minacciano di far precipitare la Libia in un conflitto più profondo.

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La dichiarazione ha sottolineato “la necessità per tutte le parti di eliminare urgentemente la situazione e di impegnarsi per un cessate il fuoco”, non ha espresso condanne per le responsabilità, però ha chiesto l’avvio di un’inchiesta per accertarle, come ha cercato di proporre da subito l’Italia, poggiando sulla sponda Ue. Gli Stati Uniti hanno preso una posizione interlocutoria: dopo una riunione a porte chiuse, hanno chiesto più tempo per confrontarsi con Washington davanti a una prima bozza.

Il governo onusiano di Tripoli ha apertamente accusato l’aviazione di Haftar, gestita probabilmente da attori esterni, per il raid sul centro migranti, dove tra l’altro, secondo un portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni di Ginevra, anche sei bambini sono stati uccisi e altre 350 persone sono ancora detenute. All’Onu  la Russia si è rifiutata di usare qualsiasi termine critico nei confronti dell’uomo forte libico, e così la dichiarazione del CdS preparata dalla Gran Bretagna si è limitata alla condanna dell’attacco al campo dei migranti, chiedendo il ritorno ai colloqui politici e il pieno rispetto dell’embargo sulle armi in Libia.

Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha espresso indignazione per il bombardamento e ha affermato che l’Onu ha condiviso le coordinate del centro di detenzione con le parti in guerra per proteggere i civili.

Pochi giorni fa, le forze intervenute da Misurata per difendere la Tripolitania dall’assalto di Haftar hanno lanciato un’azione in contropiede e si sono impadronite a sorpresa della città strategica di Gharyan, la principale base di rifornimento per l’offensiva di Haftar. Dopo la battuta d’arresto, le forze della Cirenaica hanno minacciato di intensificare gli attacchi contro i loro rivali.

 

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