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Le opposizioni fuori dalla corsa, Navalny in galera. Le elezioni secondo Putin

Il leader mediatico dell’opposizione russa, Alexei Navalny, è stato arrestato oggi per l’ennesima volta, e rischia fino a 30 giorni di prigione: la polizia avrebbe usato un provvedimento che prevede la detenzione cautelativa per impedire una grande manifestazione – non autorizzata, per questo è scattato il fermo – di protesta programmata questa settimana contro le mosse nebulose con cui in vari distretti le autorità stanno cercando di escludere le forze di opposizione dalle elezioni.

In un video sul suo account Instagram, il più famoso degli avversari del presidente Vladimir Putin ha dichiarato di essere stato arrestato mentre stava lasciando la sua casa di Mosca per fare jogging e comprare fiori per il compleanno di sua moglie. “Le persone hanno ragione quando affermano che lo sport non fa sempre bene alla salute”, ha scherzato Navalny: “Sono stato arrestato e ora sono in una stazione di polizia con indosso pantaloncini come uno stupido”.

Non ci sono stati commenti da parte governativa, ma l’arresto di Navalny, il secondo nelle ultime settimane, è arrivato con un timing preciso. Ieri il dissidente aveva lanciato un appello per una manifestazione contro l’esclusione dei candidati dell’opposizione alle elezioni del consiglio di Mosca, decisione che ha sollevato un’ondata di proteste, con 20mila persone che due giorni fa hanno organizzato una protesta nella capitale russa – le opposizioni dicono che è stata la più grande dal 2012.

L’iscrizione nelle liste di molti candidati è stata respinta la scorsa settimana, ufficialmente a causa di irregolarità nella raccolta delle firme. Questi candidati, tra cui diversi alleati di Navalny, denunciano però che la procedura è stata studiata a tavolino dal governo per evitare sorprese, anche in altre città come San Pietroburgo, in una fase in cui Putin non raccoglie troppi consensi e il suo partito, Russia Unita, men che meno.

Dopo la protesta, alcuni politici dell’opposizione, tra cui Ilya Yashin e Lyubov Sobol hanno rilasciato una dichiarazione congiunta, accusando il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, di aver scatenato una “crisi politica” in una città di circa 15 milioni di persone. Navalny ha minacciato una manifestazione ancora più grande per il 27 luglio, sulla strada sotto l’ufficio del sindaco, a meno che le autorità di Mosca non registrino i politici anti-Cremlino entro sette giorni. E per questo sarebbe stato arrestato.

La scorsa settimana, le autorità elettorali hanno rifiutato di registrare i candidati dell’opposizione, accusandoli di aver falsificato alcune delle firme e di aver rifiutato di rivedere le prove della loro autenticità. Il Cremlino ha respinto le denunce dell’opposizione, ma molti russi sono furiosi per ciò che percepiscono come un’interferenza elettorale. Martedì, i politici squalificati hanno incontrato la responsabile per le elezioni del Cremlino, Ella Pamfilova, che ha ammesso che la situazione era “ingiusta”. Ma la situazione non s’è sbloccata, e Pamfilova è stata accusata di usare un atteggiamento morbido con la scusa soltanto di prendere tempo.

La retorica anticorruzione di Navalny sta diventando sempre più popolare tra il calo dell’approval di Putin, mai così basso da anni, e la rabbia per il declino degli standard di vita e la corruzione incontrollata. Questo mese Navalny ha già scontato un’altra pena detentiva di 10 giorni per presunta violazione di un comma sulla draconiana legge che regola le manifestazioni pubbliche. L’anno scorso, ha scontato due periodi di 30 e 20 giorni in prigione.

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