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Contro il degrado di Roma la politica ascolti i cittadini. Parola di Paola Carra (Retake)

Guai a sostituirsi alla politica. Ma nemmeno rimanere passivi, a girarsi i pollici mentre la città di Roma (ma non solo) sprofonda nel degrado. Serviva una reazione dal basso, di cittadini stufi di vedere gli spazi pubblici abbandonati, edifici in malora o monumenti assediati dalla spazzatura. E c’è stata. A Roma e in altre 35 città da una decina di anni è presente Retake, movimento spontaneo di cittadini, no-profit e apartitico, impegnato nella lotta contro il degrado, nella valorizzazione dei beni pubblici e nella diffusione del senso civico sul territorio. Laddove non arriva la politica, arrivano cittadini volenterosi armati di ramazza e molto altro, pronti a dare nuova vita al bene pubblico di turno, parco o aiuola o strada che sia. Formiche.net ha sentito Paola Carra, co-fondatrice di Retake Roma e neo presidente di Retake, per capire che cosa abbia spinto migliaia di cittadini a dichiarare guerra aperta al degrado.

Carra, come nasce Retake?

Il movimento nasce nel 2009, nel momento in cui tante persone hanno avuto una reazione al degrado che le circondava. D’altronde, vale sempre una regola: in ogni essere umano c’è un principio di bellezza. La nostra non è assolutamente un’azione di protesta, ma un’azione di coscienza civica volta a contrastare il degrado. Abbiamo deciso di unire le forze e quando l’azione del cittadino è organizzata, come nel nostro caso, allora acquisisce una forza maggiore.

Dieci anni sono tanti. Immagino sarete cresciuti…

Infatti, è così. Oggi siamo 85 gruppi di quartiere solo su scala romana e abbiamo organizzato più di 500 iniziative. Inoltre il nostro network è forte di 40 città associate. Siamo in continua crescita e per di più esponenziale. Il segreto è che ogni persona che aderisce alla nostra organizzazione può dare il suo contributo e dunque farci crescere.

Quali sono i vostri rapporti con l’amministrazione Raggi?

Noi collaboriamo con l’amministrazione, non sogneremmo mai di sostituirci ad essa. La politica deve fare la politica e i cittadini se possono debbono fare la loro parte. In Campidoglio si sono accorti di noi, la stessa sindaca Raggi è venuta a molte delle nostre iniziative, nel corso delle quali abbiamo spiegato quali sono possono essere certe esigenze della città. Deve essere chiaro che un movimento civico non può e non potrà mai prendere il posto di chi sta al governo di una città.

Però ammetterà che Roma è in condizioni a dir poco pietose…

Se parliamo dell’attuale situazione a Roma per quanto concerne i rifiuti, dico che è una situazione che travalica la responsabilità del cittadino anche se francamente non abbiamo mai visto la città in queste condizioni. Si tratta di un problema che compete semmai allo Stato, alla Regione, al Comune. Quello che possono fare i cittadini è provare a spiegare all’amministrazione come salvare Roma, ma poi le decisioni operative non spettano certo a noi. Diciamo che vogliamo essere delle sentinelle del decoro e coinvolgere l’amministrazione laddove possibile.

Quasi un approccio culturale.

Fondamentalmente sì, sarebbe importante capire l’importanza di inculcare nella testa degli italiani questo senso civico, ma sempre tenendo ben a mente la differenza tra istituzione e cittadino. Se si seminano buoni principi nel decoro e nella pulizia di una città, allora questi buoni principi possono essere a loro volta trasmessi alla politica, la quale può supportarci. Questa è una forma di collaborazione vincente. Sarebbe troppo facile prendersela con Ama. Invece se collaboriamo allora possiamo vincere.

 

 

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