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Roma come Atene? L’allarme di Standard&Poor’s

Standard&Poor’s mette in guardia l’Italia, al punto di paragonarla ad Atene. L’economia italiana ristagnerà nel 2019 prima di risalire l’anno prossimo (+0,6%), uno scenario che non sembra preludere a una “crisi del debito pubblico. Tuttavia in uno scenario alternativo in cui i policymaker perseguano soluzioni non ortodosse – come l’introduzione di una valuta parallela o di misure di bilancio senza copertura finanziaria, per eludere i vincoli fiscali stabiliti dai trattati UE – l’adesione dell’Italia all’area Euro potrebbe essere messa in discussione”. Lo scrive l’agenzia in un report sull’andamento dei rating dei paesi sovrani della zona Euro, dal quale emerge come il nostro sia l’unico paese dell’area con outlook negativo.

Di qui, un parallelo con quanto avvenuto ad Atene nel giugno 2015. “Una controversia aperta tra il governo di un paese e le istituzioni europee ha in genere effetti di secondo piano sul settore privato dell’economia, comprese le basi di finanziamento del sistema bancario di un paese. Questo è stato il caso della Grecia, un’economia molto più piccola (meno del 2% del Pil della zona Euro) nel giugno 2015. La questione è se sarà lo stesso anche per un’economia molto più grande come l’Italia, che rappresenta il 15% del Pil dell’Eurozona”, dicono gli analisti.

La difficile formazione del governo di Lega e M5s e i dissidi con l’Europa hanno già rappresentato un costo per lo Stato, come è stato messo nero su bianco nello stesso rapporto del Tesoro sul debito pubblico. Dal quale emerge che il costo medio ponderato dei titoli di Stato nuova emissione è aumentato sensibilmente nel 2018, portandosi all’1,07% dal precedente 0,68%.

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