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Haftar bombarda e Salvini (giustamente) non ci sta

Alla fine lo schieramento di campo chiesto dal premier libico Fayez al-Serraj a Matteo Salvini in un fugace incontro nella prefettura di Milano è arrivato. Il bombardamento dell’Esercito nazionale libico (Enl) del centro di detenzione di migranti a Tajoura, 44 morti e almeno 130 feriti, ha fatto sbilanciare una volta per tutte il vicepremier italiano. “La responsabilità è di Haftar –  chiosa questa mattina a Roma di fronte ai cronisti – definendo il massacro “un atto criminale come criminali sono gli attacchi contro aeroporti e ospedali”.

Da Nettuno, a margine di una visita all’Istituto per ispettori della Polizia di Stato, il ministro dell’Interno non usa mezzi termini. “Se la comunità internazionale non interviene adesso a sostegno del governo legittimamente riconosciuto dall’Onu mi domando cos’altro bisogna aspettare”. Non manca una frecciatina al governo francese e al suo supporto al Feldmaresciallo di Tobruk. “Non cito i francesi – dice Salvini – ma mi auguro che non ci sia più nessuno che per interesse economico e commerciale sostenga qualcuno che bombarda obiettivi civili”. Un sospetto già avanzato nei giorni scorsi dal governo di Tripoli, che ha denunciato la presenza di esperti militari francesi nella cittadina di Gharian appena persa dalle forze di Haftar.

La presa di posizione di Salvini è netta. E giunge a due giorni dal faccia a faccia meneghino con Serraj . Un incontro breve, circondato da una certa cautela. Che però ha avuto i suoi frutti. Secondo quanto rivelato da fonti vicine al governo di Tripoli alla stampa italiana, il premier libico avrebbe chiesto al governo gialloverde “uno sforzo maggiore per consolidare il ruolo politico di un governo libico che è riconosciuto dalle Nazioni Unite”.

Il raid aereo sul centro a Tajoura ha definitivamente compattato il governo italiano, che in questi mesi non aveva mai interrotto il dialogo con l’uomo forte della Cirenaica. Dal ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi è giunta una “netta condanna dei bombardamenti indiscriminati di aree civili”, assieme all’appello “a fermare un aggravarsi delle ostilità che mette continuamente in gravissimo pericolo vite umane e distrugge infrastrutture essenziali per la popolazione”. In una nota anche i deputati del Movimento Cinque Stelle in Commissione Esteri alla Camera parlano di “un segnale pericoloso dell’aggravarsi del conflitto in Libia”.

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