Come previsto, il tema della presunta trattativa all’hotel Metropol di Mosca sulla vendita di petrolio russo per finanziare la Lega è stato ‘toccato’ nell’audizione che il direttore dell’Agenzia informazioni per la sicurezza esterna (Aise), Luciano Carta, ha tenuto oggi al Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica.
L’AUDIZIONE DI CARTA
L’incontro, durato oltre quattro ore, era in realtà fissato già da tempo, e avrebbe dovuto ruotare, come poi in larga parte ha fatto, sulla Libia e i Balcani. Nonostante ciò, quanto emerso dopo la pubblicazione da parte di BuzzFeed dell’audio della riunione del 18 ottobre in Russia alla quale ha preso parte tra gli altri il presidente dell’associazione Lombardia-Russia Gianluca Savoini, ha spinto i componenti del comitato di vigilanza sull’intelligence presieduto da Lorenzo Guerini a chiedere chiarimenti sulla vicenda.
LA MINACCIA IBRIDA
Le domande e le richieste di approfondimento poste sul caso russo (alle quali è stata dedicata un’appendice di circa un’ora), si apprende da fonti parlamentari, avrebbero portato a risposte di carattere generale, che non sarebbero però entrate nel particolare della questione, essendoci un’inchiesta in corso. Un corretto rispetto della legge che avrebbe spinto Carta a non esprimere per il momento giudizi su un possibile impatto della vicenda sulla sicurezza nazionale. Una valutazione dal taglio simile sarebbe giunta rispetto alla possibile compravendita di petrolio, sulla quale Carta non avrebbe dato commenti specifici, ma avrebbe collegato a un discorso complessivo legato alla sicurezza energetica e aspetti legati all’approvvigionamento italiano da materie prime di Mosca.
Il direttore dell’Aise si sarebbe invece concentrato principalmente sulla minaccia ibrida russa, una problematica che, ha confermato Carta, vede impegnata e attenta la nostra intelligence su più fronti.
Ed è lecito attendersi che lo stesso accadrà la settimana prossima, quando si terrà l’audizione del capo dell’Aisi Mario Parente (sicurezza interna).
LE DOMANDE APERTE
Sono diversi, tuttavia, gli aspetti del caso ancora aperti che, in base alle loro prerogative, i parlamentari del Comitato potrebbero voler in seguito approfondire.
A cominciare dalla richiesta di un aggiornamento su quello che gli 007, in base alle informazioni in loro disponibilità, sanno o hanno ricostruito dell’accaduto e che ora, a inchiesta in corso, ancora non possono pienamente trasferire.
GLI ASPETTI DA APPROFONDIRE
Il Copasir potrebbe ad esempio voler mettere a fuoco la ragnatela di viaggi, incontri e rapporti domestici e internazionali emersi a seguito di inchieste come quella dell’Espresso di qualche mese e dopo l’audio pubblicato da Buzzfeed, che li ha riportati all’attenzione delle cronache. E su come tutto questo si relazioni con la Lega e il suo leader Matteo Salvini. Un tema che, per il Copasir, non ruota attorno agli eventuali (e tutti da verificare) aspetti giudiziari, relativi al negoziato di presunti fondi russi al centro del lavoro della procura di Milano, né su quelli politici legati a una potenziale commissione parlamentare d’inchiesta, ma piuttosto se tutto questo possa aver influito in qualche modo sulla sicurezza della nazione.
I PASSI SEGUENTI
Non è escluso, aggiungono le medesime fonti, che quelli con Carta e Parente siano solo i primi di una serie di incontri sul dossier Russia che potrebbero portare nelle prossime settimane a Palazzo San Macuto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte (che ha conservato la delega ai servizi segreti) e, forse, anche il vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno.