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Parte la Space economy italiana. Assegnato il contratto per Ital-GovSatCom

Con Luca Parmitano è partita anche la Space economy italiana. Sabato scorso, nel giorno delle celebrazioni del cinquantesimo dell’allunaggio e del lancio dell’astronauta italiano, è stata annunciata l’assegnazione del contratto per Ital-GovSatCom, il primo progetto del Piano strategico Space economy frutto della nuova collaborazione tra settore pubblico e comparto privato. “Abbiamo messo insieme tutti i portatori di interesse in maniera trasversale, diventando i primi a inventare un partenariato che ora altri Paesi provano a replicare”, ha spiegato Carlo Massagli, consigliere militare del presidente del Consiglio e segretario del Comitato interministeriale per le politiche spaziali. “È il primo esempio di un nuovo modo di fare sistema ed entrare nella New Space Economy; ne vedremo delle belle”, gli ha fatto eco il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Giorgio Saccoccia. Insieme a loro, al Maxxi di Roma, ne hanno parlato Carmine America, consigliere del ministro dello Sviluppo economico, e Donato Amoroso, ad di Thales Alenia Space Italia, mandataria del progetto Ital-GovSatCom.

IL CONTRATTO

A oltre un anno dalla pubblicazione del bando, avvenuta nel giugno del 2018, l’assegnazione del contratto è avvenuta l’8 luglio da parte dell’Asi. L’obiettivo è la realizzazione di un sistema satellitare innovativo per servizi di telecomunicazioni destinati a finalità istituzionali. Il satellite, ha spiegato Saccoccia, “avrà la possibilità di trasmettere con un elevato livello di sicurezza, resilienza, continuità e disponibilità del servizio per il supporto a utenti istituzionali e missioni critiche”. Si va dalla sorveglianza marittima alla protezione civile, passando per difesa, sicurezza e aiuto umanitario, con tanti dicasteri e istituzioni in qualità di utenti.

UN SISTEMA VINCENTE

D’altra parte, ha ricordato Massagli, “abbiamo capacità straordinarie nel campo della scienza e della tecnologia, anche se siamo dei grandi individualisti, non sempre capaci di fare sistema”. Per questo, il lavoro maggiore è sul “raggiungimento della consonanza di intenti”. A guidare lo sforzo c’è proprio la presidenza del Consiglio, in cui è insediato il nuovo Comitato interministeriale e la sua Struttura di coordinamento guidata dall’ammiraglio Massagli. In pratica, “abbiamo unito i finanziatori pubblici e privati, lo Stato, le Regioni e l’industria, riuscendo così a compensare l’insufficienza di risorse a livello statale imposta dai conti pubblici”.

PRESERVARE LE ECCELLENZE SPAZIALI

Così, ha notato Carmine America, consigliere del numero uno del Mise Luigi Di Maio, “il lancio dell’iniziativa dimostra l’attenzione del governo ai temi dell’attività spaziale”. D’altra parte, ha aggiunto, il settore rientra “tra i driver dell’innovazione tecnologica che è nella mission del dicastero e dell’attuale ministro”. Inoltre, ha spiegato America, “la formula del partenariato pubblico-privato ha un valore fondamentale nei programmi della Space economy; a livello internazionale, a partire dagli Stati Uniti, i privati hanno sempre più peso e rilevanza”. L’Italia può non essere da meno: “Abbiamo punte di eccellenza incredibile”, dalla realizzazione di satelliti al settore dei lanciatori. Quest’ultimo, ha rimarcato il consigliere del Mise, vede “l’impegno del governo per preservare il settore rispetto alla competizione internazionale”.

IL PROGETTO

Per quanto riguarda Ital-GovSatCom, Thales Alenia Space Italia (joint venture tra la francese Thales e l’italiana Leonardo) “rappresenta la società mandataria del progetto, con dietro tante industrie, grandi e piccole”, ha spiegato l’ad Donato Amoroso. “Ci siamo messi come capofila perché abbiamo creduto dall’inizio in questo nuovo modello di business – ha aggiunto – e come noi lo hanno fatto tutti i grandi gruppi: Telespazio, Leonardo, OHB, Sitael e Airbus, tutti a partecipare con entusiasmo”. Mettere insieme le istanze di tutti, comprese quelle degli utenti finali (chiamati a contribuire anche nella fase di ricerca e sviluppo con indicazioni sui servizi), è stato “un percorso lungo, difficile, ma pieno di soddisfazione”. Si è concluso, ha detto Amoroso, “con una bella vittoria per il modello innovativo sviluppato come Italia, per il nostro modo di far convergere l’investimento” che permette “ai grandi integratori di pronunciarsi sul mercato con un prodotto competitivo che possa cogliere altre opportunità”.

IL PIANO STRATEGICO

Il programma si inserisce all’interno del Piano strategico Space economy, il quale prevede, nel suo complesso, un investimento di circa 4,7 miliardi di euro, di cui il 50% circa coperto con risorse pubbliche aggiuntive rispetto a quelle destinate alle politiche spaziali. D’altra parte, è proprio la collaborazione tra settore pubblico e comparto privato che sta muovendo la nuova economia dello spazio. Per il Mirror GovSatCom (la prima delle cinque linee strategiche del Piano) si prevedeva una spesa di 320 milioni di euro, dei quali tuttavia non più di 150 sono coperti con risorse pubbliche.

LE CARATTERISTICHE DI ITAL-GOVSATCOM

Ital-GovSatCom, tra l’altro in aderenza a quanto previsto in ambito europeo con il GovSatCom, avrà avanzate caratteristiche di sicurezza, resilienza e affidabilità, tutte necessarie per consentirne l’utilizzo per finalità istituzionali tra cui, come detto, rientrano anche quelle legate alla Difesa e alla sicurezza nazionale. Nel dettaglio, “per garantire la competitività dei servizi offerti”, spiegava il Mise lanciando il mirror, “il sistema Ital-GovSatCom sarà basato su un’innovativa piattaforma geostazionaria con propulsione elettrica e caratteristiche di peso e dimensione tali da garantirne la lanciabilità a basso costo, con vettori di tipo Vega”, il lanciatore realizzato da Avio a Colleferro. Lo sviluppo di una piattaforma di piccola taglia guarda anche alle opportunità sul mercato internazionale, volendo dare al Paese “la possibilità di inserirsi con un proprio autonomo ruolo nella realizzazione di satelliti modulari e multi-uso, competitivi sia in termini di prezzo che di caratteristiche tecniche”.

I RIFERIMENTI

Il Programma operativo di dettaglio è arrivato ad aprile del 2018, seguito poi dal bando dell’Agenzia spaziale italiana. Alla base ci sono: un accordo di collaborazione tra il Mise (con la sua direzione generale per la politica industriale, la competitività e le Pmi) e l’Asi; e un protocollo d’intesa tra Mise e dodici regioni, finalizzato alla realizzazione di un programma multi-regionale di aiuti a ricerca e sviluppo. Difatti, l’approccio è quello di “sistema-Paese”, con la richiesta di coinvolgimento nella realizzazione del programma degli attori nazionali che utilizzeranno i servizi, chiamati dunque già a valutare la fase di ricerca e sviluppo.

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