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Toninelli nel mirino (della Lega)? Morelli spiega perché

Ogni occasione è buona per litigare. Ci deve essere proprio qualcosa che non va tra Matteo Salvini e parte dei ministeri a guida Cinque Stelle. Altrimenti non si spiegherebbe lo scambio di colpi continuo tra il leader della Lega e uno dei ministri chiave del governo, sponda grillina: Danilo Toninelli. Dalla scorsa notte, quando il cantiere Tav di Chiomonte è stato teatro di nuovi scontri con la Polizia chiamata a presidiare il tunnel (qui l’articolo di ieri), tra il leader della Lega e il dicastero di Porta Pia è salita ulteriormente la tensione. Non è un mistero che dietro una certa voglia di Salvini di aprire una crisi nell’esecutivo ci sia la marcata insofferenza per i troppi cantieri non completati e lasciati alla luce del sole, primo tra tutti la Tav. Lo si è capito ancora una volta oggi, nel corso di una giornata tragica per chi viaggia in treno, contrassegnata dall’incendio doloso di matrice (forse) anarchica a una cabina elettrica presso lo snodo nevralgico di Firenze.

TONINELLI ATTACCA…

Mentre migliaia di viaggiatori attendevano per ore e ore un treno su cui salire, con l’Italia letteralmente spaccata in due, il capo della Lega e il responsabile delle Infrastrutture ingaggiavano un combattimento corpo a corpo tutto gialloverde. Mediatico sì, ma poco importa.  D’altronde è evidente che nel Movimento Cinque Stelle serpeggi anche un certo nervosismo, dal momento che i bandi per la Tav sono ufficialmente partiti e che i lavori tra mille difficoltà proseguono. “Condanniamo qualsiasi azione di violenza” ha esordito Toninelli a margine di una visita alla torre di controllo Enav presso l’aeroporto di Palermo. “Ma spero che il ministro Salvini e tutte le forze dell’ordine, che lui coordina, intervengano rapidamente per punire quelle persone che con atti di violenza non hanno certamente dimostrato di essere oppositori alla Tav, ma oppositori allo Stato”. Le frecciatine a Salvini non si sono esaurite qui. Sempre in riferimento al caos odierno, Toninelli ha nella sostanza intimato al ministro dell’Interno di trovare i responsabili. “Chi oggi pretende che il ministro vada a riferire, deve prima cercare di chiedere al ministro dell’Interno chi sono i responsabili di questi atti dolosi che non sono accettabili”.

SALVINI RISPONDE

La risposta di Salvini non si è fatta attendere. Il ministro e vicepremier ha nei fatti scoperto le carte, individuando in Toninelli l’emblema di quei ministri che a suo dire sanno dire solo di no (proprio oggi Toninelli ha licenziato Pierluigi Coppola, uno degli esperti del pool per l’analisi costi-benefici ma pro-Tav). “Ci sono troppe infrastrutture bloccate dal ministero dei Trasporti. Il Mit deve aiutare la gente a viaggiare e non bloccare porti, aeroporti, ferrovie, tunnel, autostrade. Il vero problema credo che sia il blocco di centinaia di opere pubbliche. Non è questione di rimpasto: se uno fa il ministro ai blocchi stradali, noi siamo al governo per sbloccare le strade, non per bloccarle“. E non è stato meno piccato il commento alla notizia del licenziamento di Coppola. “Mi sembra che gli italiani abbiano chiesto più sì: se l’unico atto del ministro Toninelli sulla Tav è licenziare l’unico professore a favore, non mi sembra che ci siamo proprio”.

IL SIGNOR NO

Se Giorgio Gaber cantava il Signor G, il ministro dei Trasporti rischia di diventare il signor no. Almeno secondo Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti della Camera in quota Lega. Sentito da Formiche.net, Morelli ha prima di tutto sgombrato il campo da chiunque abbia ancora dubbi sulla bontà del progetto Tav. “Francamente non comprendo queste frizioni sulla Tav. La Torino-Lione verrà fatta, a prescindere dalle opinioni di Toninelli. Semmai il Movimento Cinque Stelle ha avuto un merito è quello di aver agitato le acque in Europa, favorendo una mediazione sull’opera, anche con la Francia”. Per quanto riguarda il caso Toninelli per Morelli non ci sono dubbi. “Non stiamo certo parlando del ministro del fare, dobbiamo sperare che non diventi un ministro del non fare, un ministro del no. Onestamente non credo che si arriverà a una crisi di governo, perché il concetto della Lega è molto, molto semplice: non ci interessa con chi governiamo, Cinque Stelle, i rossi, i blu o persino lei. La cosa importante è che si facciano le cose, che i sì siano più dei no. Se si fanno opere allora si sta tutti insieme, altrimenti meglio andare a casa”. Toninelli è avvisato?

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