Skip to main content

Un’Isola ed una città con… le spalle al mare

Il racconto di alcuni fatti che hanno segnato l’ultimo ventennio in Sicilia, una riflessione sui passaggi essenziali socio-politici per capire cosa è cambiato o se nulla c’è di mutevole in quest’Isola beatamente appagata dalla Natura: tutto questo e altre curiosità inedite in “Spalle al mare” il nuovo libro di Mario Primo Cavaleri che, nel sottotitolo, specifica e definisce il periodo “1998-2018: Messina e la Sicilia travolte dal solito destino”.

I temi centrali trattati riguardano l’Isola e la sua arretratezza a dispetto di una storia millenaria, del suo patrimonio storico architettonico monumentale unico, con il maggior numero di siti Unesco; l’incapacità della classe politica dimostrata a più riprese nel corso degli ultimi decenni fino a svuotare di significato la stessa autonomia speciale statutaria; l’indifferenza e quasi una rassegnazione al protrarsi del declino che segna ormai un divario incolmabile con le regioni migliori d’Europa e ci colloca in coda in una serie di classifiche. Ritardi e indecisioni della Sicilia che fanno il paio con le occasioni mancate nella Città dello Stretto assopita in una perdurante pigrizia, impreparata a cogliere opportunità che pure si sono presentate, a cominciare da quella imperdonabile di rinunciare ad appropriarsi dell’area militare della Cittadella, come accadde nel 1998.

Cavaleri introduce la sua analisi partendo da due giganteschi avvenimenti che nel Dopoguerra hanno visto primeggiare l’Isola nella ribalta nazionale e inter nationes: il primo, la specialità dello Statuto siciliano, decretata settantadue anni fa, nel 1946, quando ancora la Repubblica non esisteva; il secondo, l’evento che nel giugno 1955 vide riuniti nella Città dello Stretto sei ministri degli esteri del Vecchio Continente per dar vita al Mercato comune europeo. Momenti il cui germoglio prenunziava frutti fecondi. Nell’incrociare il destino, l’Isola e Messina non hanno colto l’attimo, la dimensione, così i decenni sono trascorsi nell’inaridimento.

Pietrangelo Buttafuoco nella prefazione scrive: “Non è l’azzurro mare d’agosto a travolgere il destino di Sicilia. Mario Primo Cavaleri – firma tra le più smaglianti in tema di analisi della realtà – confeziona in un libro l’argomento cardine di una sfida irrisolta: quella tra lo spirito critico e le famose cose per come stanno.” Ed ecco che tutto dura troppo poco, tutto è nel niente: sia il Mercato comune europeo per come fu, sia il G7 a Taormina nel 2017. Fatti che arricchiscono l’analisi politica accompagnata dalla ricostruzione di alcuni episodi significativi: dall’inaugurazione della Messina-Palermo nel 2004 con annunci di prossimi cantieri, all’ammainabandiera a Marisicilia decretato dal ministro Antonio Martino, dal sogno del Ponte alla mancata conurbazione nell’area dello Stretto. Cui si aggiungono curiosità, con protagonisti come Danielle Mitterrand per la sua battaglia in difesa dell’acqua pubblica; Nello Musumeci e il “miracolo” di Padre Pio a Castel di Iudica; Vittorio Sgarbi con la “scoperta” del Tintoretto nel Siracusano, a Lentini, quadro che tutte le guide turistiche conoscevano.

E ancora riflessioni sulla Giustizia fifty-fifty nel senso che ogni sentenza con le stesse prove lascia uguali chances tra assoluzione e condanna. Infine il capitolo Emigrazione, italiani a decine di migliaia in viaggio soprattutto tra fine Ottocento e inizio Novecento in un inarrestabile via via per le strade del mondo che si è moltiplicato in modo esponenziale ora dalla sponda africana. Attualità di ieri e di oggi.

“Spalle al mare” è stato presentato recentemente nell’aula magna dell’Università di Messina, presenti il rettore e il pro rettore e per la prima volta insieme i tre direttori dei quotidiani siciliani (Giornale di Sicilia, La Sicilia, Gazzetta del Sud) e un ex presidente di Regione.


×

Iscriviti alla newsletter