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Lo spread è sceso, ora avanti su debito e investimenti. Visco sprona il governo

Uno spread a 197 punti base non lo si vedeva da mesi. Dopo una primavera da brivido, con il differenziale Btp/Bund costantemente sopra i 250 punti base, adesso i mercati sembrano aver trovato un poco di fiducia verso il nostro debito sovrano. Meno male visto che i creditori esteri ci prestano 400 miliardi di euro all’anno. Ma è proprio quando si pensa che la partita sia chiusa che si rischia di prendere un gol al novantesimo minuto. Lo sa bene il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, intervenuto questa mattina all’assemblea per il centenario dell’Abi, presso la sede della Borsa a Milano. Ad ascoltare Visco, oltre ai banchieri, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, oltre al padrone di casa, Antonio Patuelli, presidente Abi.

GUAI AD ABBASSARE LA GUARDIA

Ora che lo spread è basso, l’errore madornale che potrebbe commettere questo governo sarebbe quello di tirare i remi in barca. “Le tensioni sul mercato dei titoli di Stato italiani si sono attenuate ma per consolidare questi risultati e ridurre ulteriormente il costo del debito pubblico, l’orientamento prudente della politica di bilancio andrà confermato in un quadro di più lungo periodo” ha notato Visco. Il governatore ha ricordato in questo senso che lo spread rispetto ai titoli tedeschi “supera ancora di circa 70 punti i valori non bassi prevalenti nell’aprile del 2018. Rispetto alla Spagna, che come l’Italia ha fortemente risentito della crisi dei debiti sovrani, il differenziale di rendimento è di oltre 120 punti era attorno a mezzo punto percentuale nell’aprile dello scorso anno. Se il calo dello spread continuasse e il costo del debito scendesse sotto il tasso di crescita nominale del Pil, come già è avvenuto negli altri paesi dell’area dell’euro, sarebbe più facile ridurre l’incidenza del debito sul prodotto”.

DUE CONSIGLI AL GOVERNO…

Il governatore, come di suo solito, ha colto l’occasione per fornire all’esecutivo qualche prezioso consiglio. Partendo dalla premessa che “l’economia italiana è stagnante e quest’anno la crescita sarà solo dello 0,1%, all’Italia serve un piano organico, chiaro e coerente di misure e riforme orientate a favorire investimenti e crescita delle aziende, soprattutto di quelle innovative”. Un piano che “deve accompagnare una strategia credibile per la riduzione del peso del debito pubblico“. D’altronde i mercati hanno “risposto positivamente alle recenti decisioni del governo italiano e della Commissione europea: è la dimostrazione che è possibile innescare un circolo virtuoso tra politica di bilancio e condizioni finanziarie dal quale può derivare un impulso forte e duraturo all’attività economica”.

…E UNO ALLE BANCHE

Naturalmente, non c’è stato solo il governo al centro delle riflessioni del governatore. Una menzione a parte lo hanno avuto gli istituti di credito, che gli effetti di un rialzo dello spread li scontano ancora. Visco ha invitato le banche ad aggregarsi tra loro per fare massa critica e sopravvivere in un mondo che più concorrenziale non si può. “Il rafforzamento della solidità e della capacità competitiva del sistema bancario in Italia come in Europa richiede aggregazioni tali da consentire di accrescere l’efficienza e migliorare la capacità di realizzare i necessari investimenti in tecnologia“. Per il governatore “le banche devono sfruttare i vantaggi che una maggior dimensione può apportare in termini di economia di scala e di solidità patrimoniale: vanno rapidamente avviati i lavori propedeutici per muovere in quella direzione”.

L’EUROPA FACCIA LA SUA PARTE

Non solo l’Italia ma anche il sistema europeo deve fare la sua parte in materia di banche. “La normativa Ue sulla gestione delle crisi bancarie del 2014 “è condivisibile ma la realizzazione è stata ostacolata da fattori che dovrebbero essere oggetto di una adeguata riflessione“, ha precisato Visco. “Ci sono troppi ostacoli di carattere normativo che disincentivano la partecipazione degli investitori a iniziative di risanamento di una banca”.

LA SPONDA DI TRIA

Anche all’Abi è andato in scena l’ottimo gioco di sponda tra Tesoro e Bankitalia. Tria e Visco hanno fatto intendere di avere una certa sintonia. Anche Tria ha infatti condiviso il discorso per il quale non bisogna mollare la presa ora che i mercati sono più benevoli, per buona pace delle banche. “Il settore bancario è una struttura portante del paese, elemento essenziale per l’economia reale. La sua riforma ha contribuito al superamento della crisi. Siamo sulla buona strada e lo dimostrano la diminuzione crediti deteriorati e l’aumento della redditività. Occorre mantenere la rotta e la strategia applicata finora che, se seguita con convinzione, supporterà imprese e famiglie contribuendo al miglioramento delle condizioni economiche e sociali del Paese. Infine, una piccola auto-celebrazione. “L’assestamento al bilancio 2019 ha rafforzato la credibilità internazionale e la fiducia nel nostro Paese. Lo spread ha registrato un significativo ridimensionamento, a testimonianza della fiducia nella sostenibilità nel lungo termine del nostro debito, e c’è stata un’accoglienza favorevole all’emissione di Btp a 50 anni dagli investitori esteri”.

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