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Ecco le 5 condizioni (abbordabili) di Zingaretti per un accordo con M5S

“Appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori, con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”. Cinque punti per trattare su un governo con il Movimento 5 Stelle poste nella Direzione Pd da Nicola Zingaretti, un governo che sia di svolta, di legislatura, altrimenti meglio le urne. Ambiente, migranti, redistribuzione, parole chiave che sembrano rivolgersi a un interlocutore ideale nel Movimento: Roberto Fico.

PAROLA CHIAVE: DISCONTINUITÀ

L’eventuale nuovo governo, ha detto Zingaretti, deve “essere in discontinuità” con il precedente, non basato su un contratto, ma che abbia alla base una “forte condivisione degli obiettivi”. “Io non credo affatto che la soluzione possa essere quella di governi di transizione che caricandosi il peso enorme di manovre economiche riporti il paese al voto”. Un governo politico, quello proposto da Zingaretti, di sinistra-sinistra (non centro-sinistra), che taglia inevitabilmente ai settori moderati del Parlamento.

I 5 PUNTI DEL PD

L’odg di Zingaretti è stato approvato all’unanimità dalle direzione del Pd, che ha diffuso una nota in cui vengono argomentati i 5 punti anticipati dal segretario. “L’impegno e l’appartenenza leale all’Ue per una Europa profondamente rinnovata, un’Europa dei diritti, delle libertà, della solidarietà e sostenibilità ambientale e sociale, del rispetto della dignità umana in ogni sua espressione”. Pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa e centralità del Parlamento. Poi l’economia: “Sostenibilità ambientale” e “un nuovo modello di sviluppo” e ancora flussi migratori: una gestione che sia “fondata su principi di solidarietà, legalità, sicurezza, nel primato assoluto dei diritti umani, nel pieno rispetto delle convenzioni internazionali e in una stretta corresponsabilità con le istituzioni e i governi europei”. E le ricette economiche saranno in chiave “redistributiva e di attenzione all’equità sociale, territoriale, generazionale e di genere. In tale logica affrontare le priorità sul fronte lavoro, salute, istruzione, ambiente, giustizia. Evitare l’inasprimento della pressione fiscale a partire dalla necessita’ di bloccare con la prossima legge di bilancio il previsto aumento dell’Iva”.

LE RESPONSABILITÀ DI CONTE

Governo di discontinuità, dunque, e un attacco diretto a Giuseppe Conte che potrebbe prefigurare un rifiuto, da parte del Pd, di un possibile Conte bis. Il governo ha terminato il suo percorso tra insulti e urla e con un tardivo racconto da parte del presidente Conte dell’irresponsabilità istituzionale del principale protagonista del suo esecutivo”.


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