Il dialogo è aperto, come mai era successo in passato. Ora bisogna lavorare sui temi che mettono in comune le due agende di Movimento 5 Stelle e Partito democratico per arrivare a proporre, martedì, un governo di legislatura stabile a Sergio Mattarella. Se così non fosse, l’alternativa è il voto. A parlare è Francesco Boccia, deputato del Partito democratico, da anni convinto della necessità di dialogare con la forza guidata da Luigi Di Maio. Sul taglio dei parlamentari? Si può fare, il Pd lo propose già dieci anni fa. L’audio di Renzi? Ha chiarito il segretario, ma si commenta da solo.
Ci fa un bilancio dell’incontro con i 5 Stelle?
È stato un primo passo e ora mi pare di poter dire che ci si sta ascoltando a vicenda. È la prima volta che succede nella storia delle relazioni tra Pd e 5 Stelle. Io come è noto l’ho sempre auspicato. Di solito era tutto finito dopo il primo incontro, successe a Bersani, a Letta e a Renzi stesso. È la prima volta che dopo un primo confronto sulle cose si fissa un percorso e un secondo incontro (e più avanti, auspicabilmente un terzo). Noi stiamo facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità per verificare se ci sono le condizioni per un governo di legislatura.
I 5 Stelle hanno confermato con non ci sono altri tavoli di trattativa (come ha chiesto Orlando all’uscita dell’incontro), però Di Battista questo pomeriggio ha parlato di alzare la posta e che le aperture della Lega al Movimento sono “una cosa buona”. Pura strategia?
Guardi, se è una strategia, è inutile. Noi siamo stati molto chiari, diciamo no ai due forni: confronto con noi chiaro, lineare, trasparente. Se ci sono le condizioni si va avanti, se non ci sono amen. La loro alleanza con la Lega si sa com’è andata a finire, si sa che cos’ha prodotto: un disastro. Noi l’abbiamo detto in Parlamento al tempo, loro l’hanno detto in Senato per voce di Conte. È finita a stracci. L’epilogo disastroso del governo Lega-5 Stelle è sotto gli occhi di tutti, se qualcuno ha la volontà di riprovarci finisce immediatamente qualsiasi confronto col Pd.
Insomma sì al dialogo, ma no al doppio gioco…
Il Pd di Zingaretti è un altro Pd. Fissa paletti molto chiari, ascolta, si confronta e prende atto che ci sono delle aperture anche da parte del Movimento 5 Stelle. Io sono uno che auspica il confronto dal 2013, sei anni. Penso che ci voglia coraggio, in questo momento, perché si può costruire una grande alleanza sociale ma si deve fare a tutto tondo.
Cosa intende?
Se si vuole andare fino in fondo, si può arrivare anche ad alleanze territoriali. Quello sì che trasformerebbe automaticamente il governo in un governo di legislatura e sarebbe una prima volta nella storia politica recente. Se vogliono fare le cose sul serio si possono fare, altrimenti è inutile perdere tempo e soprattutto farlo perdere al Presidente della Repubblica o agli italiani. Ma io sono fiducioso, perché credo sempre nella buona fede del mio interlocutore.
I 5 Stelle hanno chiesto garanzie sul taglio dei parlamentari, su cui c’è stato l’ok del Pd, ma “con garanzie costituzionali”. Di cosa parliamo, della legge elettorale?
La legge elettorale è d’obbligo, ed è bene che la stessa maggioranza che cambia la Costituzione si occupi anche di questo aspetto. Ma il taglio che i 5 Stelle propongono oggi è esattamente il taglio che proponeva il Pd già ai tempi di Veltroni e Prodi, ossia 10 anni fa.
Ossia?
Quando ci fu il dibattito sul doppio turno alla francese, il Pd proponeva 400 deputati e 200 senatori. Quindi il problema non è il taglio, che è condivisibile, ma il taglio per fare cosa. Dentro le regole costituzionali, noi ovviamente ci siamo, ma non si può continuare solo con il “taglia e basta”. Cerchiamo di lasciare le istituzioni che serviamo meglio di come le abbiamo trovate, non peggio, e lo dico a tutti i partiti.
Sul dibattito con i 5 Stelle si è anche inserito l’audio di Matteo Renzi che accusa Gentiloni di voler far saltare il banco con i 5 Stelle. Queste polemiche interne non rischiano di indebolire la posizione del Pd davanti ai 5 Stelle?
Su questo tema si è già espresso il segretario. Quello che è venuto fuori da quell’audio è semplicemente falso. Gentiloni non ha mai tramato contro nessuno, sta dando un contributo essenziale ed è un patrimonio del Partito democratico. Eviterei di fare ulteriori polemiche ora, sono inutili e quello che è successo si commenta da sé. Cerchiamo di rispondere con dignità e senso di responsabilità alle richieste che ci ha fatto il Presidente della Repubblica, dobbiamo farlo entro martedì. Se mi mettiamo anche a pensare agli audio rubati a Renzi non andiamo molto lontano.
10 punti del Movimento 5 Stelle, 5 punti del Pd. Su che cosa si sta lavorando?
I punti centrali sono quelli compresi in entrambe le liste dei due partiti. Mi pare di poter dire che l’agenda sociale, l’ambiente e il lavoro saranno i punti centrali. La riduzione delle tasse sul lavoro è in entrambi i programmi, le grandi questioni sociali, i modelli redistributivi, la lotta alla povertà sono in entrambe le agende. La lotta senza quartiere a chi inquina, la tutela del suolo, è in entrambe le agende. In realtà questo li dicevo anche un anno e mezzo fa (ride, ndr). Ora finalmente si può ragionare su questi temi. Tutto questo in una cornice che si chiama Europa.
Al netto del toto premier che si legge sui giornali, si sente di escludere un Conte bis?
Non ero all”incontro quindi non so se se ne sia parlato, credo di no, ma non credo che il nodo debba essere ora sul premier incaricato, ma bisogna ritrovarsi sui temi e sui contenuti. Poi il Movimento 5 Stelle è il partito che ha la maggioranza relativa quindi è giusto che faccia la sua proposta. Il segretario si è già espresso, serve discontinuità, vedremo le proposte che arriveranno.
Beppe Grillo ha attaccato Renzi, gli ha dato del “finto rottamatore che non si toglie mai dalle scatole”…
Preferisco non commentare.