“Il governo durerà quattro mesi”: parola di Matteo Salvini, il 20 aprile scorso. La profezia era contenuta in un retroscena a firma di Francesco Verderami sul Corriere della Sera e dedicato alle mosse del leader leghista. Passati poco meno di quattro mesi fa impressione rileggere quelle parole carpite dal giornalista celebre per i suoi retroscena. Verderami infatti scriveva, ad aprile (sottolineiamo), che le elezioni ci sarebbero state ad ottobre. “La scelta di Salvini di divorziare da Di Maio non sarà provocata dallo scontro sulle questioni giudiziarie (vedi il caso Siri, ndr), ma da ragioni politiche. Il leader della Lega aveva preso la decisione di puntare al voto in ottobre già la scorsa settimana”. Tutto torna, quattro mesi dopo.
Francesco Verderami ne aveva le prove e racconta di un testimone al quale il ministro dell’Interno sarebbe stato costretto a confidare la sua strategia. Si tratta di Fabio Cantarella, assessore leghista al comune di Catania, escluso dalla corsa alle Europee, ma per una buona causa: “Sarai il nostro capolista per il Senato. E preparati perché si vota ad ottobre”, gli avrebbe confidato Salvini per giustificare la sua uscita dalla campagna elettorale.
E ancor prima di sentirlo dire da autorevoli esponenti leghisti, l’ha fiutato nella stessa primavera anche Pier Ferdinando Casini, tanto che – è lo stesso Verderami a scriverlo in quell’articolo del 20 aprile – l’ex presidente della Camera invitava un gruppo di deputati del Pd a tenersi pronti al voto in autunno.
Quando il retroscena venne pubblicato in pochi gli dettero conto e molti dalla Lega si affrettarono a far sapere che era tutto frutto della fantasia di Verderami. Fantasia o profezia che sia, rileggere quelle righe fa una certa impressione. E soprattutto consente di interpretare la crisi di queste ore con altre lenti. Magari un grandangolo.