Un ristretto gruppo di potere sta in queste ore decidendo che il popolino non può votare per Matteo Salvini: l’Italia è senza democrazia. Ne è convinto il giornalista e scrittore Mario Giordano, tra pochi giorni di nuovo su Rete 4 con la trasmissione “Fuori dal coro”, che affida a Formiche.net non solo un’analisi della crisi di governo ma anche una lettura sul governo gialloverde.
Perché la lascia perplesso la figura di “Conte verginello” emersa dal discorso in Senato?
È stato per 14 mesi al governo con un soggetto pericoloso, incapace, arrogante ma perché non se n’è accorto prima? Se dovessi credere a ciò che dice Conte allora mi chiedo perché non ci abbia mai detto tutte queste cose di Salvini, pur avendo firmato l’ultimo provvedimento assieme pochi giorni fa. I casi sono due: o se n’è accorto all’improvviso allora non è molto intelligente, o se n’è accorto e ha fatto finta di niente allora è come lui. È talmente evidente che adesso se ne stanno accorgendo in tanti: uno dei motivi per cui la sua ambizione a candidarsi per un Conte bis si vede nel fatto che ha preso così le distane da Salvini.
È uscito di scena dunque?
Mi sembra che Conte abbia tentato una manovra molto spregiudicata: certamente la politica deve essere anche un po’ spregiudicata, ma occorre anche un minimo di limite che Conte credo abbia superato.
Come i cinque punti di Zingaretti potrebbero funzionare meglio del contratto gialloverde?
Non penso sia una questione di punti. Abbiamo già visto le difficoltà di un governo nato da due forze politiche molto diverse sulla base di un contratto che ha avuto una gestazione piuttosto lunga. Oggi siamo dinanzi a due forze politiche altrettanto differenti ma con una doppia aggravante: i tempi sono molto più rapidi, mentre lo scorso anno su quel contratto sono serviti molti giorni per lavorarci. Inoltre quel contratto nasceva da due forze che avevano vinto le elezioni, mentre oggi i cinque punti nascono tra due forze che hanno perso le regionali e le europee.
Perché si accordano allora?
Con l’unico motivo di non perdere la cadrega in Parlamento: un elemento di debolezza spaventoso.
Un errore rompere in agosto con la finanziaria alle porte?
Certo, forse sarebbe stato meglio rompere a maggio. Ma segnalo che anche in quel caso qualcuno avrebbe obiettato che la Lega puntava a speculare sul risultato ottenuto. In queste ore nel campo del centrodestra mi fanno sorridere tutti i professori del giorno dopo. Tutti fino a ieri erano lì che consigliavano a Salvini, sui giornali e nelle riunioni private, di rompere con Di Maio. Salvo, appena rotto, dirgli che ha sbagliato tempi e modi.
Come valuta questi 14 mesi?
Sono stato uno di quelli che ha sostenuto questo governo, e continuo a pensare che fino a maggio abbia dato risultati buoni. Ma era evidente che da maggio in poi non vi erano più le condizioni per continuare a governare assieme e per affrontare una manovra finanziaria di spessore che, in quelle condizioni, non si sarebbe potuta fare.
Il fatto che Salvini citi molto spesso Renzi più che Di Maio nei suoi discorsi che segnale è?
Bisogna dire che oggettivamente Renzi è stato molto bravo, intervenendo nel modo giusto e nei tempi giusti, riconquistandosi le copertine dei settimanali ed una centralità politica. Oggi è un obiettivo ed un bersaglio. Attenzione però a non basarsi solo sulla tattica.
Da queste colonne Pietrangelo Buttafuoco ha detto di temere un governo di ottimati che mira a far fuori i barbari di Salvini. Che ne pensa?
Fino a quando non aboliremo la democrazia e non diremo che gli italiani dovranno essere sotto tutela perché qualcuno pensa che non va bene come votano, allora non è possibile evitare le urne. Un discorso che ho sentito fare anche da Eugenio Scalfari: “Siccome il popolino fa schifo non gli possiamo lasciare decidere da chi vuol farsi governare”. Parole legittime ma elitiste ed elitarie. C’è solo un piccolissimo problema di democrazia. Qualcuno pensa che sia un problema dare la parola agli italiani che, come gli americani con Trump e gli inglesi con la Brexit, sono brutti, sporchi e cattivi perché votano Salvini.
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