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E intanto Enrico Letta conquista il popolo del Meeting

Il popolo del Meeting ha scelto o, quantomeno, ha dato un chiaro segnale su quale possa essere il suo orientamento politico in questa fase così delicata e confusa della vita del Paese. Una preferenza espressa con un lungo e sentito applauso, che finora non era stata riservato a nessuna delle autorità arrivate a Rimini nei primi giorni di questa quarantesima edizione. Quell’ovazione che invece i partecipanti al Meeting hanno tributato all’ex presidente del Consiglio Enrico Letta che nel pomeriggio è intervenuto in un dibattito al quale hanno preso parte anche il ministero degli Affari esteri Enzo Moavero Milanesi, il segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede Paul Richard Gallagher, il segretario di Stato per gli Affari esteri di San Marino Nicola Renzi e il presidente della Fondazione per la Sussidiarietà Giorgio Vittadini.

Un’intervento, quello di Letta, intriso di europeismo, quasi a rilanciare o confermare le voci che lo vorrebbero possibile commissario con Ursula von der Leyen nel caso in cui il cosiddetto governo giallorosso dovesse davvero vedere la luce. Ipotesi, quest’ultima, su cui il presidente dell’Istituto Jacques Delors ha glissato in conferenza stampa, senza però smentirla: “Sono concentrato su questa giornata. Altro non so e non voglio dire“. Interpretazione condivisa dalla cronista parlamentare di Repubblica Conchita Sannino secondo la quale Letta potrebbe essere destinato a ricoprire una posizione di primo piano nella nuova fase che potrebbe aprirsi da qui a qualche giorno: “Il suo sfuggire oggi a qualunque domanda sull’attualità politica rappresenta un indizio da non sottovalutare. Se c’è lo spazio per questo governo, il suo potrebbe essere un nome importante, non solo per il ruolo di commissario europeo“. Anche perché – ha sottolineato ancora la giornalista del quotidiano diretto da Carlo Verdelli – le caratteristiche giuste Letta sembrerebbe avercele tutte: “L’eventuale governo tra Pd e Movimento 5 Stelle avrebbe bisogno di figure che abbiano una propria autorevolezza in ragione della loro storia, della loro esperienza e del loro sguardo sull’Europa, un tema centrale in questa fase di transizione dell’Italia. La sua qualità di politico, insieme al suo percorso e al suo non essere etichettabile in questo momento, fa di lui una persona che può assolutamente spendersi in questa nuova fase“.

D’altro canto l’ex premier, da sempre vicino al meeting – tanto da averlo inaugurato nel 2013 quando sedeva a Palazzo Chigi – non ha mancato di invocare un forte cambiamento a Bruxelles: “Siamo per l’Europa ma siamo consapevoli che in questi anni qualcosa si è rotto nel rapporto tra l’Europa e i suoi popoli. E si è rotto quando abbiamo raggiunto il massimo di pace e prosperità“. Da qui la necessità di cambiare marcia e di rinnovare le ragioni dell’integrazione europea che – ha ricordato Letta – “rappresenta un valore in sé“. Un processo che per avere successo necessita della passione dei più giovani, da riattivare attraverso l’impegno comune degli Stati membri su due temi in particolare: la questione ambientale e l’umanesimo tecnologico e, cioè, “la protezione dei diritti della persona rispetto al progresso della tecnologia“. Progresso a cui l’Italia è chiamata a partecipare da protagonista, tanto più nella nuova fase politica che sembra si stia per aprire, nella convinzione – ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio – che “l’Europa ha bisogno di noi così come il nostro Paese ha bisogno dell’Europa“. Messaggio – ha concluso Letta – che il Meeting ha avuto il merito di sottolineare e diffondere. Come a ribadire, qualora ce ne fosse bisogno, che la simpatia tra l’ex premier e il popolo di Rimini è reciproca.

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