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Hong Kong, la più grave crisi per la Cina dal 1997. E intanto Pechino sposta la polizia a Shenzen

La situazione a Hong Kong è “la più grave dal suo ritorno sotto la sovranità cinese”, nel 1997. È il capo dell’ufficio di gabinetto del governo cinese e responsabile per gli affari di Hong Kong, Zhang Xiaoming, a dirlo. Parlava in un seminario a Shenzhen, centro della spinta tecnologica con cui la Cina vuole intestarsi la leadership mondiale nel settore attraverso il piano “Made in China 2025”, un progetto che passa anche dall’integrare Hong Kong nella Greater Bay Area, una piattaforma geopolitica dell’hi-tech che comprende anche Shenzen e una dozzina di metropoli.

A Shenzen le forze armate cinesi hanno ammassato negli ultimi giorni 190 mila unità di polizia, formalmente per un’esercitazione commemorativa per i 70 anni di fondazione della Repubblica popolare, ma potenzialmente pronte a spostarsi di pochi chilometri a sud, verso Hong Kong, se la situazione delle proteste contro la cinesizzazione dell’ex colonia britannica dovesse degenerare ulteriormente.

La polizia cinese nel Guangdong, foto Reuters via Scmp

Xiaoming, uomo della profonda burocrazia amministrativa del Dragone, ha sottolineato che il governo cinese è “molto preoccupato” per le proteste che vanno avanti da due mesi contro le autorità hongkonghesi (dove esiste un governo locale guidato da una Chief Executive decisa da Pechino), e che “sta valutando le decisioni da prendere, a tutti i livelli”.

La notte scorsa a Hong Kong c’è stata ancora tensione, con tafferugli tra polizia e un centinaio di manifestanti dopo che un rappresentante studentesco era stato fermato per aver portato con sé un puntatore laser. Ci sono state proteste formali, l’arresto viene considerato arbitrario e una dimostrazione di cosa potrebbe diventare il paese se la Cina eliminasse la dimensione di stato di diritto concessa dalla schema amministrativo “una paese, due sistemi” assicurato ai tempi della riconsegna britannica.

I puntatori laser sono uno dei simboli delle proteste: i manifestanti li usano per impedire agli occhiali a riconoscimento facciale della polizia cinese di funzionare.

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