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Incidenti e proteste. Il momento peggiore di Putin dopo vent’anni di pieni poteri

Momento delicatissimo per il presidente Vladimir Putin, con la Russia funestata da incidenti militari, proteste in piazza e gli incendi in Siberia. Situazioni che mettono a dura prova il Cremlino e su cui Putin deve misurare il suo ruolo di leadership in un momento in cui i consensi del suo partito (Russia Unita) sono in calo così come la percentuale di chi approva il lavoro presidenziale.

È in questo contesto nervoso che le proteste delle opposizioni — che lamentano esclusioni nei collegi per le elezioni amministrative, ma cercano la giugulare del Cremlino — vengono represse con la mano pesante. Diverse migliaia di manifestanti dell’opposizione si sono raccolti anche oggi a Mosca, per il quarto fine settimana consecutivo di proteste, in assenza di quasi tutti i leader dell’opposizione, già spediti in carcere in una specie di azione preventiva (oggi è toccata a Lyubov Sobol, fedelissima del leader Alexei Navalny, anch’egli agli arresti nelle scarse settimane). Secondo la ong White Counter, specializzata nel conteggio dei dimostranti, sono circa 50mila le persone che si sono radunate oggi pomeriggio, per una manifestazione di successo che le autorità si sono trovate costrette ad autorizzare.

Intanto pare possibile che l’esplosione registrata giovedì nella base sul Mar Bianco di Nynoksa (usata per test su missili balistici per sottomarini), si possa essere verificata durante la prova del nuovo missile da crociera a propulsione nucleare di cui aveva parlato il presidente Putin lo scorso anno, il 9M730 “Burevestnik” (“Skyfall” nella terminologia Nato). Perlomeno, questa è la principale “ipotesi di lavoro” di esperti americani che si occupano del controllo degli armamenti. La Rosatom (la società nucleare statale) ha dovuto ammettere che sono morti due suoi dipendenti e altri tre sono rimasti feriti gravemente. S’è registrato un picco di radioattività segnalato dalle autorità locali della vicina Severodvinsk (a trenta chilometri dalla base), ma poi la notizia è scomparsa dai comunicati ufficiali.

Giovedì è stata avvistata al largo di Ninoksa la nave “Serebryanka” per il trasporto di combustibili e rifiuti radioattivi in mare, ha spiegato Jeffrey Lewis, direttore dell’East Asia Non-Proliferation Program del Middlebury Institute of International Studies, citando, in un tweet, l’ipotesi di un incidente relativo a un Burevestnik e “il possibile tentativo fallito di recupero in cui è stata coinvolta la Serebryanka”.

Il missile è un modello nuovissimo in via di sviluppo (se ne parla da oltre un anno: è il cosiddetto “Supermissile di Putin”) e dovrebbe avere nel motore una testata miniaturizzata in grado di farlo viaggiare con gittata pseudo infinita e renderlo quasi non intercettabile. Un vantaggio strategici enorme in un momento in cui i missili sono tornati tema della dissuasione politico-militare. Ma è un sistema molto complesso, al punto che gli americani e hanno messo in pausa lo sviluppo. L’incidente russo spiega il perché. I feriti sarebbero stati portati a Mosca, nell’ospedale speciale di Burnazyan dove sono stati curati anche i liquidatori di Chernobyl, da personale protetto da tute hazmat per la protezione da radiazione e agenti chimici.

E intanto la Siberia: gli incendi hanno avuto dimensioni devastanti, un’area grande come la Svizzera è andata in fumo. Il governo russo ha deciso di non fermare il fuoco, perché non aveva fondo e mezzi a sufficienza. Hanno fatto andare avanti le fiamme nella speranza che prima o poi si spegnessero. Hanno bruciato anche diverse strutture, compresa una polveriera. Altro incidente militare.

 



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