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Leader politici in vacanza. I consigli di viaggio di Antonucci

Il tempo delle vacanze è ormai vicino e il periodo di riposo dei leader politici italiani sarà spesso osservato nei minimi dettagli da parte di quella informazione estiva che tanto successo ha sotto gli ombrelloni o nelle aree relax delle baite. Vedremo leader politici nuotare in costume da bagno, scalare montagne in short da trekking, riposarsi bucolicamente in amaca in campagna. Li vedremo esibire un vestiario, delle attività e dei modi sicuramente iper-studiati a tavolino dai guru della comunicazione politica nostrani, che investono tempo e pensieri su come far apparire perfetto il proprio leader di riferimento anche in un contesto vacanziero. Ma quali sarebbero le vere vacanze ideali per gli esponenti politici di maggioranza e opposizione? Cosa è davvero vicino a gusto e stile degli esponenti politici ed istituzionali italiani durante la pausa estiva? Qui di seguito è stato messo a punto qualche suggerimento semiserio, a partire da gusti e tendenze dei personaggi costruiti attorno agli esponenti politici di governo e opposizione.

Matteo Salvini – tour enogastronomico delle eccellenze italiane

Sublimare per saturare, l’obiettivo della vacanza enogastronomica suggerita per il vice premier Salvini. Pur non essendo stato il primo leader politico a misurarsi con il cibo come tema di comunicazione politica – l’indimenticabile risotto cucinato da D’Alema negli studi di Porta a Porta è restato nella memoria più di quanto sia rimasto sul fornello del gas – Salvini ha portato il proprio uso politico del cibo, inteso come attestazione della propria presenza politica su un territorio, come comfort food dopo una giornata difficile, come strumento di attestazione della propria appartenenza alla condizione di “uomo qualunque” – ad un livello mai sperimentato prima. Per questo, allo scopo di allontanarlo per sempre dall’utilizzo del cibo come mezzo cattura del consenso degli elettori, il consiglio è di fare un bel tour enogastronomico in giro per l’Italia, con tanto di corredo di stories e photo opportunity. E poi di appendere metaforicamente la forchetta al chiodo della comunicazione politica. Con buona pace di tutti.

Matteo Renzi e Carlo Calenda – monastero di clausura per digital detox

Osservava Gandhi che “in un atteggiamento di silenzio l’anima trova il percorso in una luce più chiara, e ciò che è sfuggente e ingannevole si risolve in un cristallo di chiarezza”. Ai due leader più social della galassia del partito democratico (per quanto l’appartenenza di Calenda a questa cultura politica sia stata posta in dubbio con una certa frequenza sin dal giorno del suo tesseramento) una vacanza di questo tipo gioverebbe molto. A contatto con i monaci, con il loro ritmo di vita, dettato dalle luci del giorno e dalle pratiche di lavoro e preghiera, lontani dal mondo, ma nel cuore della riflessione sulla propria identità, Renzi e Calenda potrebbero sperimentare la distanza dai social e trovare nuove motivazioni e ispirazioni per le proprie carriere politiche e per il futuro del Pd. E verificare quanto vale la proposta politica messa a punto tra celle e mura perimetrali, lontano dai like e dalle story. Un digital detox per loro (ma anche per noi).

Nicola Zingaretti – la vacanza con il conseguimento di record sportivo da Guinness dei primati

È stato notato come Nicola Zingaretti consegua discreti risultati politici senza fare troppo affidamento sulla comunicazione personalizzata e sullo storytelling. Un notevole mutamento per il Pd mediaticamente sovraesposto della stagione di Renzi. Questo cambio comunicativo ha fatto sorgere una domanda: che cosa ne sarebbe dei destini elettorali e politici del Pd se Zingaretti adottasse una modalità comunicativa differente, inserendosi a pieno titolo nel pantheon dei self-storyteller? La vacanza sembra l’occasione giusta per compiere un’azione eclatante, una di quelle per cui il giorno dopo, in tutti i bar delle vacanze italiane, non si possa parlare d’altro. Esclusa la fuga d’amore con tronista di Uomini e donne, impossibilitata la virata queer, non resta che il tentativo di impresa sportiva da Guinness dei primati (o simile). Grillo lo fece nel 2012 con la traversata a nuoto dello stretto di Messina; chissà cosa potrebbe venire fuori, in termini di successo comunicativo da un Nicola Zingaretti che scala il Monte Bianco o porta a compimento il triathlon di Lerici.

Giuseppe Conte – una vacanza on the road sulla Route 66

Il presidente del Consiglio Conte ha dimostrato un invidiabile aplomb nelle situazioni più difficili di questo primo anno di governo, manifestando una rimarchevole capacità di assecondare le curve, le salite e le discese che le vicende politiche gli ponevano di fronte. Ed è per questa sua tenuta di strada che sembra opportuno abbinarlo ad una vacanza on the road classicissima, un po’ come lui, con la speranza che la pochette bianca di ordinanza possa cedere il posto a più riposanti jeans e cappellone da cowboy. Una vacanza paradossale, per dare una immagine più rilassata e meno istituzionale.

Luigi Di Maio – tour di istruzione nelle capitali scandinave e baltiche per raccogliere suggerimenti su come coniugare welfare e sviluppo

Il leader del Movimento 5 Stelle si è sentito accusare da opposizione e alleati di governo di essere il capo del partito del No, di non avere una visione di sviluppo per le politiche industriali, di voler ritornare a formati assistenziali. Si consiglia quindi un tour di istruzione delle principali capitali scandinave e baltiche, il luogo perfetto dove raccogliere suggerimenti sull’incontro perfetto tra welfare e innovazione di impresa. Potrebbe essere di ispirazione, dopo il giro in Costa Smeralda, passare qualche giorno in un un modello di economia rispettoso dell’ambiente, dei diritti delle persone ma in grado di sostenere una visione di crescita e un futuro per le imprese. E chissà che il cuore campano di Di Maio non venga definitivamente conquistato dal modello scandinavo-baltico in grado di coniugare reddito di cittadinanza e democrazia elettronica.

Silvio Berlusconi – crociera con pianoforte per un ritorno alle origini

Charles Trenet, édith Piaf, Georges Brassens. E poi Jacques Brel, Michel Sardou, Charles Aznavour. E Yves Montand, il più grande di tutti. Musica raffinata ed immortale, che affronta temi eterni, perfettamente adatta al pubblico che viaggia sulle navi da crociera più eleganti. Più che un genere musicale uno stile di vita, in cui il cantante sussurra e ispira pensieri sulla vita destinati ad una élite di testa e di portafogli. Un genere in cui Berlusconi si è cimentato da giovane, e che sicuramente saprebbe rendere ancora più vivido, con la lunga esperienza di vita di cui è oggi in possesso. La vacanza consigliata è quindi la crociera elegante, in cui il Cavaliere possa stare vicino al chantant di turno, e se del caso, sottrargli il microfono per una sua interpretazione personale. Insomma, ripercorrere il proprio passato in vista di nuove avventure politiche.

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