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Non è troppo tardi per riformare la giustizia, ma il M5S…Parla Ostellari (Lega)

La rottura di mercoledì scorso in Consiglio dei ministri non è la pietra tombale sulla riforma della giustizia, ma certo, perché venga approvata, è necessario che le misure siano molto più incisive di quanto proposto dal testo di Alfonso Bonafede. A 48 ore di distanza dalla riunione fiume di Palazzo Chigi che ha visto gli alleati di governo dividersi ancora una volta, la posizione della Lega non è cambiata, anzi. La riforma, così come immaginata dai Cinque Stelle, è troppo timida, ha confermato in questa conversazione con Formiche.net il presidente della Commissione Giustizia del Senato Andrea Ostellari per il quale, comunque, i margini per portare a casa il provvedimento esistono ancora. A patto, però, di invertire la rotta e di intervenire in profondità sul testo dei pentastellati.

Ostellari, cosa non vi piace della proposta di riforma avanzata dal Movimento 5 Stelle?

È debole, poco coraggiosa, a nostro avviso necessita di innesti fondamentali. Vogliamo garantire gli italiani, introdurre tempi certi per le indagini e i processi e stabilire sanzioni per chi non li rispetta. Altre prospettive non ci interessano. E poi chiediamo di intervenire sulla certezza della pena, sulla sua esecuzione e anche sul codice penale, ad esempio nella parte che oggi prevede la sospensione condizionale della pena. Secondo noi deve essere rivista, non siamo i primi a dirlo.

Quanto sono importanti in questo senso per voi i provvedimenti sulla separazione delle carriere e sulle intercettazioni?

Assolutamente necessari, ci vuole un impegno chiaro da parte dei Cinque Stelle affinché si intervenga in questo senso. Dobbiamo smetterla di parlare di separazione delle carriere solo durante i convegni. L’Italia ha bisogno di questa misura e dobbiamo vararla. E lo stesso vale pure per le intercettazioni: non possiamo continuamente rinviare e non toccare nulla. Si tratta di una questione di primaria importanza che secondo noi va finalmente affrontata per il bene di questo Paese.

Vista la distanza dai vostri alleati di governo pensa che la riforma della giustizia, alla fine, possa del tutto saltare?

Spero di no, siamo già d’accordo sulla riforma del Consiglio Superiore della magistratura e della giustizia civile. Ora dobbiamo trovare un’intesa sul processo penale, ma ci vuole attenzione. Dobbiamo approvare un testo completo in grado di dare una risposta esaustiva alle esigenze degli italiani. Non ci interessano riforme leggere.

Però il livello della polemica continua a salire. Ieri Bonafede ha sottolineato come la Lega non sia al governo con Berlusconi e che certe misure non le faranno passare. Come se ne esce?

Che non siamo al governo con Berlusconi mi pare abbastanza chiaro, non occorre che venga sottolineato da Bonafede. L’impegno lo abbiamo preso nei confronti degli italiani: vogliamo una riforma reale e non fittizia che intervenga sulle tante questioni aperte della giustizia penale in questo Paese.

Ma la distanza con i Cinque Stelle, a suo avviso, è colmabile oppure no?

Guardi, io mi occupo di trovare le possibili soluzioni, ci interessa cercare di risolvere i problemi. Ce la metteremo tutta e non perché qualcuno deve vincere qualcosa, ma perché riteniamo che l’Italia debba riuscire a diventare totalmente un Paese di diritto. E non solo a parole.

Che tempi immagina a tal proposito? Si andrà a dopo l’estate oppure dal prossimo Consiglio dei Ministri qualcosa potrebbe già iniziare a muoversi?

Non abbiamo bisogno di cose fatte in fretta e furia ma di risposte serie. Ci metteremo il tempo che sarà necessario. L’importante è fare una riforma all’altezza.

Secondo lei, anche in questo caso nei Cinque Stelle ha prevalso la cultura del no a tutto spesso lamentata dallo stesso Matteo Salvini?

Non si tratta di sì o di no, ma di riforma compiuta oppure di riforma dimezzata. Come intendono muoversi i cinquestelle? La risposta la conosceremo tra pochi giorni quando gli consegneremo le nostre osservazioni e loro ci faranno sapere cosa ne pensano. A quel punto valuteremo.

State studiando una proposta alternativa da sottoporre poi all’attenzione di Bonafede e dei tecnici del ministero?

Siamo al lavoro per ipotizzare qualche possibile soluzione. Vedremo cosa ci risponderanno.

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