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In Libia c’è un criminale di guerra ma l’Onu resta timida. E l’Italia (vergogna!) tace

Il Consiglio di presidenza del Governo di accordo nazionale libico ha condannato “il silenzio della comunità internazionale” verso i continui attacchi condotti dall’Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar contro gli aeroporti nella parte occidentale del paese. In un comunicato stampa, il Consiglio di presidenza ha invitato inoltre la Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia a fare espressamente i nomi degli aggressori “invece di continuare a mantenere una passiva neutralità”. Il Consiglio presidenziale del Governo accordo nazionale “non trova giustificazioni per il silenzio della comunità internazionale in generale, e della missione delle Nazioni Unite in particolare, che è a conoscenza delle violazioni da parte delle milizie di Haftar”, si legge nella nota. Nella nota il Consiglio di presidenza ha condannato i raid aerei sugli aeroporti civili di Mitiga, Zuara e Misurata avvenuti in questi giorni, osservando che i ripetuti attacchi contro gli aeroporti mirano a destabilizzare la sicurezza e la stabilità della capitale. Nella nota il Consiglio di presidenza ha sottolineato che Unsmil ha “piena responsabilità per la sicurezza dei civili”.

Due giorni fa l’Unsmil ha condannato in un comunicato stampa “i sistematici attacchi agli aeroporti della Libia occidentale, tra cui Zuara e Mitiga”. Secondo la missione Onu, tali attacchi “hanno messo in pericolo la vita di migliaia di viaggiatori civili, tra cui personale delle Nazioni Unite e operatori umanitari”. Nella nota Unsmil ha ricordato che “l’aeroporto di Mitiga è l’unico funzionante nell’area metropolitana di Tripoli disponibile per l’uso da parte di centinaia di migliaia di civili e per la fornitura di assistenza umanitaria”. Unsmil ha ricordato che “l’ultimo di questi spregevoli attacchi contro obiettivi civili è stato il bombardamento indiscriminato dell’aeroporto di Mitiga”, avvenuto lo scorso 14 agosto, che ha provocato un morto e due feriti e inferto danni materiali con conseguente chiusura dell’aeroporto per alcune ore. “Ciò ha portato a una grave interruzione delle operazioni aeroportuali e ha lasciato centinaia di passeggeri bloccati”, ha osservato Unsmil.

Nella nota la missione Onu ha inoltre citato l’attacco aereo, rivendicato dall’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna) guidato dal generale Khalifa Haftar contro l’aeroporto di Zuara, una struttura civile, che ha causato danni alle infrastrutture dello scalo. Unsmil ha ribadito che tali “attacchi devono cessare immediatamente”, osservando “gli aeroporti utilizzati dai civili non sono obiettivi militari”. La Missione ha ricordato nuovamente alle parti in conflitto che “devono essere prese tutte le precauzioni possibili per proteggere la popolazione civile in conformità con i diritti umani e le leggi umanitarie internazionali e che la mancata osservanza può costituire un crimine di guerra”.

L’Italia – che per parte sua ha sempre rivendicato un ruolo cruciale nella crisi libica, al punto di avere negli ultimi anni “libizzato” la sua politica estera – tace. Il governo gialloverde ha ereditato e peggiorato la tradizione della doppiezza italica e l’ha applicata nei confronti di Tripoli nel modo peggiore. Riconoscendo cioè il regime “ufficiale” sostenuto dalla comunità internazionale e dall’Onu ma anche dando larghe aperture di credito al generale Haftar. Da quando negli ultimi mesi l’esponenente dell’autoproclamato governo di Bengasi ha scelto di intraprendere una campagna militare con tanto di bombardamenti (senza neanche rispettare la tregua proposta dalle Nazioni Unite), il nostro Paese ha scelto di mettere la testa sotto la sabbia. Una politica, quella dello struzzo, che naturalmente ci consegna ai margini della crisi non godendo più della stima di tutti gli attori. Neppure Haftar considera l’Italia affidabile. Un capolavoro si potrebbe dire. Se non fosse che l’Italia sta restando muta di fronte a veri e propri crimini di guerra compiuti a poche miglia dai propri confini.

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