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Impegni e sfide di Luciano Portolano, nuovo comandante del Coi

Tra Iraq, Afghanistan e Libano, l’esperienza non manca a Luciano Portolano, nuovo comandante del Comando operativo di vertice interforze, meglio noto con l’acronimo Coi. Classe 1960, agrigentino, il generale dell’Esercito prende il posto dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone che è approdato alla guida della Marina militare da qualche settimana, periodo in cui la vacatio al Coi è stata colmata dal generale dell’Aeronautica Nicola Lanza de Cristoforis. La nuova nomina è arrivata dal Consiglio dei ministri di ieri sera, su proposta del ministro della Difesa Elisabetta Trenta da cui sono giunti i primi auguri a Portolano: “Sono certa che saprà ben operare per il bene del Paese, in linea con i brillanti risultati conseguiti in tutti gli incarichi operativi già ricoperti. Buon lavoro generale!”.

LA CARRIERA

Per Portolano quello al Coi è più che altro un ritorno, visto che il generale ha guidato il Reparto operazioni del Comando dal 2012 al 2014, per poi passare al vertice della Forza di interposizione in Libano della Nazioni Unite, meglio conosciuta come missione Unifil. A settembre 2016 è invece approvato a Napoli, per ricoprire il ruolo di capo di Stato maggiore dell’Allied Joint Force Command della Nato, all’interno del quale da circa un anno lavora l’Hub per il Sud a lungo invocato dall’Italia. Nel corso della sua lunga carriera, il generale Portolano ha operato in Iraq, Kuwait, Kosovo, Macedonia e Afghanistan, dove (dal 2011 al 2012) è stato comandante del Regional Command West della missione Isaf, incarico per cui è stato insignito dall’allora presidente Usa Barack Obama della prestigiosa Legion of Merit. Vanta inoltre diversi incarichi presso lo Stato maggiore della Difesa, un’esperienza a Londra in qualità di addetto militare presso l’ambasciata italiana, nonché il comando della Brigata Sassari.

IL RUOLO DEL COI

Ora approda al Coi, l’organismo attraverso cui il capo di Stato maggiore della Difesa, attualmente Enzo Vecciarelli, esercita la funzione di comandante operativo delle Forze armate. In altre parole, il Coi ha responsabilità su tutti gli impegni militari nel senso stretto del termine, occupandosi di pianificazione, coordinazione e direzione delle operazioni, delle esercitazioni interforze nazionali e multinazionali, e delle attività a loro connesse. Introdotto nel 1997 con la legge di riforma dei vertici delle Forze armate, il Comando ha sede a Centocelle, a Roma, svolgendo altresì un rilevante ruolo strategico e dottrinale, contribuendo a elaborare la dottrina Nato e di altre organizzazioni, nonché a sviluppare la visione nazionale su scenari operativi.

LE SFIDE

Sono impegni che il generale Portolano dovrà modulare sulle sfide attuali e più urgenti, all’interno di una struttura che, come detto, conosce piuttosto bene. La sua esperienza in ambito Nato (e in particolar modo nel Comando dell’Alleanza che guarda verso il fronte sud) sarà utile per proseguire lo sforzo alla comprensione delle minacce che si muovono nel Mediterraneo e oltre, nonché a farlo in ottica interforze e all’interno di una politica di difesa che si muove sul binario transatlantico. Il profilo altamente operativo sembra quello giusto per un incarico come la guida del Coi, soprattutto in un momento in cui si valuta il complessivo riorientamento degli impegni all’estero dei militari italiani. Se si aggiungo le molteplici complessità nel nostro vicinato, il quadro appare ancora più intricato. L’insoluta crisi libica, la perdurante minacce terroristica e l’instabilità dell’intera regione mediorientale (si pensi all’escalation nello Stretto di Hormuz) sono molto di più di semplici campanelli d’allarme.

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