La priorità per il Movimento 5 Stelle è “fare il bene del Paese”. Il che significa “sventare l’aumento dell’iva, salvaguardare il reddito di cittadinanza e quota 100”. A dirlo a Formiche.net è Gianni Girotto, senatore del Movimento 5 Stelle e presidente della commissione Industria. Dopo il voto sulla calendarizzazione della crisi, il senatore specifica che la domanda da farsi non è se andare o meno al voto, ma quale sia la strada meno rischiosa per il bene dell’Italia.
Senatore, elezioni sì o elezioni no?
Non credo sia la domanda giusta, perlomeno non oggi, cioè sino a che non sia chiaro qual’è la vera questione dirimente, cioè cosa sia meglio per il Paese tutto, e questa è una domanda a cui, oggi come oggi, non è possibile dare una risposta, perché le riflessioni sono in corso, ed è giusto prendersi il tempo necessario, stante la gravità e importanza della situazione.
Salvini ha proposto il voto sul taglio dei parlamentari e poi il voto. Pensa sia una strada percorribile?
Ribadisco che la nostra unica priorità è fare ciò che è meglio per il bene del Paese. Se questa ipotesi lo configura, non avremo problemi a perseguirla.
Ha parlati di “salvaguardare il Paese”, può essere più preciso? A cosa si riferisce?
Significa sventare l’aumento dell’iva, salvaguardare il reddito di cittadinanza e quota 100, proseguire con la riforma della giustizia, le politiche ambientali, tutelare centinaia di migliaia di piccoli imprenditori risolvendo velocemente il problema ex art.10 del “crescita”, procedere con nel percorso dell’autonomia energetica (e quindi politica), ma non certo perforando il delicatissimo territorio nazionale e regalando il petrolio e il gas così estratti alle multinazionali straniere, ma viceversa sviluppando le energie rinnovabili e dando senso al termine “paese del sole” quale l’Italia effettivamente è, questo solo per citare alcune situazioni.
Il taglio dei parlamentari è per voi indispensabile?
Guardi, premesso che il voto finale su tale provvedimento, era da tempo calendarizzato ai primi di settembre, quindi, senza questo strappo della Lega, sarebbe stato un “non argomento”, nel senso che si sarebbe proceduto ordinariamente e tranquillamente, detto questo, ribadisco che “indispensabile” è evitare gravi danni per il Paese, e proseguire nel percorso di cambiamento che pensiamo aver iniziato, e di cui il taglio del numero dei Parlamentari è una delle tantissime tappe importanti.
Ieri in Senato il Movimento ha votato assieme al Partito democratico. Crede ci siano margini per immaginare un dialogo con il Pd per la formazione di un nuovo esecutivo?
Anche in questo caso non credo l’affermazione sia corretta, nel senso che il voto di ieri ha visto solo il formarsi di una temporanea convergenza circa il modo di procedere nel breve, tutto qui. Poi cosa seguirà è ancora tutto da definire.
Quali sarebbero le condizioni minime per un governo con il Pd?
Ancora una volta lei corre troppo, il M5S al momento non è stato oggetto di nessun contatto ufficiale da parte del Pd, ed in ogni caso ripeto che il nostro obiettivo è salvaguardare il Paese e pensiamo di doverlo fare proseguendo con le riforme che avevamo iniziato.
All’interno del Movimento ci sono molti “movimenti”. Regola dei due mandati e alleanze con altre liste sono tra i cambiamenti di cui si è più parlato riguardo l’organizzazione interna locale. Ci saranno ripercussioni anche sul nazionale?
È presto per dirlo, e sopratutto al momento non è all’ordine del giorno.