La vicenda della Open Arms capita nel mezzo di una crisi politica che sta creando qualche problema a Matteo Salvini il quale, a maggior ragione, non intende mollare un centimetro sull’immigrazione. È un circolo vizioso: una nave salva dei migranti (stavolta sembra in acque internazionali), vuole sbarcare in Italia, partono i divieti, c’è uno scontro furibondo nel governo e dopo 17 giorni non se ne esce, anche se Salvini ha fatto sbarcare i 27 minori dandone la responsabilità al presidente del Consiglio. È vero che le navi puntano sempre verso l’Italia, è probabilmente vero che c’è anche una motivazione politica e non solo umanitaria, è vero che l’Unione europea non ha fatto quasi niente per condividere il peso dei flussi migratori e che bisognerà attendere l’insediamento della nuova Commissione.
Detto tutto questo, il ministro dell’Interno sa che non sarà possibile insistere a lungo sul porto chiuso di fronte a una situazione oggettiva di forte disagio, con il comando delle Capitanerie di porto che mette nero su bianco l’inesistenza di impedimenti allo sbarco e con un fascicolo aperto dalla procura di Agrigento per sequestro di persona e abuso d’ufficio, anche se come conseguenza di esposti (sostenere che sia un atto dovuto è un’altra ipocrisia perché se un esposto è campato per aria le procure lo cestinano). Dunque, Salvini sta aspettando che siano altri a sbrogliare la matassa in modo da poter sostenere che non è lui a cedere.
IL RIMPALLO SULLO SBARCO DEI MINORI
Un primo scarico di responsabilità è avvenuto dopo la seconda lettera che il presidente Giuseppe Conte ha scritto al ministro invitandolo di nuovo a far sbarcare i minori a bordo della Open Arms. Una scelta, è stata la replica di Salvini, di esclusiva pertinenza del presidente del Consiglio, scelta che “costituisce un pericoloso precedente” anche perché i minori vanno “sempre considerati presunti fino a certa identificazione”. La lettera di risposta a Conte rappresenta una sintesi dei problemi e delle ipocrisie europee: se da un lato Salvini ha autorizzato (“mio malgrado”) lo sbarco dei “presunti minori” come richiesto, nonostante la disponibilità di sei Paesi europei ad accogliere tutti quelli della Open Arms non sembrano esserci stati finora passi formali. In recenti occasioni gli Stati di bandiera hanno fatto orecchie da mercante, nello stesso tempo l’Unione europea pone un aut aut: prima lo sbarco, poi la ricollocazione.
INCHIESTE E POLEMICHE
Una volta sbarcati i 27 minori e in attesa delle decisioni della procura dopo l’ispezione sanitaria, il tema delle navi ferme al largo di Lampedusa continuerà a fornire carburante per le polemiche politiche anche perché resta in attesa anche la norvegese Ocean Viking con 356 persone a bordo. Un argomento, quello della politica migratoria, che probabilmente farà parte dell’intervento di Conte al Senato il 20 agosto e che si presta a interpretazioni diverse a seconda del tipo di governo che ci sarà nei prossimi mesi.
LO STALLO POLITICO EUROPEO
Finché a Bruxelles nei prossimi mesi non comincerà la discussione sulle possibili modifiche al regolamento di Dublino le posizioni restano inconciliabili. L’ipotesi studiata alla fine di luglio in un vertice europeo convocato dal presidente francese, Emmanuel Macron, non poteva andare bene all’Italia che non si fida: ribadire lo sbarco nel porto vicino, cioè soprattutto l’Italia, e poi provvedere al ricollocamento. Una proposta non definita nei dettagli, ma se in autunno si entrerà nel vivo il problema principale sarà uno: ipotizzando un vero obbligo per gli Stati membri, la redistribuzione potrebbe riguardare solo coloro che hanno diritto all’asilo facendo restare sul groppone dei paesi di prima accoglienza i clandestini, i cosiddetti migranti economici. Quando erano obbligatori, i ricollocamenti dall’Italia riguardarono solo 12.700 persone, circa un terzo di quanto previsto dagli accordi, mentre dal Consiglio europeo del giugno 2018 sono diventati volontari. È ipotizzabile un accordo per redistribuire tutti quelli che arrivano dividendo così anche il peso dei rimpatri? Per ora sembra impossibile, ma se non si chiarirà questo punto lo stallo sarà perenne.