In attesa che esploda il caso della norvegese Ocean Viking, con ben 356 migranti a bordo, quello della nave spagnola Open Arms sta diventando un caso politico europeo dopo aver alimentato la polemica in Italia. Al 18° giorno dal salvataggio, il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha offerto il porto di Algeciras per l’approdo della nave della ong Pro Activa e lo sbarco dei 107 migranti rimasti a bordo, aggiungendo che occorre trovare “una soluzione europea, ordinata e solidale”.
Sanchez ha attaccato duramente l’Italia: “L’inconcepibile risposta delle autorità italiane, e in particolare del suo ministro dell’Interno, Matteo Salvini, di chiudere tutti i suoi porti e le difficoltà esposte da altri paesi del Mediterraneo centrale, hanno portato la Spagna a guidare nuovamente la risposta alla crisi umanitaria”. Nello stesso tempo, però, una fonte del ministero degli Esteri spagnolo ha fatto sapere che il governo di Madrid ha intenzione di adire gli organismi dell’Unione europea e quelli deputati al rispetto dei diritti umani e del diritto marittimo internazionale contro il governo italiano per il comportamento avuto in questa storia. Secondo El Pais, il tema potrebbe essere affrontato nella prossima riunione dei ministri dell’Interno dell’Unione e potrebbe finire al Tribunale dell’Aja.
BRACCIO DI FERRO
L’offerta spagnola è stata rifiutata dalla Open Arms perché comporterebbe circa 5 giorni di navigazione e la Ong ha ribadito la richiesta di sbarcare subito in Italia. Una posizione definita inaccettabile dal ministro dell’Interno: secondo Salvini non possono essere loro a decidere dove sbarcare. Anche per dinamiche politiche interne, è il sindaco di Barcellona, Ada Colau, a contestare l’offerta di Sanchez, giudicata tardiva visto che da una dozzina di giorni si era offerta la città catalana, aggiungendo che “gli Stati membri dell’Ue devono obbligare Salvini a rispettare la legge e, se non lo fa, devono aprire una crisi diplomatica”
Tra gli Stati disponibili ad accogliere una quota di migranti c’è la Francia: una fonte del ministero dell’Interno francese ha parlato di 40 persone precisando però che devono “rispettare i criteri per l’ottenimento dello status di rifugiati”. Accettare solo chi ha diritto significa che tutti gli irregolari resterebbero nella nazione che li fa sbarcare (Italia o Spagna in questo caso). Secondo Palazzo Chigi sarebbe disponibile anche la Federazione delle Chiese evangeliche.
IL DUELLO DEL 20 AGOSTO
In una diretta Facebook Salvini ha ricordato che, dei 27 migranti sbarcati perché minori, 8 hanno poi detto di essere maggiorenni e ha ripetuto che se deve “finire in galera perché difendo i confini dell’Italia lo farò a testa alta”. Per il momento, non risulta che nel fascicolo aperto dalla procura di Agrigento per sequestro di persona e abuso d’ufficio sia stato iscritto il suo nome, ma è inevitabile ricordare che disse la stessa cosa sul caso Diciotti, salvo poi chiedere l’aiuto del Movimento 5 Stelle per negare l’autorizzazione a procedere. Piuttosto, il ministro ha definitivamente chiarito che sono passati i tempi in cui si ipotizzava il ritiro della delegazione leghista dal governo: “Non darò la soddisfazione di togliere il disturbo”, ha detto polemizzando sull’ipotesi di un accordo tra Pd e M5S e annunciando un discorso per il 20 agosto al Senato quando interverrà il presidente del Consiglio. Il duello tra Conte e Salvini comprenderà certamente anche la politica migratoria condivisa fino a pochi giorni fa.