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Al Paese serve stabilità. Bazoli (Pd) spiega come uscire dalla crisi

La priorità per l’Italia? La tenuta dei conti, la sterilizzazione dell’Iva e un governo sì ponte ma che, se possibile, duri per l’intera legislatura. Il deputato bresciano del Pd Alfredo Bazoli a poche ore dalle comunicazioni del premier Conte al Senato affida a Formiche.net analisi e auspici, nella consapevolezza che la crisi è anche l’occasione per un’evoluzione dei democratici.

Un governo ponte con Conte e Tria potrebbe disinnescare l’aumento dell’Iva e favorire la tenuta dei conti?

Ogni soluzione che vada in quella direzione, ovvero che risolva i problemi derivanti da elezioni a fine ottobre, andrebbe bene. Sì al governo-ponte, ma che si preoccupi di tenere i conti in ordine evitando deragliamenti sul piano economico e finanziario. Meglio se potesse avere una prospettiva di maggiore stabilità, per cui un governo-ponte durante il quale si possano maturare le condizioni anche per un governo di legislatura. È un percorso ancora tutto da verificare, ovviamente attendendo le valutazioni del Colle.

I nemici di Salvini, come scrive oggi Panebianco sul Corriere della Sera, potrebbero commettere tali e tanti errori così da compensare i suoi?

Al momento non si dovrebbe commettere l’errore di precipitare le cose, quindi dare per scontato che un governo giallo-rosso sia facile o possibile, saltando tutte le tappe di una verifica, mettendo in piedi un esecutivo raccogliticcio che non abbia un più ampio respiro. Si rischierebbe di riconsegnare il Paese al caos dopo l’esperienza di un governo nato su basi deboli. Meglio lavorare su prospettive di durata.

Come il negoziato tra Pd e M5S potrebbe avere un più ampio respiro?

Dal M5S ci dividono molti tratti somatici che abbiamo verificato in questo anno e mezzo di governo giallo-verde. Ma ci sono alcuni temi su cui vi sono sensibilità comuni: credo che se ci fosse il tempo e la volontà di approfondirli, allora si potrebbe mettere in piedi un’ipotesi di governo con qualche prospettiva davanti non banale. Si tratta di sedersi attorno ad un tavolo e fare tale verifica con accuratezza e senza saltare le tappe, ma con il tempo necessario a superare distanze, differenze e difficoltà che un percorso come questo ovviamente porta con sé.

Come si è evoluta la figura di Conte in queste ultime settimane?

Ha tentato di costruirsi il proprio profilo politico autonomo, spinto anche dagli eventi e dalle crescenti difficoltà della coalizione che lo sosteneva. Lo ha fatto in modo dignitoso, anche se molto cauto. Così è emerso questo suo tratto di autonomia: bisogna riconoscerglielo, pur restando la sua personalità debole dal punto di vista politico.

Si aspettava la marcia indietro della Lega delle ultime ore?

Salvini si è accorto di aver fatto un errore colossale, tattico e strategico, con questa crisi ed è in evidente difficoltà. Queste sue uscite mostrano un enorme disorientamento per effetto di questa modalità di attivazione della crisi, figlia di un palese impantanamento che non aveva messo in conto.

Peppino Caldarola da queste colonne ha detto che alla sinistra italiana servirebbe una destra moderna, responsabile e non truce. È così?

La sinistra e il centrosinistra pensino innanzitutto a ricostruire un profilo che riesca a catalizzare il consenso che hanno perso. Osservo che in tutto il mondo la destra è ormai diventata sovranista, non è un tema solo italiano, ma tocca l’intero occidente. E’ quello il fronte da combattere, perché alza i muri e agita le bandiere nazionaliste. Mi auguro che le prospettive politiche portino alla sconfitta di questa versione della destra. A noi spetta invece convincere gli italiani che il centrosinistra può evolversi oltre gli attuali sondaggi.

twitter@FDepalo

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