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Ok (condizionato) del Pd al nuovo governo. Ma Di Maio vuol dire la sua

È ufficiale, il Partito democratico è disponibile a “verificare le possibilità di una nuova maggioranza e l’avvio di una fase politica nuova e un governo nel segno della discontinuità politica e programmatica”. Sono le parole di Nicola Zingaretti, al termine dell’incontro con Sergio Mattarella al Quirinale. Accanto al segretario del Pd, una delegazione ampia di esponenti dem: Paola De Micheli, Paolo Gentiloni, Graziano Delrio e Andrea Marcucci. Ora la palla passa al Movimento 5 Stelle.

Quello che “serve è un governo di svolta – ha sottolineato il segretario dem -, alternativo alle destre, con un programma nuovo, solido, un’ampia base parlamentare e che possa ridare una speranza agli italiani. Ovviamente, se non dovessero esistere queste condizioni (tutte da verificare allo stato attuale), e lo abbiamo ribadito al presidente Mattarella, lo sbocco naturale della crisi sono nuove elezioni anticipate a cui il Partito democratico è pronto”.

“Per noi non è una scelta facile perché l’eredità del precedente governo è pesante, ma siamo preoccupati per le condizioni economiche – ha detto Zingaretti ai giornalisti -. Ma abbiamo indicato condizioni chiare e principi non negoziabili”. I cinque punti erano stati esposti da Zingaretti ieri durante la Direzione nazionale del partito (qui i dettagli), punti imprescindibili per creare un governo politico duraturo, la cui unica alternativa, ha detto ieri e ribadito oggi Zingaretti, sarebbe il voto.

La palla passa ora al Movimento 5 Stelle, che considera i 5 punti proposti dal Pd come un contributo apprezzabile ma non sufficiente. Da M5S trapela la volontà di far valere il proprio ruolo di forza politica maggioritaria in Parlamento, con un’agenda specifica e ben strutturata di cui si condivideranno i dettagli nelle prossime ore. Quello che potrebbe essere un punto di conflitto è, inoltre, il nome del premier. I 5 Stelle non accetteranno un veto sul nome di Conte.

Il nodo del premier è effettivamente tra quelli più intricati da sciogliere. Tra le indiscrezioni, trapela la possibilità di una donna alla guida di Palazzo Chigi. I nomi quello di Marta Cartabia e Paola Severino (qui tutti i dettagli).

Quella delle prossime ore si preannuncia dunque una strada in salita. Il gioco al rialzo delle due forze politiche potrebbe far saltare il banco o portare a un accordo tra i due contendenti.

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