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Conte premier e Di Maio leader. Su Rousseau vincerà il Sì. Parola di Pedullà

La consultazione su Rousseau con cui sarà sottoposto al voto degli attivisti il nascente governo giallorosso a guida Giuseppe Conte? “Per il Movimento si tratta di un passaggio assolutamente determinante che, a mio avviso, è doveroso fare: mi aspetto un risultato che confermi in modo significativo la strategia dell’accordo con il Partito democratico decisa dai vertici pentastellati”. E ancora, sulla proposta di un esecutivo dei competenti lanciata via Twitter da Beppe Grillo: “Il garante ha richiamato una delle missioni storiche: inserire nelle istituzioni persone competenti ed estranee alle logiche di Palazzo. Mi attendo sorprese positive”. Gaetano Pedullà è il direttore de La Notizia, uno dei quotidiani di riferimento della variegata galassia pentastellata di cui racconta giornalmente anche le dinamiche più complesse. “In questi giorni sul movimento sono state dette e scritte numerosissime inesattezze”, ha commentato a questo proposito l’ex direttore del Tempo che ha ricordato come i Cinque Stelle siano “animati da sensibilità e tensioni molto diverse derivanti dalla loro natura post-ideologica”. E proprio questo aspetto – ha aggiunto Pedullà – “li ha resi una grande forza politica al servizio del Paese. È finalmente crollato quello steccato ideologico che ha da sempre rappresentato uno dei grandi ostacoli alla crescita del nostro Paese”.

Non pensa che la consultazione possa certificare la distanza degli attivisti dalle scelte del vertice?

Assolutamente no. È chiaro che questa crisi di governo, arrivata in modo così inaspettato, abbia inevitabilmente causato uno shock ma sono anche convinto che il voto su Rousseau permetterà ai Cinque Stelle di riabbracciare la loro base. Agli attivisti pentastellati piacciono le sfide, soprattutto quelle più difficili. E poi non dimentichiamo il ruolo di garanzia che rispetto al governo sarà giocato da Giuseppe Conte, ormai nuovo punto di riferimento per il Movimento. Intorno al premier gli elettori M5S troveranno la voglia di rimettersi in gioco.

E i tanti interventi sui social network contro l’accordo con il Pd?

La diffidenza c’è e sono stato tra i primi a raccontarla sul mio giornale ma allo stesso modo oggi vi dico che i segnali di consenso verso questa operazione stanno facendosi più intensi di ora in ora. E penso che una volta formulato il quesito – che appunto ruoterà attorno alla figura di Conte – possano ulteriormente consolidarsi.

Però c’è chi, soprattutto tra i costituzionalisti, sta fortemente criticando la decisione del Movimento di sottoporre alla consultazione questa alleanza (qui la nostra intervista al costituzionalista Vincenzo Lippolis). Che ne pensa?

Per il Movimento si tratta di un passaggio assolutamente determinante che, a mio avviso, è doveroso fare. E mi aspetto un risultato che confermi in modo significativo la strategia dell’accordo con il Partito democratico decisa dai vertici pentastellati.

Sicuro che sia una decisione assunta da tutti i vertici pentastellati? Negli ultimi giorni sono apparsi divisi tra fautori dell’accordo con il Pd, favorevoli al ritorno con la Lega e sostenitori del voto. 

Non c’è dubbio che qualcuno abbia provato a giocare una partita autonoma, però complessivamente nella sua interezza il Movimento ha mantenuto l’unità. Questa fase, comunque, è stata caratterizzata dal grande ritorno di Beppe Grillo che non a caso ha tenuto a casa sua, a Bibbona, la riunione con cui la parte più riconoscibile dei Cinque Stelle ha espresso la linea da seguire nei giorni della crisi. Una linea che, va ricordato, non è mai cambiata da quel momento.

Lo stesso Grillo che ieri su Twitter ha invocato un governo dei competenti per affrontare questa nuova stagione politica. Che significato è da attribuire a questa indicazione?

Il garante ha richiamato una delle missioni storiche: inserire nelle istituzioni persone competenti ed estranee alle logiche di Palazzo. Mi attendo sorprese positive.

In che senso?

Nel senso che il playmaker di questa fase così complessa e importante sarà Giuseppe Conte che avrà bisogno di un governo di alto profilo, molto riconoscibile e apprezzato sia dall’opinione pubblica che dai partner internazionali. Sarà un governo sorprendente, con molte donne e molte personalità di spessore cui si sommeranno pure alcuni politici di peso.

Luigi Di Maio ne farà parte?

Mi auguro di sì. Di Maio paga e ha pagato la scommessa di aver fatto da garante dell’accordo con Matteo Salvini, ma è il capo politico del Movimento e un leader giovane e capace. Spero personalmente che continui l’esperienza al ministero dello Sviluppo economico dove ha già fatto tanto, pur rimanendo ancora molte questioni aperte. Fa parte di quella non fuga dalle responsabilità che è l’aspetto centrale che ha spinto i Cinque Stelle a non rassegnarsi alla fine dell’esperienza con la Lega e a trovare un altro compagno di viaggio per realizzare i punti del suo programma.

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