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Caro Pd, Prodi sbaglia su Ursula. Un errore l’intesa con il M5S. Parla Macaluso

Non è credibile allearsi oggi con chi si è contrastato in Parlamento ieri, dice a Formiche.net Emanuele Macaluso, storico esponente della sinistra considerato da sempre vicino al Presidente emerito Giorgio Napolitano, ex direttore del Riformista e  – all’età di 95 anni – attento osservatore dell’attualità politica italiana, che dà i voti ai soggetti coinvolti in questa crisi di governo. Non crede all’ipotesi Ursula, per una questione di coerenza. E avanza una precisa critica al M5S, al premier e al Pd che, al netto delle sue difficoltà intestine, resta l’unico interlocutore affidabile nell’area del centrosinistra italiano.

Alla maggioranza Ursula crede anche Romano Prodi: è l’unica strada percorribile?

Sono contrario a questa prospettiva anche perché vorrei chiedere, non solo al mio amico Prodi, ma a tutto il Pd che corre verso il M5S, a chi abbiano fatto opposizione in questo ultimo anno. All’intero governo Conte o solo a Salvini? Ricordo che tutte le leggi contro cui il Pd ha votato, da quella sulla sicurezza fino a quelle che hanno sfasciato il bilancio dello stato, come quota 100 e reddito di cittadinanza, sono state avallate dall’interno governo. Anche la chiusura dei porti proposta dal ministro Salvini è stata siglata dal grillino Toninelli.

Cosa sottovalutano i dem?

I democratici hanno dimenticato che quelle leggi hanno dimostrato un modo di agire errato verso il fenomeno migratorio e che sono il frutto di uno stesso piano. Per cui Lega vale M5S. Il governo Conte-Di Maio-Salvini pare invece che oggi sia diventato solo il governo Salvini.

Sul Conte bis starebbero cadendo anche le resistenze del Pd. La figura del premier l’ha sorpresa?

Premetto che Conte è un galantuomo e persona a modo. Ma è stato lui da premier a consentire a Salvini di non andare mai al ministero per fare una campagna elettorale continua, di fare leggi razziste, di fare conferenze stampa in spiaggia, di assumere comportamenti che certamente non sono consoni ad un ministro. Un presidente del Consiglio deve tutelare un certo decoro. La Costituzione dice che il premier è responsabile della politica governativa e la interpreta: quindi in questo anno Conte ha consentito di tutto a Salvini. Ora gli dice di no: per fortuna che si è accorto di essere stato premier fino ad ora…

Dritti al voto allora?

Non si può ignorare il fatto che la posizione prona è stata verso tutto il governo. Personalmente non sono mai stato contrario ad un possibile incontro tra Pd e M5S. Ma ciò deve avvenire dopo un’elezione. Adesso staremo a vedere cosa accadrà tra i grillini.

Ritiene strumentale la loro marcia indietro?

Un governo col Pd è solo un momento per evitare le urne visto che hanno paura di finire al 7%? Se questa è la paura del M5S non mi pare una soluzione giusta. Se ci sarà una campagna elettorale abbiano allora una loro politica, ma diversa rispetto a quella che hanno praticato con la Lega. Ciò sarà solo il popolo a giudicarlo con le urne, non è possibile saltare quella fase. È la mia opinione, di persona non interna al Pd, che credo sia nato male e cresciuto peggio. Ma oggi devo dire che è l’unica forza consistente in Parlamento e nel centrosinistra.

Cosa consiglierebbe a Zingaretti?

Il Pd ha una grande responsabilità dinanzi al Paese.

Oggi Battista sul Corriere rispolvera il “contrordine compagni” di Guareschi: in questa crisi è scomparsa la grammatica istituzionale e politica?

Sì. La grammatica istituzionale dice che in caso di crisi di governo l’opposizione che si è opposta al governo poi non si mette assieme a un pezzo di quel governo. Anche dal punto di vista del galateo istituzionale non è una cosa accettabile.

Salvini ha ridato centralità a Renzi e Di Maio, che sembravano fuori dai giochi: questo l’errore politico?

Certo. Il Premier avrebbe dovuto esprimere la politica governativa, invece basta scorrere i quotidiani dell’ultimo anno, otre che tv e social, per accorgersi che i protagonisti assoluti sono stati Di Maio e Salvini. Non solo hanno marciato uniti in tutte le leggi promulgate, ma poi quando il movimento si è accorto di essere caduto al 17%, ha iniziato a mettere in piedi un verbale contrasto a Salvini, e solo verbale e senza una realtà di azione. Hanno votato assieme il decreto sicurezza bis. Ricordo anche una foto in cui Conte, Di Maio e Salvini posavano a favore di fotografi con un cartello in mano che esaltava la legge sulla sicurezza. Il premier è stato troppo silenzioso. E oggi leggo sui giornali che un esponente renziano come Rosato tifa per il Conte bis. Che il premier sia una persona per bene, lo ripeto, è fuori discussione. Ma alla cultura giuridica si contrappone l’assenza di una cultura politica.

Il problema è davvero solo l’atteggiamento camaleontico di tutti gli attori di questa crisi oppure una difficoltà sistemica di leadership e partiti?

Se Conte aveva queste qualità che tutti gli riconoscono oggi allora perché non le ha fatte valere in Parlamento?

twitter@FDepalo

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