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Putin e Maduro, l’abbraccio nel segno della (non) democrazia. Ma Trump non molla…

La strategia delle sanzioni, che sembra continuare, come riportato da Formiche.net, contro il governo di Nicolas Maduro continua. Donald Trump, infatti, ha firmato un decreto che blocca i beni del governo venezuelano negli Usa. “Tutte le proprietà o interessi in proprietà del governo del Venezuela negli Stati Uniti sono bloccate e non possono essere trasferite, esportate, ritirate o gestite in altro modo”, si legge nell’ordine esecutivo. Il provvedimento, inoltre, prevede l’imposizione di sanzioni a stranieri che forniscano supporto, o beni e servizi alle persone o entità colpite da sanzioni Usa. La Russia, tra i più stretti alleati di Maduro, ha fortemente criticato il provvedimento. “È necessario fermare le sanzioni contro Caracas”, ha dichiarato il ministero degli Esteri russo, Sergej Lavrov.

La reazione di Mosca fa eco a quella del governo cubano. Il blocco degli attivi del governo venezuelano di Nicolas Maduro, ha denunciato il ministro degli Esteri dell’isola Bruno Rodriguez Parrilla, è “un’altra azione volta a danneggiare e derubare” il paese. “La nostra solidarietà al presidente Nicolas Maduro, i militari e il popolo del Venezuela. Diciamo basta alla spoliazione dei nostri popoli e al tentativo di dominazione imperialista”, ha scritto il ministro sul suo account Twitter ufficiale.

IN CONTATTO CON TRUMP

Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha confermato l’esistenza di contatti tra il suo governo e alti funzionari dell’amministrazione statunitense. “Confermo che da mesi ci sono contatti con alti funzionari del governo degli Stati Uniti sotto mia espressa autorizzazione per tentare di dirimere la crisi”, ha detto Maduro in un discorso trasmesso alla televisione di Stato. Maduro poi ha accusato i collaboratori di Trump di nascondere la verità sul Venezuela. Allo stesso tempo, però, la vicepresidente del Venezuela Delcy Rodriguez ha incontrato il ministro degli Esteri russo Lavrov. “Abbiamo sempre rispettato, e continueremo a farlo, i principi del diritto internazionale. Saremo sempre al vostro fianco per difendere il diritto di ogni popolo di scegliere i propri percorsi di sviluppo e opporsi categoricamente a qualsiasi forma unilaterale e illegittima di ricatto e pressione”, ha detto Lavrov. La Russia, ha specificato Lavrov, sosterrà sempre il Venezuela e intende contrastare la pressione internazionale ora in corso nei confronti di Caracas, facendo un chiaro riferimento alle sanzioni internazionali che hanno colpito il Paese di guidato da Maduro.

LA POSIZIONE DI TRUMP

“Stiamo cercando tutte le vie di dialogo affinché il presidente Donald Trump ascolti la verità sul Venezuela”, ha dichiarato Maduro, in risposta a quelle del capo dello stato Usa, il quale ha assicurato che il suo governo mantiene contatti “a livello molto alto” con funzionari venezuelani. “Stiamo parlando con vari rappresentanti in Venezuela”, ha detto Trump parlando ai giornalisti alla Casa Bianca. Gli Stati Uniti sono il principale alleato dell’autoproclamato presidente venezuelano ad interim Juan Guaidò. A inizio agosto Trump aveva firmato un decreto esecutivo con cui disponeva il congelamento di tutti i beni del governo venezuelano negli Usa. “Tutte le proprietà o interessi in proprietà del governo del Venezuela negli Stati Uniti sono bloccate e non possono essere trasferite, esportate, ritirate o gestite in altro modo”, si legge nell’ordine esecutivo. Il provvedimento, inoltre, prevede l’imposizione di sanzioni a stranieri che forniscano supporto, o beni e servizi alle persone o entità colpite da sanzioni Usa. La misura e’ l’ultima di una lunga serie di provvedimenti messi in atto dal governo Usa per indebolire il governo di Maduro e favorire il passaggio dei poteri al presidente dell’Assemblea nazionale ed autoproclamato presidente ad interim Guaidò. Le sanzioni hanno colpito sia persone interne alla cerchia di Maduro sia il settore petrolifero venezuelano, da cui dipende la quasi totalità degli introiti statali in Venezuela.

LA DENUNCIA DI GUAIDÒ

Secondo Juan Guaidò, la misura “mira a proteggere i venezuelani”. Il governo venezuelano, per parte sua, ha denunciato che la misura formalizza il “criminale blocco economico, finanziario e commerciale contro i venezuelani”. La crisi in corso in Venezuela si è acuita dopo che lo scorso 23 gennaio Guaidò ha prestato giuramento come capo dello Stato “ad interim. Subito dopo sono arrivati i riconoscimenti, tra gli altri, del presidente degli Stati Uniti Trump, del brasiliano Jair Bolsonaro e del segretario generale dell’Organizzazione degli stati americani (Osa) Almagro. Si sono aggiunti poi altri paesi latinoamericani, tra i quali l’Argentina, il Cile, la Colombia e il Perù. Guaidò ha quindi ottenuto il riconoscimento di molti paesi europei. Al fianco di Maduro, denunciando pesanti ingerenze negli affari interni del Venezuela, rimangono la Bolivia, Cuba ma anche la Turchia, la Federazione Russa e la Cina. A questi, più di recente si sono aggiunti i 15 paesi africani aderenti alla Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc).

L’ALLEANZA PUTIN-MADURO

La Russia è tra i principali alleati del presidente venezuelano Nicolas Maduro. Nei giorni scorsi il ministero degli Esteri russo ha espresso “rammarico” per l’annullamento della nuova tornata di dialogo tra governo ed opposizioni venezuelane, situazione creata dalla politica “imprudente” degli Stati Uniti. “Ci rammarichiamo profondamente per l’annullamento del ciclo di colloqui a Barbados tra il governo del Venezuela e l’opposizione”, si legge in una nota del ministero degli Esteri. “Qualunque sia il risultato di questa decisione, la ragione principale del fallimento del processo di negoziazione e’ chiara: è la politica sconsiderata di Washington nei confronti del Venezuela e delle sue autorità legittime”, prosegue il ministero rimandando alle nuove, pesanti, sanzioni varate dalla Casa Bianca nei confronti del governo Maduro. “I metodi di pressione economica che gli Stati Uniti hanno adottato, unitamente ad altre azioni direttamente contrarie al diritto internazionale, sono inaccettabili. Condanniamo fermamente la palese interferenza americana negli affari di uno stato sovrano, partner strategico della Russia” prosegue la nota.

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