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Salvini da solo non ce la fa. E Renzi inizia una nuova fase. Il punto di Stefano Folli

L’ipotesi Ursula, osserva l’editorialista di Repubblica Stefano Folli, è altamente improbabile. Prende sempre più piede invece un nuovo destra-centro che rifà in sostanza il vecchio Pdl, con un ovvio mutamento di forze a vantaggio di una Lega che, negli ultimi giorni, pare aver compreso gli errori commessi. Per questa ragione Salvini ha cambiato pelle guardando ancora agli alleati storici: Forza Italia e Fdi con un Berlusconi ancora in grado di dare le carte.

Vede nel Lodo Grasso il tentativo di salvaguardare gli interessi nazionali più che quelli elettorali?

Penso che Grasso abbia ragione quando dice che non si può votare con l’attuale Governo. Per mille ragioni credo occorra un Governo neutro per andare alle urne: non uno che abbia delle ambizioni di occupare un pezzo di legislatura, ma che eviti che M5s e Lega conducano la campagna elettorale gestendo posizioni di governo, in modo particolare il Viminale.

Zingaretti chiude al dialogo coi grillini, ma poi apre al governo istituzionale: è tornato il maanchismo veltroniano?

Il Pd si sta dilaniando e non so come uscirà da questa vicenda. Mi pare che in questo momento parlare di governo istituzionale sia un po’incongruo per mille ragioni, la prima delle quali è che quella formula non la propongono i partiti ma il Colle in determinate situazioni. I partiti propongono accordi politici, se sono in grado di stringerli. Quello istituzionale non può essere una sorta di escamotage per evitare un accordo: se vi è la possibilità di un accordo che lo si faccia.

In questo caso?

Non potrebbe essere limitato ad impedire l’aumento dell’iva, ma un qualcosa di più ambizioso, che occuperebbe la seconda parte di questa legislatura. Ma a quel punto non sarebbe più un governo istituzionale, bensì uno di alto profilo. Davvero siamo in questa situazione? A me non sembra.

Cade quindi l’ipotesi Ursula?

Mi sembra una cosa impropria. Lasciamo parlare il Capo dello Stato: in genere all’ipotesi istituzionale si arriva al termine di un lungo percorso per iniziativa del Quirinale e solo se ricorrono determinate condizioni che oggi francamente non vedo. Se non la volontà di alcuni di non tornare alle urne.

La mossa di Renzi è stata coraggiosa? Ed è rivolta anche a buona parte di FI?

La definirei abile, certamente molto spregiudicata, da parte di chi si era segnalato per violentissime polemiche col M5s: è sotto gli occhi di tutti il suo aver compreso come l’evoluzione delle cose lo avrebbe danneggiato in modo irreparabile. Resta il fatto che, vada in porto o meno l’iniziativa renziana, per l’ex premier si è chiusa una fase politica. La prossima che si sta aprendo gli imporrà verosimilmente di fare delle scelte di fondo.

Scissione e nuovo partito?

Non vedo come possa risalire la china nel Pd, invece penso che darà vita ad una sua formazione per giocarsi le sue carte.

Anche con le urne in ottobre?

In quel caso se le giocherà solo nell’ambito del proporzionale, quindi porterà in Parlamento una piccola pattuglia. Comunque Pd e Renzi si separeranno in maniera netta. Quanto a Forza Italia è evidente che se parliamo di un accordo di larghe intese esso non potrebbe prescindere dagli azzurri. In caso contrario sarebbe un mini accordo Pd-M5s e non penso vi siano le condizioni per attuarlo. A me sembra difficile uno scenario del genere che includa FI. Vedo i berlusconiani invece già al tavolo con Salvini.

Lo schema di un nuovo Pdl a trazione destra-centro?

Sì, è una interpretazione plausibile. Salvini sta lavorando ad una piattaforma con gli alleati di ieri: Forza Italia e Fdi. Una mossa, quella del ministro dell’interno, tempestiva e difensiva, che potrebbe portare al fronte unico per le elezioni che consentirebbe al destra-centro di presentarsi alle urne in posizione di grande forza. Berlusconi però è ancora in condizione di poter dettare le condizioni: e ha colto questa mossa di Renzi, per giocare da domani al tavolo con Salvini meglio di quanto avrebbe fatto fino a ieri.

Ma Salvini fino a pochi giorni fa era convinto di correre da solo: cosa gli avrebbe fatto mutare prospettiva?

Ha cambiato idea repentinamente perché ha capito di aver commesso molti e gravi errori in questi ultimi giorni. La solitudine del nostro sistema politico è sempre un qualcosa di rischioso. De Gasperi, che forse aveva quell’altezza a cui i politici di oggi dovrebbero guardare, era solito ripetere: “mai soli”. E lo diceva dopo aver vinto le elezioni del ’48 e con la possibilità di fare un monocolore Dc. Eppure lui cercava il contributo e il sostegno fattivo alle forze laiche che composero il centrismo. Non solo dati numerici ma contenuti politici che garantissero un’articolazione al dibattito pubblico. Oggi questa lezione storica viene completamente ignorata, ma i fatti hanno obbligato Salvini a prendere atto di ciò.

Come potrà convivere il Berlusconi europeista ed eurodeputato popolare con le policies leghiste che hanno mutato gli equilibri storici internazionali dell’Italia?

È la domanda di fondo. Ma in questo momento se restassimo alla coerenza dei temi dovremmo chiudere tutti i giornali. Non c’è coerenza purtroppo. Quale sarebbe coerenza di un governo Pd-M5s allora? Il problema c’è ed è molto grande: obbligare Salvini ad affrontare una questione che ha evitato sino ad oggi. Il suo antieuropeismo era logico in un’ottica di corsa solitaria, diventa arduo in un’ottica di coalizione. Per questo dicevo che Berlusconi potrebbe contare ancora. Un po’come Orban: ferreo con i diritti civili in Ungheria, ma poi rispetto all’Europa con una posizione ortodossa.

E se il ramoscello di ulivo leghista al Cav, fosse Frattini commissario Ue?

Potrebbe essere un’ipotesi molto seria e molto logica.

 twitter@FDepalo

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